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notizia del 17/08/2005 messa in rete alle 18:12:19
A Manfria é guerra tra poveri
Il Comitato spontaneo di Manfria, Roccazzelle e Piano Marina e il Comitato spontaneo “Torre di Manfria”, da alcune settimane si stanno facendo la guerra attraverso comunicati stampa, e stampando essi stessi, ciascuno per conto proprio, un bollettino di quartiere. La situazione, vista dal di fuori, può apparire addirittura tragicomica, ma forse è solo tragica. E’ inconcepibile infatti come anche in una zona, tutto sommato molto limitata, sebbene importante, come Manfria, Roccazzelle e Piano Marina, che di tutto necessita – in termini di servizi – si vengano a creare dei dualismi e delle polemiche, e peggio ancora delle competizioni che non stanno né in cielo né in terra. Ciascuno rivendica delle priorità, ma su che cosa? Ancora una volta gli interessi comuni di una collettività, vengono schiacciati dagli interessi personali e dalla cultura tutta italiana, e ancor più “siciliana” (una volta tanto facciamo autocritica) di curare il proprio orticello…hortus conclusus .
Ora, se la mia posizione – sono stato anch’io tirato in ballo – è equidistante rispetto ai due comitati (il fatto che abbia prestato collaborazione al giornalino “La voce di Manfria” non significa uno schierarsi), è pur vero che fra i due presidenti di comitato, Carmelo Tandurella e Vincenzo Catania, quest’ultimo è quello che usa la clava più che il dialogo.
Catania infatti attacca tutto e tutti, compresa la Casa Francescana; realtà che in 10 anni non ha mai conosciuto, perché non avvezzo alla frequentazione di chiese; salvo poi reclamare per Manfria una “chiesa vera”, disconoscendo che la Casa Francescana è un luogo di culto ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, in quanto è stato eretta ad Oratorio pubblico dal Vescovo, e lì si celebrano regolarmente funzioni religiose tutto l’anno, sotto la guida di un parroco (don Alessandro Crapanzano), di un cappellano (don Giuseppe Fausciana), e dell’assistente spirituale del gruppo francescano (don Franco Cavallo).
L’attacco di Catania alla Casa S. Antonio risulta quindi essere strumentale e del tutto fuori luogo. Egli dovrebbe piuttosto comprendere che servire la comunità, significa operare con spirito di sacrificio, mettendo anche del proprio se necessario. Significa lavorare in silenzio e non urlare. Se poi la sua vocazione è la polemica, che lasci almeno fuori la chiesa, e abbia rispetto per le tante persone che in spirito di puro volontariato da 10 anni operano a prezzo di enormi sacrifici per l’intera comunità di Manfria; quindi per quella stessa comunità che egli dice di rappresentare.
Fatta questa sottolineatura, e ripromettendomi di non replicare più ad alcuna provocazione, in quanto è giusto spendere il tempo che il buon Dio ci dà in maniera più fruttuosa, mi auguro comunque, sinceramente, che i due comitati smettano di litigare e si aprano ad un proficuo confronto. E in questo l’Oratorio, se gli verrà dato modo, anche attraverso la presenza del parroco o del cappellano, farà certo la sua parte affinché le due fazioni trovino modo di dialogare, per il bene e la pace di tutti.
Autore : Gianni Virgadaula
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