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Corriere di Gela | Il Corriere nel suo 25°
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notizia del 10/01/2009 messa in rete alle 18:21:19
Il Corriere nel suo 25°

Un quarto di secolo per raccontare settimana dopo settimana gli eventi che hanno caratterizzato la storia di questa città è già esso stesso un evento tra gli eventi e il fatto di esserci ancora costituisce per tutti noi che ci abbiamo creduto un motivo di orgoglio. Non sono mancate le difficoltà e non mancano tuttora, ma siamo riusciti, come si dice, a tirare la carretta, sapendo che ogni sforzo profuso ci avrebbe dato soddisfazioni, morali più che materiali.
Molte sono state le battaglie che ci hanno visto e ci vedono tuttora alleati con chi spende la propria ragion d’essere per l’interesse collettivo, di una città poco amata dai suoi stessi cittadini, spesso emuli di una governance locale che cerca e tutela vantaggi personali, come la cura della propria immagine per carrierismo politico, i favori clientelari e parentali, quando non peggio l’arricchimento illecito.
Nel primo quinquennio di vita sposammo due battaglie importanti: quella contro l’insediamento di una megacentrale a carbone e l’altra per l’istituzione del tribunale. Ci andò bene in entrambe le occasioni. Abbiamo sempre creduto nell’unica vera e concreta opportunità di sviluppo per il territorio, che è stata e rimane tuttora l’istituzione della Provincia di Gela. E qui, purtroppo, non ci hanno creduto nemmeno i gelesi, con in testa i politicanti di turno, che dai pulpiti elettorali hanno puntualmente promesso il massimo impegno, ma che di fatto non hanno mai mosso un dito. Battaglia persa, nonostante l’impegno del buon Franzone e dei suoi quattro amici che tengono ancora in piedi il Progetto Provincia.

Di volta in volta abbiamo versato fiumi d’inchiostro per il nuovo stadio e per la riapertura del teatro comunale, ma anche qui ci siamo trovati a sbattere contro un muro di gomma. Altra battaglia persa è stata quella dell’ammodernamento del lungomare, convinti che una città di mare può trovare da questa risorsa linfa per la sua asfittica economia. Sul fronte della cultura, poi, zero assoluto. Talchè, il competente settore comunale in sede di previsione di bilancio ogni anno puntualmente risulta quello più penalizzato. E qui prendiamo a prestito una considerazione di Silvana Grasso pubblicata lunedì scorso nella sua rubrica settimanale su La Sicilia, “La Gorgone”.
“Città come Gela – ha scritto la Grasso – fossero popolate da suore orsoline, o da vestali dell’Ara Pacis, ignare di stiddari, sarebbero ugualmente ultime in classifica, perchè nulla mai si è fatto contro la Mafia dell’ignoranza, del degrado, dell’indigenza, della disoccupazione”. Gela, dove il mare “è supplente dell’acqua che non c’è e, se c’è, è inutilizzabile per qualsiasi uso che non sia lo sciacquone del cesso”.


Autore : Rocco Cerro

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