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notizia del 06/10/2012 messa in rete alle 17:36:16
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Un patrimonio storico da ricostruire
E’ stato affidato al prof. Nuccio Mulè (nella foto), presidente dell’Archeoclub di Gela, il difficile compito di ricostruzione dell’archivio storico comunale, danneggiato dalle fiamme a causa di un raid vandalico avvenuto lo scorso 5 settembre. Numerosi carteggi e preziosi documenti sono andati perduti. Un gesto da condannare, che cancella parte della storia millenaria della città.
Appassionato e infaticabile cultore delle antiche memorie, Mulè in passato ha contribuito al reperimento e alla raccolta di documenti dell’archivio cittadino, quasi un migliaio di faldoni tra i quali era possibile trovare dossier, manifesti e giornali d’epoca. Da tempo, si prodiga alla sensibilizzazione sul problema della salvaguardia dei beni monumentali ed artistici del nostro territorio, realizzando un censimento e uno studio relativo al loro stato di conservazione.
– Professore, dopo l’atto vandalico all’archivio di Gela, il lavoro che lei dovrà portare avanti sarà sicuramente difficile. Come pensa di intervenire e da chi sarà coadiuvato?
«L’atto vandalico è accaduto perché chi di competenza, nonostante le denunce e le raccomandazioni, ha volutamente ignorato che nell’ex complesso Iannizzotto tutto era abbandonato, senza custodia, e vi si poteva entrare a piacimento. Il lavoro da svolgere è molto complesso. E’ necessario prendere in considerazione diverse situazioni, non solo il censimento dei carteggi, che verrà effettuato alla fine, ma anche il loro recupero, il luogo del deposito, i mezzi e, non ultimo, il personale addetto che fino ad oggi non esiste».
L’archivio storico di una città è un patrimonio culturale di rilevante valore. Come definisce chi ha causato la distruzione di gran parte del prezioso carteggio?
«L’archivio comunale, importante componente della struttura amministrativa locale, è costituito da una raccolta d’atti e registri, prodotta negli anni dall’amministrazione comunale, relativa all’attività svolta per il raggiungimento dei propri fini istituzionali e successivamente conservata per scopi amministrativi o giuridici o come fonte documentaria per gli studi storici. L’archivio storico di un Comune è una testimonianza preziosa della vita di una comunità, dove gli atti trovano una definitiva sistemazione e rimangono a perpetuare nel tempo memorie della passata attività dell’amministrazione comunale. Gli amministratori e i dirigenti del nostro Comune, da più di mezzo secolo, non si sono mai occupati seriamente dell’archivio storico, tant’è che lo stesso ha subito nel tempo danneggiamenti, sottrazioni e quant’altro. Ciò che è accaduto trova in questi personaggi l’origine delle colpe. L’archivio storico certamente è un patrimonio culturale di inestimabile valore, attraverso esso si riescono a recuperare fatti, avvenimenti, personaggi della storia recente e passata della città che diversamente si perderebbero nel vortice del nulla. Dare una definizione di chi indirettamente provoca tali danni? Ignorante! Per non voler dire altro».
– La nostra è una terra ricca di storia, una terra che vuole continuare nel suo cammino di cultura e civiltà. Come si possono impedire azioni del genere che cercano di distruggere quanto di positivo si sta facendo nella nostra città?
«La nostra certamente è una terra ricca di storia che però, “grazie“ ai suoi amministratori di ieri e di oggi (compresi i politici a tutti i livelli), ha fatto fermare da tempo il suo processo di crescita culturale e di evoluzione civile. E, purtroppo, in questa situazione, l’adoperarsi di quanti vogliono invertire tale processo involutivo ha poco spazio e dura poco e niente. Dei risultati, non solo scadenti, non se ne accorge nessuno o quasi».
– La ricerca del passato non è un’inutile perdita di tempo ma serve a capire chi eravamo, chi siamo e chi saremo. Quali consigli vuole dare ai giovani di oggi?
«Direi ai giovani, ammessa per loro un’audizione di uno più grande d’età, di imparare, specialmente a scuola, a leggere la storia e impegnarsi a capirne il senso, in modo da ritrovare il nostro passato e usarlo come fonte di esperienza per vivere il quotidiano che, nel suo diuturno divenire, è già futuro».
Autore : Alice Palumbo
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