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notizia del 09/05/2010 messa in rete alle 17:15:14
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Accordo agricoltori-Lipu per l’ambiente
Chi ha speso mesi per far sì che l'obiettivo potesse essere raggiunto, parla di “un accordo storico, assolutamente senza precedenti in questo territorio”. Sì, perché per parecchi anni, per non dire decenni, gli agricoltori e gli imprenditori del settore, titolari di vaste proprietà all'interno del territorio della Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela, hanno visto con diffidenza i limiti loro imposti dall'ubicazione dei terreni entro un'area tutelata, vero fulcro di un'essenziale biodiversità.
L'accordo, sancito da un cospicuo protocollo d'intesa firmato dall'ente gestore della Riserva, la Lipu di Gela, rappresentata da Emilio Giudice, insieme ad un ampio gruppo di agricoltori, tutti convinti che la terra, e la sua coltivazione, debba necessariamente connettersi alla tutela ambientale, è, dunque, realtà.
Alessandra La Torre, promotrice dell'intera fase preparatoria, nel corso della conferenza stampa di presentazione, organizzata proprio nei pressi del lago Biviere, tiene a precisare che “l'accordo è stato raggiunto superando ogni forma d'intermediazione sindacale, solo chiamate ed incontri personali con gli agricoltori interessati, questa è stata la metodologia d'azione più adatta, una vera e propria intesa raggiunta dal basso”.
Da oggi, agricoltori ed ente gestore della Riserva Orientata, verranno accomunati da un comune marchio, finalizzato alla valorizzazione delle produzioni generate dai campi e dalle aziende agricole ricomprese nell'area, e non solo.
Uno dei proprietari intervenuti, decisamente soddisfatto dall'intesa, cita “la dignità del suo lavoro, legata anche alla tutela della terra e dell'ambiente circostante, da estendere anche all'esterno”.
Il marchio comune, stando al protocollo appena redatto, dovrebbe porsi quale fondamentale viatico alla nascita di un Consorzio che non solo operi allo scopo del necessario guadagno economico, ma ponga alle fondamenta valori imprescindibili: il rispetto della biodiversità, la tutela di una dignità, umana e valoriale, da trasmettere alle modalità di produzione e lavoro. “Speriamo che mettendoci insieme si possa avere una maggiore visibilità, fino ad oggi siamo solo stati sfruttati dai veri padroni, i politici”, questo lo sfogo di un altro operatore della terra seduto tra gli altri colleghi.
Pietro Lorefice, della locale Legambiente, a sua volta, ritiene l'intesa decisiva, “anche allo scopo di far capire, non solo agli agricoltori, che quando sentono parlare di Sic e Zps, solo per fare un esempio, non devono pensare a vincoli al loro sviluppo economico, ma, al contrario, a vere tutele di un territorio che consentirà loro di evolversi, e creare, magari, un vero sviluppo, differente dalla disillusione industriale”.
“Qua, la vera mancanza è l'informazione, io lavoro dalla mattina alla sera, ho bisogno di qualcuno che mi spieghi, correttamente, le normative e i limiti, se non mi informano io cosa posso saperne di come potermi comportare anche nel mio lavoro, e quindi l'unione ci può far migliorare anche da questo punto di vista”, un pensiero, quello di un altro agricoltore intervenuto, condiviso anche da altri partecipanti.
“E' chiaro che il marchio comune, e il futuro Consorzio, non potranno avere effetti immediati, neanche per il nostro problema essenziale, quello dei crediti e debiti bancari, però potrà migliorare la nostra coscienza, ci siamo anche noi, insomma, si tratta di far prevalere una nuovo filosofia di vita”, ne sono certi due imprenditori dell'area, Vacirca e Maggio.
Gli interventi e le confessioni di questi lavoratori, sembrano voler testimoniare la possibilità di agire anche in assenza di supporti e tutele esterne.
Autore : Rosario Cauchi
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