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Corriere di Gela | Acqua a volontà, ma sarà vero?
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notizia del 16/07/2007 messa in rete alle 18:26:29

Acqua a volontà, ma sarà vero?

Stando ai risultati del tavolo regionale promosso da Lillo Speziale all’Ars, Gela dovrebbe essere inondata (ma quando?) da decine di metri, di chilometri cubi di acqua. Altro che Ragoleto. Ora anche Cimia e Disueri e più avanti anche quella della diga Comunelli. Insomma, niente più sete e acqua potabile per tutti. Roba da non crederci. Il tempo smaschererà i demagoghi e i populisti, che tanto fumo e niente arrosto hanno prodotto in città nei suoi più recenti decenni di storia. Ma veniamo alla riunione di Palermo, cui ha partecipato lo stato maggiore dei Ds, il presidente del Consiglio Di Dio, dirigenti dell’Eni e del Consorzio di Bonifica, nonchè una delegazione di consiglieri comunali e funzionari di vari enti. Ne abbiamo parlato con Speziale (nella foto a sinistra) e con il sindaco Crocetta (a destra).
– On. Speziale perché e come nasce la sua iniziativa palermitana alla quale ha anche invitato il sindaco Crocetta?
«Il discorso è chiarissimo come dire che due più due fa quattro. Avendo partecipato al recente consiglio comunale ho preso atto della richiesta del Consiglio, anche se essa proveniva dai DS, di verificare altre fonti di approvvigionamento idrico. In modo specifico si riferivano al Disueri, ai pozzi di Pantanelli, Cimia. E’ giusto che l’esecutivo deve dar corso ai suggerimenti e alle proposte provenienti dal Consiglio comunale in modo bipartisan e quindi partendo da questo input ho pensato di attivare questo tavolo al quale erano presenti le massime autorità delle acque della Sicilia, compreso l’Ato di Gela, il presidente del Consiglio comunale di Gela, il presidente della Provincia, il sindaco di Gela, i capigruppo consiliari. Abbiamo preso atto di una disponibilità da parte del Consorzio di Bonifica di Gela di mettere a disposizione 3 milioni di metri cubi di acqua che sono la risultante della più grande opera mai realizzata a Gela che è quella di avere intubato l’acqua del Disueri. La rete irrigua che feci finanziare a suo tempo ha consentito risparmi pari al 50%. Quell’acqua non più viene immessa nelle saie, ma arriva direttamente a destinazione con la tubazione senza alcuna dispersione del prezioso liquido. Quindi tra il Disueri e il Cimia dovremmo avere a disposizione, fermo restando il tasso di piovosità, 12 milioni di metri cubi di acqua che potrebbe essere data a Gela e ad altra città della stessa densità abitativa».
– Che quantità di acqua potrebbe essere data a Gela considerato che la metà viene utilizzata per scopi irrigui?
«E’ stato detto che 3 milioni di metri cubi pari a circa 100 litri di acqua al secondo potrebbero essere appannaggio della città di Gela».
– Ma come arriverà in città?
«Sicilia acque ha dichiarato che è disposta a spese proprie a fare tutti gli impianti per la potabilizzazione e tutte le opere connesse».
– E’ vero che sono state aumentate le tariffe a carico degli agricoltori?
«Si è vero ma è anche vero, un’altra cosa che nessuno della stampa ha riportato. Ho chiesto al Consorzio di Bonifica, qualora dovessero realizzare nuovi introiti dalla gestione dell’acqua, di ridurre le tariffe a carico degli agricoltori parimenti ai loro introiti».
– E il Consorzio cosa ha risposto?
«Ha dichiarato la sua disponibilità. Adesso la diga del Ragoleto e del Disueri dovranno fare richiesta al Ministero per modificare la destinazione d’uso delle acque, in quanto hanno una destinazione irrigua».
– Che tempi ci sono perché tutto sia fruibile per la città?
«Stando a quanto hanno dichiarato da Sicilia acque, a regime potrà essere tutto pronto fra 6-8 mesi».
– Ma questa non è una soluzione immediata ma a medio termine.
«E’ la soluzione strutturale del problema. Si è dimostrato che questi 100 litri di acqua al secondo miscelati con l’acqua proveniente dal Blufi e dalla dissalazione, rende potabile l’acqua di Gela».
– Quindi che ben venga l’iniziativa del Consiglio comunale di invitare lei e altri soggetti interessati al problema idrico per trovare una soluzione condivisa.
«Certo. E ho anche plaudito in quel contesto per avermi invitato. Pertanto desidero che il Consiglio comunale inviti me ed anche gli altri deputati nei momenti dei passaggi più importanti della città, in modo che ci sia un tavolo di concertazione tra consiglio comunale e amministrazione per cercare di risolvere tutti assieme i problemi. Quel che si richiede è un lavoro di compartecipazione collettiva utilizzando le competenze e professionalità ma anche lo spirito di servizio, che abbiamo in città e fuori».
– Che ben venga allora l’attivismo di Crocetta anche se spesso agisce come solista e quello dell’onorevole Speziale che ti organizza un tavolo tecnico per i problemi della città.
«Non c’è nessun attivismo. C’è semplicemente il fatto che io ho convocato Crocetta e lui dovendo rispetto più che a me alle istituzioni, si è presentato alla riunione ed ha convenuto che la soluzione è adeguata».
– Meno male che una volta tanto c’è unione e non divisione tra politici.
«Può scrivere che quelle da lei affermate sono invenzioni della stampa. Io in tutta la mia vita politica e personale ho risolto almeno cinque problemi al giorno e non vado mai a chiamare i giornalisti. Sono loro a chiamare me».
– Quella di avere facilità di critica con la stampa è un vizietto che lei non perde. Non dimentica mai di esser anche lei giornalista. Ma vorrei che mi parlasse di un altro a-spetto della questione che preoccupa gli abitanti di Macchitella. Lei ha affermato che potenziando il depuratore all’interno del petrolchimico si cancellerà quello di Macchitella e quello di Manfria. Non credo che questa sia la strada giusta perché non si produrrebbe più acqua riciclata ed il verde del quartiere morirebbe.
