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Corriere di Gela | La città e le sue rappresentazioni
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notizia del 10/01/2009 messa in rete alle 18:26:55

La città e le sue rappresentazioni

La recente classifica sulla vivibilità delle province italiane ha relegato Caltanissetta all’ultimo posto. Di contro si è scatenata una corsa a giustificare l’invivibilità con l’attribuire a Gela tutti gli indicatori negativi che hanno classificato la provincia nissena. In particolare un articolo di Niccolò Zancan della Stampa (inviato a Gela) titolava con il termine di “…Pattumiera chiamata Gela”, enumerando l’elenco degli indicatori, propinati quasi sequenzialmente. Gli indicatori, scevri da ogni analisi di correlazione, sono quelli noti alla popolazione, che riguardano gli inquinamenti reali e presunti, la malavita locale e mafiosa, l’abusivismo, le malformazioni, la mancanza di centri culturali e di svago: una lunga serie inanellata di temi noti ai gelesi ma dichiarati con un catastrofismo che nasce dal paventare tutti insieme i guai di Gela.
Detto così ci chiediamo come a Gela non si verifichi un fenomeno di esodo di massa, anche del ceto medio, che fugga da una simile rappresentazione della città e del suo tessuto sociale. Se ciò non avviene, e non c’è nessun indicatore che ci segnali un abbandono generalizzato di Gela da parte dei suoi cittadini, qualche altro elemento sfugge all’elencazione del giornalista, non all’analisi, perché questa non è neanche accennata.
Certamente Gela ha questi indicatori e i suoi mali sono decennali, culturalmente radicati e sono causa di una lenta evoluzione per una città che invece vuole crescere, soprattutto nella speranza delle nuove generazioni, certamente meno vincolate ai retaggi della città.

Un elemento viene sottovalutato in tale tipo di analisi, elemento che non figura nel ventaglio degli indicatori di vivibilità cittadina ma che ritengo, invece, influire in maniera sostanziale sulla permanenza dei cittadini gelesi nella propria città. Questo elemento si chiama “fruibilità”. Lo spiego. Se prendiamo una città metropolitana come Milano o Roma certo non mancano servizi di ogni sorta, non mancano insediamenti industriali di tutti i tipi, locali, ritrovi, cinema e teatri per il tempo libero; mezzi di trasporto alternativi, associazioni di ogni tipo, club esclusivi, eventi culturali ed artistici, negozi e centri commerciali di ogni sorta e per ogni tasca. Detto ciò appare che il confronto con cittadine come la nostra possa essere improponibile, quasi blasfemo. Ma ci siamo chiesti qual è il fattore di fruibilità di tale massa di opportunità? Per andare al lavoro in tali città spesso si percorrono quotidianamente circonvallazioni che richiedono anche più di un’ora per arrivare, spesso in situazioni di congestione del traffico. A Gela un abitante di Macchitella o Caposoprano impiega al più 10 minuti per arrivare al petrolchimico. Per passare una serata al cinema a Milano o Roma, in genere, occorre pianificarla. Per chi non può permettersi una casa al centro, a volte, i tempi per raggiungerlo sono veramente ampi. Non può essere certo una decisione estemporanea. Gela si è impoverita di sale cinematografiche adeguate, ed è questa una lacuna non da poco, non ha centri commerciali, ma può decidere di raggiungerli sfruttando anche cittadine limitrofe.

Il rapporto con la gente non è del tutto anonimo, pur essendo una cittadina di 80.000 abitanti si riesce a conoscere gran parte della gente con cui si interagisce e anche a stabilire un rapporto almeno di conoscenza. Nelle grandi città è più probabile avere rapporti anonimi, quando si va a fare la spesa o quando si va nelle strutture pubbliche. Le iniziative culturali non mancano per essere una zona di confine (marittimo ovviamente), ma la cosa interessante è che si è sviluppata nel tempo una sensibilità sempre maggiore ed una curiosità cittadina crescente per questi eventi. Ovviamente il mare ed il clima sono i punti di forza. Il primo diventato punto di attrazione per l’interland con un trend crescente ogni anno, il secondo un patrimonio che fortunatamente sfugge ad ogni commercio (se potessero imbottigliarlo, l’avrebbero già venduto). Insomma, la fruibilità delle poche cose che abbiamo è accettabile, anzi certamente maggiore di città che offrono molto di più. Questo non rende il bilancio di vivibilità di Gela positivo, anzi le carenze hanno sempre il sopravvento, ma nel complesso un cittadino di Gela vive in maniera meno stressata di un cittadino metropolitano.
In sintesi, non basta che gli indicatori propendano verso un ventaglio di servizi ampio e qualitativamente valido, occorre potersene avvalere in maniera semplice, soprattutto per le cose quotidiane che vengono ripetute giornalmente. Se poi, invece di percorrere la circonvallazione milanese o romana si percorre la Gela-Catania o altre mete distanti un’ora di auto da Gela, si soddisfano varie altre esigenze. Gela è questa, una cittadina riscattata dalla sua fruibilità ancora assestata su una dimensione umana e familiare, unico baluardo ai secolari mali che le nuove generazioni avranno il compito di sanare.


Autore : Sebastiano Abbenante

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I Vostri commenti
SONO NATO A GELA, MA PER SCELTA COSTRETTO A VIVERE A MILANO, NON CONDIVIDO L'ANALISI AL COMMENTO DELL'ARTICOLO DEL GIORNALISTA DELLA STAMPA IN QUANTO, OLTRE AI PUNTI CRITICATI, SI DIMENTICA CHE IL NORD IN GENERALE E' ANCHE LAVORO, CULTURA E SOPPRATUTTO ANCHE SANITA'

Autore: LOUIS DE FUNES 
data: 11/01/2009
Mi dispiace deludere Abbenante, ma Gela è una città sporca e soffre di tutti gli altri connotati negativi che la contraddistinguono. Sicuramente Gela non vive nel terzo mondo e i suoi cittadini tutto sommato hanno un tenore di vita pressochè simile a quello registrato prevalentemente nel Meridione. Ma soffre di tutte questi aspetti negativi che, se risolti, farebbero di Gela sicuramente la 'Perla del Mediterraneo'. Roberto Fasciana, Canada

Autore: Roberto Fasciana
data: 12/01/2009
“I commenti all’articolo mi fanno piacere soprattutto perché dimostrano un’affezione a Gela che è sempre un fatto positivo. Lo scopo dell’articolo non è quello di esaltare la città o rappresentarla migliore di quel che è. Avrei tante cose da evidenziare sulle arretratezze. Quello che non mi va, e che ho cercato di esprimere nell’articolo, è che non siamo l’ultima città d’Italia, una “pattumiera” appunto. A questo mi ribello, altrimenti superiamo ogni equilibrio nella valutazione. Il giudizio su Gela non è di soddisfazione, ma abbiamo punti di forza che non consentono a nessuno di affermare che siamo la peggiore città italiana. Grazie per i commenti.” Sebastiano Abbenante

Autore: Sebastiano Abbenante
data: 14/01/2009
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