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notizia del 11/06/2007 messa in rete alle 18:38:27
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Università, Gela va con Enna
Si profila un’intesa tra Università Kore di Enna, Comune di Gela, Provincia di Caltanissetta ed Eni, per istituire nella nostra città una vera Università. Se ne era già parlato di recente, ed esattamente nel mese di marzo quando Crocetta annunciava che si sta scrivendo la storia di Gela. Anche se la finanziaria vieta la istituzione di nuovi corsi, questa volta l’Università sarà possibile a Gela perché ad essere modificato sarà lo statuto della “Kore” che prevederà anche gela come sede universitaria. E così il gioco è fatto. A Salvo Andò, rettore dell’ateneo ennese (fu ministro della Difesa col governo Craxi) è piaciuto il progetto su cui si sta lavorando, ma la sua soddisfazione deriva dal fatto che finalmente l’Università Kore potrà aspirare, grazie ai partners Provincia di Caltanissetta, Comune di Gela ed Eni a quel tanto agognato sbocco al mare Mediterraneo, che le consentirà di realizzare il grande sogno di realizzare l’Università del Mediterraneo assieme a Egitto e Libia.
Lunedì scorso è stato compiuto il primo passo per consentire a Gela di divenire sede universitaria a tutti gli effetti.
A siglare una prima bozza di intesa presso il Palazzo Rosso sede distaccata della Provincia sono stati il Magnifico Rettore dell’Università di Enna Salvo Andò, il presidente della provincia Filippo Collura, il sindaco di Gela Rosario Crocetta, il sindaco di Caltanissetta Salvatore Messana, il presidente dell’Eni Giorgio Lenzi, il direttore generale della Provincia Piero Lo Nigro. Nel corso della riunione sono stati affrontati anche i temi riguardanti le risorse che dovranno essere messe a disposizione per il funzionamento dell’Università. Questi gli impegni che dovrebbero essere assunti. La provincia interverrebbe con un impegno finanziario di 800 mila euro per i comuni di Gela e di Caltanissetta, Crocetta si è espresso per una somma di cinquecento mila euro per Gela, mentre l’Eni farà la parte del leone mettendo a disposizione un milione di euro che verranno utilizzati esclusivamente per l’istituzione dei corsi universitari a Gela.
La bozza d’intenti dovrà essere discussa all’interno degli organi preposti per giungere quindi alla stesura e sottoscrizione di protocollo d’intesa sperando che, tempi tecnici permettendo, si possa giungere ad aprire l’anno accademico fin da quest’anno. E’ naturalmente un’ipotesi azzardata, ma non impossibile.
Apprezzamento per l’esito dell’incontro tra i soggetti interessati al nuovo polo universitario di Gela è stato espresso da Franco Di Dio, componente del comitato direttivo dell’Asi, che ha anche manifestato l’interesse dell’ente di appartenenza al progetto, auspicando che aderiscano anche altri soggetti istituzionali, sociali ed imprenditorile del comprensorio gelese.
A credere fortemente a questo progetto in cui il ruolo dell’Eni diventa fondamentale è stato il sindaco di Gela Rosario Crocetta che (come ci riferisce nell’intervista che segue) a suo dire il primo passo di bozza d’accordo avrebbe potuto realizzarsi ancor prima delle elezioni, ma per ovvi motivi ha ritenuto di rinviare la data.
Per saperne di più abbiamo pensato di parlarne con lui, che ha fatto la parte del leone pretendendo che il milione di euro dell’Eni spettasse esclusivamente a Gela ottenendo anche che si realizzassero corsi legati all’industria e all’ambiente.
- Sindaco, Università a Gela non è più utopia, se ne parlò nel marzo scorso, adesso si gettano le basi per un protocollo d’intesa sottoscrivendo una prima bozza. Siamo sulla stragiusta?
