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notizia del 02/11/2004 messa in rete alle 18:33:30
Nel giorno dei morti, i soliti problemi
Il giorno della commemorazione dei defunti è ormai prossimo, e la popolazione gelese si prepara come di consueto a seguire attentamente i punti salienti che fanno di questa “festa” una tradizione secolare. L’1 ed il 2 di Novembre ognuno si reca dal proprio caro con lo scopo di commemorarne la scomparsa, l’usanza vuole che si stia tutta la giornata dinanzi alla lapide del morto a contemplarne il ricordo tra lacrime e sospiri, mentre altri si lasciano travolgere dai pettegolezzi e dalle dicerie che fanno da cornice ad ogni luogo, anche a quello più santo. Per i più piccoli è un giorno di gioia, affinché anche loro ricordino i propri cari, si narra che proprio questi gli portino in dono i dolci tipici della mesta festività: “’u pupu ‘i zucchuru” o la frutta martorana.
I fiorai approfittano di questi giorni per aumentare i loro guadagni vendendo gli stessi fiori di campo, i più semplici e piccoli a cifre esorbitanti. A completare il quadro ci pensano i furgoncini che di buon mattino si recano presso i cimiteri vendendo cornetti e gelati, atto contorto visto il luogo dedicato alla preghiera ed alla rievocazione.
Nonostante i tempi abbiano modificato parte degli usi e costumi della nostra cultura popolare, altri cercano di imporsi adattandosi all’odierna società e persistono, proprio come perdurano i tanti problemi che affliggono ormai da tempo le due strutture cimiteriali della città di Gela.
Elenchiamo alcuni dei disagi ri-guardo al cimitero monumentale.
Grosse le difficoltà riguardo la viabilità, soprattutto gli anziani che devono accedere al camposanto rischiano di scivolare e farsi male vista la strada in terra battuta ed il mese di Novembre a rischio di piogge; i cittadini possono usufruire di un solo rubinetto per la pulizia dei vasi e delle lapidi, quello posto all’ingresso del cimitero, mentre sarebbe giusto inserirne uno in ogni sezione.
È bene spostare l’attenzione anche verso il Cimitero Farello, dove nonostante sembri essere cessata l’emergenza dovuta alla carenza dei loculi, prosegue quella igienica. Le sezioni sono sporche, inaccessibili, zanzare e ratti dominano all’interno del luogo, l’ascensore dei lotti inferiori è da sempre impraticabile, oggi rifugio per i tanti insetti. Così, la gente che è ormai a conoscenza dei vari disagi è costretta a recarsi qualche giorno prima dai propri defunti, e muniti di scope, stracci e secchi cercano di dare maggiore decoro al luogo dove l’igiene non può e non deve essere una concezione saltuaria e o soggettiva.
Sarebbe giusto che l’amministrazione comunale desse serie disposizioni a riguardo per tutto l’arco dell’anno, non solo alle soglie dell’avvenimento, a rispetto dei vivi e dei morti. Si, perché come direbbe oggi il compianto Totò: “stì pagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie… appartinimmo a morte!”
Autore : Lorena Scimé
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