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notizia del 06/11/2011 messa in rete alle 17:37:26
Politicamente scorretto: rieccomi, quattro anni dopo
Stimolato – per non dire spinto – da numerosi lettori ed amici che si divertivano ai commenti sui fatti cittadini svolti con un po’ di ironia, riprendo, a distanza di quasi cinque anni, il mio spazio settimanale sul Corriere di Gela, grazie anche allo spirito di sopportazione del Direttore nei miei confronti.
Avevo smesso di scrivere nel marzo 2007, contestualmente alla balzana idea di concorrere alla carica di Sindaco della città: è stato un gesto di correttezza, perché non volevo essere accusato di usare in modo improprio (ovvero per fini personali) il mio spazio giornalistico.
E’ andata come sappiamo. Pensavo di raccogliere almeno un migliaio di voti di opinione, voti di gente libera: ne ho raccolti solo 246, rendendomi conto (ma lo sapevo anche prima) che Gela non è in Norvegia o in Danimarca, e che il voto “libero” da queste parti è ancora di là da venire.
A distanza di cinque anni la Gela di cui mi trovo a scrivere non è molto cambiata. C’è stato il “ciclone” Crocetta, rieletto sindaco con il 65% dei voti e poi volato al Parlamento europeo sulle ali dell’antimafia. E poi c’è stata una nuova consultazione elettorale, col nuovo sindaco Fasulo, che finora è stato impegnato solo a gestire l’emergenza, ed un nuovo consiglio comunale, molto impegnato finora a disquisire in modo bizantino e con furbi giochini di tanti consiglieri.
Il Teatro comunale è ancora chiuso (e non si capisce il motivo), ma in compenso è stata realizzata la bruttissima Piazza Sant’Agostino, un vero pugno nell’occhio a cura dell’archistar Collovà. Del progetto e dei fondi del Porto Rifugio non si sa ancora nulla, il progetto dell’aeroporto è miseramente fallito, la strada statale 115, sia ad est che ad ovest di Gela è sempre pericolosa e non ancora in sicurezza, l’agricoltura è ferma più di allora (e diecine di serre sono in vendita), le due banche locali sono state fagogitate da invasori stranieri, il commercio boccheggia così come l’artigianato, i servizi pubblici sono spesso insufficienti, la sanità è inadeguata al territorio.
Inoltre, due novità, di cui parleremo nelle prossime settimane. Una riguarda la Raffineria, che sta tranquillamente espellendo i lavoratori gelesi dall’indotto senza alcuna reazione di sdegno da parte della politica. L’altra riguarda le finanze comunali, lasciate disastrate dalla precedente amministrazione, con fornitori che vengono pagati a uno o due anni di distanza e lavoratori di cooperative concessionarie di servizi comunali che non ricevono lo stipendio da mesi.
Dunque in questi cinque anni non è cambiato quasi nulla, e questa è un’amara constatazione. Ma è anche uno stimolo in più per riprendere a riflettere e sperare che questa città, una buona volta, si svegli dal suo torpore.
E per dirla con Santoro, questa è solo l’anteprima.
Autore : Giulio Cordaro
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