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notizia del 10/01/2009 messa in rete alle 18:32:11
La favola tragica dell’acqua
Non saprei come definire questa abulia collettiva della nostra comunità: una sorta di accettazione quasi ineluttabile agli eventi ostili che si verificano a danno della stessa, come una sommessa connivenza con chi vuole questa Città sottoposta ad ogni arbitrio. Una triste realtà che dura oltre 50 anni senza che nessuno abbia mai detto basta.
Dapprima avveniva (ora di meno) che, in occasione di consultazione elettorali, manipoli di candidati accorrevano qui da ogni parte per attingere voti a piene mani come in un granaio anonimo, essendo Gela Città aperta, popolosa, ospitale, disponibile. Venivano a vomitare tante promesse, ma finita la raccolta non si vedevano più. – Poi è spuntato il petrolio e di conseguenza il complesso industriale che – nel tempo – ha devastato il territorio, disseminando veleni per l’uso forsennato di prodotti micidiali e deturpando le innegabili bellezze naturali dell’ambiente, senza nulla rendere, salvo quei posti di lavoro che rispetto alla vasta popolazione di Gela non hanno ridotto la persistente disoccupazione locale e tranne le piccole ed irrisorie elargizioni che offendono l’orgoglio della città. A tutto questo si è aggiunto la drammatica questione dell’acqua che – putrida e pregna di batteri- viene propinata ai cittadini gelesi come il fiele che i soldati romani offrirono a Gesù morente. Il Sindaco ribadisce che la precedente ordinanza del 2003 rimarcando, come da ripetuti accertamenti ufficiali, che l’acqua (se così si può chiamare) che esce dai rubinetti delle abitazioni (quando esce) non solo non è potabile, ma è da usare soltanto per i servizi igienici.
Di contro Caltaqua, l’ente erogatore, fa sapere di avere effettuato ulteriori analisi e sostiene che l’acqua non risulta inquinata. A questo punto la misura è colma. Che gioco è questo!? – Una rappresentanza politico-amministrativa, che non assicura ai propri cittadini il bene essenziale della vita, che cosa può rappresentare? – senza acqua, non si vive e la Città non può dirsi ne libera ne civile. Il primo cittadino, nel corso di quest’anno, aveva annunziato “l’evento storico” di avere finalmente acqua pulita 24 ore su 24, di avere ottenuto l’acqua buona del Regoleto e pure quella degli invasi, di avere la disponibilità di un primo potabilizzatore e poi di un secondo, di avere in definitiva risolto il grosso problema. Quale sensazione viene data ora alla popolazione nel comunicare che l’acqua non può essere usata? – E, per di più, si può accettare l’assurda pretesa di pagare l’acqua come se fosse potabile? – La gente è costretta a spendere tanto denaro per l’acquisto di acqua da bere, ma non è concepibile essere vessata fino al punto di dovere acquistare il prezioso liquido anche per gli altri usi domestici! – Chi è “l’innominato” responsabile che vuole abusare così tanto di questa Città, portandola a condizioni di estrema emergenza? – Fermiamolo! –
Autore : Angelo Vitale
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