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notizia del 26/06/2010 messa in rete alle 17:51:07
Stalking e abusi sotto osservazione
Il codice penale italiano, contenitore di novità, ma spesso colmo di testimonianze di ere fortunatamente transitate nell'oblio, si è arricchito di una nuova fattispecie, riassunta dall'articolo 612 bis, introdotto dalle legge n. 38 dello scorso Aprile, titolato “atti persecutori”. Proprio la persecuzione nei confronti di un altro individuo, oramai assurta nella dimensione mediatica con la definizione di “stalking”, sta a fondamento di una disciplina ben conosciuta negli ordinamenti anglosassoni, da dove è stata mutuata. La norma, infatti, sanziona comportamenti di minacce e molestie che cagionino alla vittima “un perdurante e grave stato di ansia o di paura”: insomma, le vessazioni, non necessariamente fisiche, devono incidere sulla quotidianità di chi le patisce.
Una simile disciplina, nell'attuale contesto storico, si presta, dunque, ad un'applicazione assai estesa, che può anche giungere all'eventuale persecuzione posta in essere attraverso sistemi informatici, dalle chat ai social network.
Il legislatore ha voluto agire entro una sfera, quella dei rapporti interpersonali “a rischio”, priva di una vera e propria regolamentazione.
La causa essenziale?
La risposta potrebbe ben rintracciarsi nell'evoluzione di metodologie comportamentali, troppo spesso volte all'analisi dell'altro alla stregua di una sorta di proprietà privata, da possedere in maniera esclusiva.
La preda, come sanno i cacciatori, non si molla per nessuna ragione:donna o uomo che sia, va seguita, pedinata, ossessionata, al punto da renderle impraticabile l'affrontare, secondo canoni ordinari, la quotidianità che la circonda.
La nuova disciplina penale, dunque, cerca di prevenire l'estrema conseguenza: la tragica fine della preda.
Una fattispecie che si lega inestricabilmente ad un presunto possesso, dell'altro o dell'altra, sempre più sentito in quest'epoca che, perlomeno su di un piano formale, dovrebbe caratterizzarsi per l'assoluta liquidità, anche dei rapporti di coppia.
Un intervento, quello posto in essere dal legislatore nazionale, utile ma purtroppo ancora non sufficiente ad arginare una marea, veramente difficile da arginare con efficaci barriere, come, del resto, dimostrano le drammatiche percentuali generate dagli omicidi a sfondo passionale.
Autore : Rosario Cauchi
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