«Sulla base delle mie valutazioni il Parf (piano regolatore delle fogne) dovrebbe restare così com’è. Esso come è noto prevede tre punti di depurazione: dentro lo stabilimento, a Macchitella, e un nuovo impianto a Manfria già finanziato per 2 miliardi e duecento milioni. Inoltre c’è un altro finanziamento per 20 milioni e novecento mila euro su un progetto per il riciclo delle acque sul quale mi sono sempre battuto. Nell’accordo firmato dal sindaco all’articolo 2 comma 3 non si parla di timore, ma che il Parf va modificato. Quindi andranno cancellati i depuratori di Macchitella e quello che si doveva realizzare a Manfria in quanto verrà fatto un unico depuratore all’interno dello stabilimento. Tutto ciò è in contrasto con le direttive europee che stabiliscono le politiche del riutilizzo delle acque reflue».
– Tornando alla questione del tavolo di Palermo, quale sarà la conclusione?
«Io faccio politica. Adesso entrano in ballo rapporti commerciali che vanno definiti tra enti interessati e io non entro nel loro merito. Io dovevo solo verificare se c’era o meno disponibilità a dare acqua e a metterla in rete. Queste condizioni si sono verificate. Punto. Tutto il resto esula dall’input datomi dal consiglio comunale. Io non tratto con le aziende, ma con gli Enti».
Questa le dichiarazioni di Speziale. Nello stesso giorno in cui il vice prsidente dell’Ars convoca un tavolo tecnico a Palermo, Crocetta giocando di sponda e d’anticipo indice una conferenza stampa nel corso della quale annuncia che l’Eni è disponibile a rinunciare a 70 litri di acqua al secondo offrendola alla città. Si tratta di poco più di 2 milioni di metri cubi di acqua complessivamente che con una spesa di 800 mila euro a carico di Caltaqua per potabilizzarla, potrebbe essere a disposizione di Gela nel giro di un mese. Quell’acqua sarà miscelata con quella dissalata ed usata in caso di fermo del dissalatore per guasti tecnici.
E’ un regalo dell’Eni? Qualcuno dice di no. L’Eni adesso non sa che farsene dal momento che utilizza quella stessa quantità dal Taf (Trattamento acque di falda).
Crocetta polemicamente a coloro che affermano che le acque del Ragoleto sono solo un sogno e di remota attuazione risponde che è una realtà e che tra un mese al massimo si avrà acqua dal Ragoleto. Riguardo all’iniziativa di Speziale di attingere acqua dal Disueri Crocetta risponde che è una buona cosa. Anche lui ci aveva pensato ma gli era stato detto che non era una via percorribile soprattutto perché la diga presentava problemi strutturali e perché serviva per usi irrigui.
– Sindaco, settanta litri di acqua al secondo che vanno ad aggiungersi agli altri 270, allora Gela non morirà più di sete? E’ una risposta polemica ai suoi denigratori che ritenevano solo un sogno l’acqua del Ragoleto?
«Nessuna risposta polemica. Il Comune assieme al Ministero dell’ambiente ha messo in campo un progetto che è stato studiato da società mondiali che si intendono di acqua. Eventualmente le risposte polemiche le danno chi fa discussioni da bar. Per esempio. Mi si diceva di utilizzare l’acqua del Gibesi. Sapete quant’è l’acqua in quell’invaso? Zero e zero».
– Ma al Disueri e al Cimia l’acqua c’è.
«Si. Il Disueri ha 3.800 mila metri cubi mentre il Ragoleto ne ha 16 milioni. Questi sono dati.
Perché utilizzare acqua dove ce n’è di meno che tra l’altro serve per l’agricoltura? La verità è che l’acqua va utilizzata razionalmente con una diversità di fonti di approvvigionamento. Questa è una zona di scarsa piovosità e quindi bisogna pensare all’utilizzo razionale degli invasi ed a fonti alternative. La zona del Ragoleto è una zona di altissima piovosità. Non capisco il discorso di quei Comuni che la rivogliono indietro quell’acqua. Prima ce l’aveva l’Eni e non parlavano ed ora si fanno sentire. Noi dobbiamo arrivare al ciclo integrale delle acque. Ciò significa che l’acqua dei reflui non va sprecata e va utilizzata per i fini industriali e agricoli. Con questi settanta litri li possiamo utilizzare immediatamente . Ne avremo subito 300 litri al secondo. Prego tutti di inserirsi su queste questioni solo dopo averla studiato senza arroganza. Una cosa è la politica ed un’altra è i progetti scientifici. L’acqua del Ragoleto non sarà disponibile fra dieci anni ma subito, senza autorizzazioni di consorzi, senza modiche di leggi regionali, e l’Eni ce la dà subito in accordo col Comune e con l’Ato idrico».
– Il progetto complessivo, lei diceva che potrebbe essere realizzato subito se il governatore regionale dichiarasse subito lo stato d’emergenza idrica di Gela? Ci sono le condizioni?
«Si potrebbe realizzare in un anno. Si sta scherzando e si sta ritardando e non so perché qualcuno vuole creare caos sul problema dell’acqua a Gela. Pur di andare contro il sindaco ci si inventa la qualsiasi. La politica non è fatta per fare polemiche ma er risolvere i problemi dei cittadini. E noi glieli stiamo risolvendo».
– L’atto di indirizzo del Consiglio comunale parlava di affiancare a Caltaqua - che gestisce il servizio idrico di distribuzione in città- al proprio personale addetto al servizio altro personale qualificato, di provata esperienza e che conosce bene la specificità e le criticità della rete idrica. Come valuta questa raccomandazione?
«Io condivido il documento generale del Consiglio comunale che è in linea con il progetto dell’Amministrazione che cerca di utilizzare l’acqua potabile puntando sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Però quando parliamo di personale, penso che siano cose tecniche. A chi assume Caltaqua non mi importa. Noi dobbiamo chiedere la qualità dei servizi e chiedere a Caltaqua che deve sapere distribuire acqua. Non so se c’è un problema di specializzazione sull’acqua. No credo che si tratta di energia nucleare. Non credo che aprire le valvole sia una cosa così difficile».
– Quanto riferito alla stampa lo ha comunicato anche ai partner della sua coalizione?
«Io sono single, non amo i Dico e che semmai la notizia dovrei comunicarla ai partner dell'intelligenza».

