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notizia del 18/10/2009 messa in rete alle 18:34:27
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Metalmeccanici gelesi in corteo per il contratto
Quella dell'operaio, dopo il protagonismo sociale di inizio secolo, mantenutosi almeno fino agli anni settanta, si era candidata ad assumere il ruolo di figura marginale all'interno dei processi industriali ed economici: una categoria, dunque, divenuta, forse troppo prematuramente, orfana della spinta conflittuale che ne aveva definito i tratti salienti.
La crisi economica globale, però, ha contribuito al progressivo “risveglio” di animi sopitisi o, comunque, destinati a sottostare alle imposizioni provenienti dall'alto: nel corso del 2009, infatti, sono state praticamente quotidiane le notizie riguardanti scioperi o occupazioni aventi quali autori i rappresentati di questa stessa categoria, indisponibili ad accettare con passività licenziamenti di massa o chiusure ingiustificate di siti produttivi.
Un saggio esemplificativo può rintracciarsi proprio nel contesto produttivo costituito dallo stabilimento petrolchimico di Gela, da mesi scenario privilegiato di proteste e blocchi, a sostegno di un'unica pretesa: un lavoro certo e salvaguardato.
Condividendo la piattaforma rivendicativa definita dal maggiore dei sindacati del settore metalmeccanico, la Fiom-Cgil, e con in mente le proteste condotte dai lavoratori edili ex-Cedis assunti dalla “Edil Ponti” e ben presto a rischio licenziamento, superato per il solo intervento dell'Inps, resosi disponibile ad anticipare le somme necessarie per tredici settimane di cassa integrazione: un'ampia delegazione di operai metalmeccanici dell'indotto gelese, coordinati dal segretario provinciale della Fiom, Orazio Gauci, ha preso parte alla manifestazione regionale di Palermo, che, insieme ad altre quattro città (Napoli, Roma, Firenze e Milano), ha ospitato l'unione tra operai e studenti, contrari, a loro volta, ai tagli imposti dalle riforme realizzate dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.
Diecimila manifestanti, giunti da ogni parte della Sicilia, insieme a talune delegazioni provenienti dall'Emilia Romagna, hanno sfilato per le vie nevralgiche del capoluogo regionale: le istanze rappresentate, oltre a quella del Petrolchimico gelese, erano molteplici, dai lavoratori della Keller di Carini ai dipendenti del polo tecnologico catanese fino agli operai di altri strategici siti isolani come Augusta e Priolo. Da non trascurare, inoltre, la partecipazione studentesca, non solo universitaria ma anche di rappresentati delle scuole medie superiori, affiancati ancora da precari della ricerca e personale Ata, tutti compatti nel criticare veementemente i tagli prodotti dagli interventi di riforma del governo Berlusconi.
La mobilitazione del 9 ottobre si è resa necessaria soprattutto a seguito della conclamata rottura prodottasi nei rapporti tra le confederazioni metalmeccaniche della triplicesindacale, Cgil, Cisl, Uil.
I rappresentati sindacali di categoria di Fim e Uilm, infatti, hanno deciso di proseguire la trattativa per il rinnovo del contratto insieme alla controparte datoriale, Finmeccanica, adottando tutti gli elementi dell'accordo sulla riforma del modello contrattuale non firmato dalla Cgil.
L'invocazione partita dalla piazza palermitana è stata, dunque, quella di ristabilire la democrazia nei criteri di scelta e decisione adottati all'interno della dimensione industriale. Richieste sposate a pieno dai rappresentati dei lavoratori dell'indotto gelese, convinti che solo la piena condivisione di una così generale protesta possa contribuire ad escludere una spaccatura definitiva tra i metalmeccanici, tagliando fuori, di fatto, la componente sindacale più ampia nel settore.
Ma la presenza degli operai dell'indotto Eni, partiti da Gela alle prime luci dell'alba di sabato 9 Ottobre, e resi ben visibili all'interno del folto corteo da un ampio striscione, si è resa necessaria anche per opporsi ad un diabolico meccanismo, molto in voga in questo periodo, che si impernia sull'automatica espulsione dal mondo del lavoro dei dipendenti di aziende in crisi, facendone l'unico rimedio alla definitiva scomparsa dell'entità datrice di lavoro. I lavoratori gelesi, infatti, ritengono che l'unica modalità di sviluppo per un territorio, quello nisseno, asfittico da questo punto di vista, sia, al contrario, quella di difendere con ogni mezzo possibile il diritto costituzionale al lavoro ed alla dignità sociale. Gli stessi hanno, inoltre, ottenuto la solidarietà del parlamentare europeo, Rosario Crocetta, e del senatore, Giuseppe Lumia, entrambi del Partito Democratico, presenti a Palermo per partecipare ad un incontro istituzionale sul tema del riconoscimento delle indennità previdenziali ai lavoratori sottoposti alla presenza dell'amianto sui luoghi di lavoro, scesi in strada per salutare la delegazione gelese ed informarla degli esiti della riunione.
Gli operai dell'indotto gelese hanno, in questo modo, voluto ulteriormente ribadire la loro voglia di lottare fino in fondo affinchè si possa pervenire ad una soluzione definitiva dell'annosa questione-lavoro a Gela, così come sull'intero territorio regionale e nazionale.
Autore : Rosario Cauchi
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