“Si. Il Comune di Gela sta costruendo da mesi un accordo con l’Eni che deve garantire una serie di investimenti in favore del territorio. Io avrei avuto la possibilità di definire questo accordo per investimenti nel territorio prima della campagna elettorale. Ad un certo punto ponendosi la questione dell’Università, io ho chiesto che una parte di quelle somme venissero dedicate proprio all’Università”.
– E l’Eni come e cosa ha risposto?
“Ha accettato con entusiasmo, ci siamo sentiti anche con la Kore e la presidenza della provincia e così abbiamo definito il quadro d’insieme. E’ evidente che i soldi che l’Eni destina all’Università fanno riferimento ai corsi che si aprono per Gela, Butera e Niscemi, ossia per le aree che sono interessate dai processi di industrializzazione. Ciò in quanto ai benefici che si ottengono dall’industrializzazione, si registrano anche dei problemi”.
– In questo progetto oltre che Gela rientrano anche altri Comuni?
“Si, certo. Per questo progetto rivendico anche la partecipazione di Butera e Niscemi che sono fortemente coinvolti in questo ragionamento”.
– Quale il senso e la valenza di questa iniziative e quali corsi verrebbero istituiti?
“Intanto la gente avrebbe garantito un posto di lavoro. I corsi che propongo hanno sbocchi occupazionali certi. In particolare penso a corsi di ingegneria ambientale, chimica ambientale che hanno come obiettivo la creazione di una nuova figura di tecnico, di professionista che è esperto non soltanto di problematiche industriali, ma anche di quelle legate all’industrializzazione, cioè il problema dell’inquinamento, del rischio ambientale. Creiamo quindi delle figure nuove che non si pongono solo il problema di come produrre e anche più velocemente, ma anche il problema di come salvaguardare la salute. Creiamo le basi per consentire di far entrare nello stabilimento figure che già hanno studiato questi problemi”.
– Ma quali sono gli sbocchi occupazionali che potranno derivarne?
“Io credo che i migliori che usciranno da questi corsi dovranno essere immediatamente assunti dall’Eni. Quindi garantiamo uno sbocco occupazionale”.
– Ed oltre ai corsi a carattere industriale ed ambientale, considerato che l’agricoltura è una delle attività su cui si poggia una buona fetta del settore economico gelese, perché non istituire anche corsi di questo tipo?
“Infatti l’altra facoltà che io pensa è quella legata all’agraria ed al marketing agrario. E qui io credo che debbano inserirsi atre realtà come l’Agroverde e le cooperative che si sono insediate nel territorio, le organizzazioni dei coltivatori e produttori. Infine voglio aggiungere che se Catania abbandona, è chiaro che dobbiamo inserirlo nel quadro degli accordi con Enna, e stessa cosa dicasi per Scienze dell’educazione. Dobbiamo quindi dare a questi ragazzi la possibilità di completare. Poi penso che facoltà come Giurisprudenza che ha tantissimi ragazzi gelesi iscritti, potrebbe essere fondamentale anche perché costringe tanti ragazzi a pendolare. Rimane infine aperta la questione di Storia e quella delle ricerche”.
- Ma nel mese di marzo si parlava anche di istituire corsi che tenessero conto dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo?
“Infatti stavo pensando proprio a questo. Questa Università potrebbe aprire i suoi rapporti con l’altra parte del mare, con un vasto mondo dei paesi costieri, come Paesi del Nord Africa, del Medio Oriente che potrebbero contribuire a creare il dialogo interculturale tra culture e religioni diverse. Penso anche ad accordi di tipo economico con diversi Paesi nella prospettiva del 2010. Altra questione è quella evidenziata dal Magnifico rettore dell’Università Kore, quando dice che l’Eni è uno dei più grandi ambasciatori nel mondo. In molti di questi Paesi l’Eni non solo ha insediamenti importanti, ma anche rapporti con i governi. Per cui noi potremmo contribuire al rilancio non provinciale di questi corsi di laurea, proiettandoli ad una dimensione interculturale e internazionale”
Autore : Nello Lombardo
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