I comunisti plaudono all’iniziativa del sindaco

Il Partito dei Comunisti Italiani di Gela accoglie con soddisfazione l’accordo storico raggiunto dal Sindaco di Gela Rosario Crocetta, per l’utilizzo delle acque del Ragoleto ad usi civili, al posto dell’acqua dissalata che non risulta essere di buona qualità.
Viene altresì apprezzato l’operato del Sindaco nell’affrontare l’emergenza idrica attuale, con l’accordo raggiunto insieme allo stabilimento della Raffineria di Gela, in cui verranno messi a disposizione nell’immediato 70 l/s di acqua, che oltre ad aumentare la dotazione idrica da 230 l/s a 300 l/s, ne migliora le caratteristiche qualitative.
Il Pci inoltre ritiene opportuno che nel nuovo riassetto della rete idrica prevista dall’accordo, si dovrà tener conto di un potenziamento della stessa, che permetta il riutilizzo delle acque reflue, per usi diversi da quelli domestici, quali irrigazione del verde pubblico e privato, ecc, al fine di evitare ulteriore sottrazione di acqua potabile destinata ai cittadini gelesi. Anna Bunetto - segretario Pci - Gela


Autore : Nello Lombardo

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leggendo soli poche righe, mi viene da pensare,al sangue e alla tragedia, che e fuoriuscita, a cospetto di c'iò, e quindi che scorga acqua pura, e non veleno, dal tuo ruscello, purchè i tuoi solchi siano fertili, al tuo cospetto.nessuno e mai morto per le cose sagge, vive in eterno, nel ricordo dei giusti. queste non sono parole copiate dal sacro,ma da un giovane,di gela niente piu'. (acqua per gela)

Autore: max selvaggio
data: 16/07/2007
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