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notizia del 03/11/2012 messa in rete alle 17:49:47
Il Consiglio vuole tagli alle spese prima di aumentare Imu e Tarsu
Due sedute consiliari per non concludere nulla. Nella seconda (31 ottobre) in cui si sarebbe dovuto approvare il regolamento per l’applicazione dell’Imu, salta il numero legale mentre è in corso l’approvazione del primo articolo, vanificando quanto a gran fatica era stato ottenuto nella prima seduta del 29 ottobre, con l’approva-zione della proposta dell’amministrazione dell’innalzamento dell’aliquota Imu al 9 per mille per la seconda casa.
Nella seconda seduta del 31 risultavano presenti i seguenti 14 consiglieri: Giudice, Cirignotta, Gulizzi, Fava, Di Stefano, Cauchi, Fabrizio Cafà, Manfrè, Mendola, Pellitteri, Collura, Napolitano, Siragusa, Verdone.
Ed ora che succederà? Gli atti all’ordine del giorno dovevano essere approvati entro il 31 ottobre. Si tratta di termine perentorio o non tutto è perduto? Domande che si accavallano. Polemiche che si trascinano fin fuori al Palazzo bianco dopo lo scioglimento della seduta. Il sindaco sembra prendersela col presidente Fava visibilmente adirato. «Perché – sembra che gli abbia detto – non hai telefonato ai consiglieri assenti?». Fava dice che lo aveva fatto pur non essendo obbligato. Era riuscito a contattare due soli consiglieri, la Cassarà e e Arancio che in quel momento era impegnato in televisione. Giovanna Cassarà in precedenza aveva dichiarato che avrebbe votato contro l’innalzamento dell’aliquota Imu.
Siragusa, Morselli, Di Dio sembrano condividere l’idea che ci sono ancora i margini per arrivare ad un equilibrio di bilancio. Con un po’ di buona volontà da parte di tutti ogni cosa è fattibile. Ma perché si è “osato” tanto pur nella consapevolezza che il Comune rischia il default e quindi lo scioglimento anticipato?
Sentiamo persino affermazioni secondo cui quello che succede sia «la giusta punizione che il sindaco si merita per avere sostenuto Miguel Donegani e non Arancio come aveva raccomandato Crocetta». Ma non si può dar credito a simili affermazioni. Mettendo da parte indiscrezioni e dicerie furbesche che non hanno nulla a che vedere con la politica vera, vediamo cosa è successo nelle due sedute del 29 e del 31 ottobre.
La doccia fredda, sulla testa del sindaco Fasulo, ma di fatto sulla città, arriva con i nuovi tagli operati da Regione e governo nazionale a fine agosto. Il sindaco è intervenuto immediatamente rimescolando le carte, operando tagli qua e là al bilancio. La giunta ha previsto l’aumento di alcune tasse, come l’Imu e la Tarsu.
Abbiamo chiesto al sindaco cosa sarebbe derivato al Comune a causa della mancata approvazione dell’atto. «Sicuramente ne sarebbe derivato un dissesto finanziario – ci ha detto Fasulo – perché nel bilancio presentato il 22 agosto erano già state reperite le somme dell’Imu, così come votato oggi. Il dissesto avrebbe avuto delle conseguenze tremende, perché porta l’innalzamento al massimo dei tributi, cinque anni di riduzione del 25% di tutti i trasferimenti e una serie di sanzioni accessorie che vanno dal blocco dei trasferimenti e degli investimenti. Con l’approvazio-ne della Tarsu e con tutti i tagli che abbiamo in programma si potrà arrivare all’equilibrio di bilancio”.
Per un’intera giornata telefonate incrociate tra sindaco, consiglieri, presidente Fava, perché tutti ci si convincesse di approvare l’innalza-mento dell’aliquota Imu per le seconde case portandola al 9 per mille, ossia due punti in più del minimo stabilito dal decreto Monti. Comunque si giunge in aula con un po’ di mugugno tra le fila del Pd. C’è aria di dare battaglia non approvando la proposta di Fasulo. Alcuni consiglieri non ne vogliono sapere di aumentare l’Imu, ma alla fine si convincono e la proposta dell’amministrazione viene approvata a maggioranza. I favorevoli sono dodici (Pd, Mpa, Api, socialisti e Cauchi di Pensiero libero).
Il sindaco era intervenuto i raccomandando ai consiglieri di essere seri votando favorevolmente. Votando contro sarebbe stato da irresponsabili criminali. Quindi tutto ok nella seduta di lunedì 29 ottobre.
Per dovere di cronaca va detto che erano state indicate altre strade per reperire fondi, ovviando così all’innalzamento dell’Imu. Tonino Ventura, Siragusa, Morselli, Di Dio, Vella, Cafà e Biundo avevano chiesto licenziare il direttore generale (140 mila euro annui lordi – ha precisato Di Dio) e ridurre gli stipendi dei dirigenti. Peppe Di Dio si era spinto oltre chiedendo al sindaco di tagliare del trenta per cento il suo stipendio, per ridurre così a cascata quelli degli altri amministratori e consulenti vari. Qualcuno ha anche proposto la disdetta dell’affitto del convitto Pignatelli, per il cui affitto ormai inutile il Comune paga 200 mila euro alla chiesa, che non è neanche il proprietario.
«Ho chiesto l’autodeterminazione dello stipendio del sindaco – ci ha dichiarato Di Dio –. La mia proposta non è strumentale perché colpisce noi. Cominciamo a rivedere tutte le richieste che sono ferme e che riguardano il suolo pubblico. Incominciamo a risparmiare i soldi del mercato, utilizziamo il patrimonio comunale. Quindi se il sindaco si autoriducesse lo stipendio, automaticamente si riducono quelli degli amministratori che sono parametrati al suo».
Potrebbe essere questa una via che potrebbe salvare capre e cavoli? Ne sapremo di più alla prossima seduta che dovrebbe coincidere col 2 novembre alle 10,30. Diciamo dovrebbe in quanto sulla data di convocazione non c’è stato accordo e quindi il 2 novembre è solo un fatto tecnico.
Autore : Nello Lombardo
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