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Corriere di Gela | Vertenza Sicilsaldo, nubi sull’occupazione
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notizia del 21/11/2008 messa in rete alle 18:07:59
Vertenza Sicilsaldo, nubi sull’occupazione

Quando si cita un'azienda del calibro della Sicilsaldo di Gela non ci si può limitare ad un'ordinaria descrizione, realizzabile per qualsiasi entità economica, di piccole o medie dimensioni, ma devono essere utilizzati parametri particolareggiati, trattandosi di una delle più rilevanti realtà economiche dell'intero territorio provinciale, e non solo. L'azienda fin dalla sua costituzione, nel 1994, ha, realizzato di anno in anno risultati sempre maggiori, conseguendo nel 2006 (dati di previsione) un guadagno complessivo di ventisei milioni di euro, ottenere importantissime commesse da veri giganti del settore energetico: Snam Rete gas (gruppo Eni), Agip, Transitgas, solo per citarne alcuni.
Il complesso di attività svolte le ha consentito di ritagliarsi uno spazio, certamente non marginale, nel settore dell'impiantistica industriale, del montaggio meccanico, nonché della realizzazione di pipeline per il trasporto di materiali liquidi e gassosi.
Ma la repentina avanzata della crisi globale dei mercati, generatrice di un vero tracollo anche nel settore energetico, e più in generale delle materie prime (soprattutto petrolio e gas), sembra aver interessato anche l'azienda gelese guidata da Angelo Brunetti, inducendola all'effettuazione di quindici licenziamenti, destinati esclusivamente ai lavoratori del settore della carpenteria metallica. La notizia ha colto di sorpresa non solo i dipendenti, in totale 373, ma anche gli stessi sindacati, quest'ultimi, peraltro, scarsamente impegnati all'interno di una realtà, fino ad oggi, non interessata da alcuna vertenza.
Tre dei dipendenti della Sicilsaldo, destinatari della decisione, hanno già subito il licenziamento, altri sette hanno ricevuto il preavviso, stabilito dalla normativa in materia, i restanti cinque, a seguito dell'anzianità di servizio maturata, attendono la comunicazione; in generale l'intera procedura dovrebbe concludersi intorno al mese di gennaio.
La parte datoriale giustifica la decisione assunta riferendosi, non solo a questioni legate alla fase di crisi economica generale, ma anche all'assenza di commesse sufficienti, soprattutto nel settore della costruzione di metanodotti, alla garanzia della piena utilizzabilità dei dipendenti in esubero. I responsabili delle sigle sindacali rappresentate all'interno della Sicilsaldo, Orazio Gauci per la Fiom-Cgil, Angelo Balistrieri per la Fim-Cisl, Tilaro per lUgl- metalmeccanici, intervenuti a sostegno dei lavoratori hanno, da subito, attuato forme di protesta “tradizionali” (causa di alcune incomprensioni con i vertici aziendali, che dopo alcuni momenti di tensione, sono state superate), mediante picchettaggi innanzi la sede aziendale, cercando di coinvolgere anche i dipendenti non interessati dai licenziamenti, i quali, al fine di mostrare la loro solidarietà nei confronti dei compagni, si sono astenuti dall'attività lavorativa per alcune ore nel corso della scorsa settimana. Alla fase classica di mobilitazione è seguito l'avvio di incontri tra i rappresentanti aziendali e quelli sindacali (con riunioni presso l'ufficio del lavoro, la Prefettura e la sede della Sicilsaldo), che non hanno prodotto particolari risultati, visto che entrambe le parti sono rimaste ferme sulle posizioni di partenza: con i rappresentanti dei lavoratori propensi all'adozione di soluzioni diverse dalla mobilità, come la cassa integrazione (ipotesi esclusa dall'azienda per mancanza dei requisiti di legge necessari), e la parte datoriale convinta che i quindici licenziamenti possano evitare una crisi maggiore con conseguenze assolutamente imprevedibili.
Lo stallo è evidente: quasi sicuramente tutti i licenziamenti verranno confermati, producendo un'ennesima emergenza occupazionale, in una città da anni afflitta da simili problematiche, con una presenza totale di almeno 24.000 disoccupati, in un contesto, peraltro, dominato dal lavoro nero (nel Mezzogiorno la percentuale si attesta al 50,3%).
Le difficoltà della Sicilsaldo purtroppo si aggiungono a quelle di altre realtà importanti del territorio nisseno (le vertenze presso il Petrolchimico, l'incertezza occupazionale dei lavoratori Zappalà) e di quello regionale (la Fiat di Termini Imerese, la recente chiusura della storica Metalmeccanica Meridionale). Il futuro non appare così roseo; le soluzioni riparatrici si allontanano sempre più


Autore : Rosario Cauchi

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