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Corriere di Gela | I costi (dis)salati dell’acqua
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notizia del 24/05/2010 messa in rete alle 18:40:41
I costi (dis)salati dell’acqua

Con l'avvento del nuovo anno, come da contratto stilato tra Ato Cl6 e gestore del servizio idrico integrato, “Caltaqua s.p.a.”, le tariffe legate all'erogazione dell'acqua all'interno delle abitazioni sparse per l'intera provincia di Caltanissetta, comprese, ovviamente, quelle disseminate sul territorio gelese, si innalzano ulteriormente: un altro 6,50% in più, tanto per intenderci.

Un semplice meccanismo matematico, la tariffa dell'anno precedente, a sua volta già innalzata del 6,50%, sommata ad un coefficiente pari a 5 ed al tasso di inflazione programmata fissato all'1,5%: in termini molto più pratici, comunque, 1,62 euro per metro cubo.

Nessuna tregua da questo punto di vista, il contratto trentennale assicurato al gruppo guidato dalla spagnola, “Aqualia”, titolare del 51% dell'intero pacchetto azionario, parla chiaro, anche se, altrettanto esplicitamente, lega gli aumenti al miglioramento dei servizi: basterebbe chiedere agli utenti per capire che l'equazione si compone di taluni termini decisamente poco convincenti.

Acqua assente per giorni, interventi di manutenzione sporadici, tagli alle forniture, in molti casi, spietati, ordinanze di non potabilità che vengono e vanno: insomma, tutti i contorni di una gestione quantomeno “complicata”.

Per non parlare di costi che gravitano in continuazione, come dimostrato da una decisione, rinviata solo per una mera questione di forma dall'assemblea dell'Ato Cl6, presieduta dal Presidente della Provincia, Giuseppe Federico, che, come detto, farà orbitare i costi verso l'alto, come ogni anno. Lo scorso 26 Febbraio, la Corte dei Conti ha rilevato che “l'incremento della capacità di generare profitti delle utilities privatizzate è in larga parte dovuto all'aumento delle tariffe, le tariffe applicate, infatti, risultano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti di altri paesi europei. L'Italia, per incassi del programma di privatizzazione dei servizi pubblici essenziali si pone, all'interno della classifica generale, al secondo posto dietro solo al Giappone”.

Intanto, mentre a Gela, come nel resto della provincia, si attendono i nuovi “preziari”, a Palermo, l'Assemblea Regionale è finalmente pervenuta all'approvazione della Finanziaria 2010, in bilico per diverse settimane, poiché connessa alle sorti dell'attuale governo Lombardo.

Nella moltitudine di provvedimenti raggruppati entro i confini di un unico testo, infatti, l'articolo 50 definisce talune linee dirette a ricondurre, sotto pubbliche spoglie, la gestione del servizio idrico integrato: dunque, perlomeno in linea di principio, raccolte di firme, sit-in, campagne pubbliche, sarebbero perfettamente superflue, poiché l'ente regionale, per legge, dovrebbe assicurare quest'essenziale passaggio.

La pratica, però, appare del tutto diversa; la disciplina introdotta, infatti, consente esclusivamente la rescissione anticipata dei contratti conclusi con operatori privati, qualora la soglia dei mancati investimenti di gestione superi il 40%, assicurando agli stessi un indennizzo legato al danno emergente, indipendentemente dai risultati, positivi o negativi, prodotti. Anche gli Ato, inoltre, dovrebbero sciogliersi: la medesima disposizione, tuttavia, rinvia ad un più generale intervento in materia da parte del legislatore regionale, da realizzarsi entro i prossimi dodici mesi.

Le stesse tariffe dovrebbero essere monitorate da un Tavolo consultivo permanente, affiancato ad un Comitato consultivo degli utenti, in rappresentanza delle istanze provenienti dai singoli territori. Ovvero, almeno al momento, parecchie affermazioni di principio a fronte di una realtà quotidiana alimentata dalla gestione trentennale in favore di “Caltaqua s.p.a.”, fatta di lamentele, oramai strutturali, promesse di riduzioni tariffarie, diffuse e subito dopo ritirate, procedimenti giudiziari, sempre meno sporadici.


Autore : Rosario Cauchi

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