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Corriere di Gela | Ferracane: «Gela, Comune capofila: orgogliosi di esserlo»
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notizia del 17/04/2011 messa in rete alle 17:09:36

Ferracane: «Gela, Comune capofila: orgogliosi di esserlo»

Durante le due giornate dedicate alla conclusione di Urban n.o.s.e, Fortunato Ferracane (nella foto) coordinatore locale del progetto, ha assunto la veste del “padrone di casa” nella qualità di assessore ai servizi sociali e vicesindaco del Comune di Gela. Con lui, proviamo a fare un bilancio dell’evento finale di Urban n.o.s.e. per capire le prospettive che un evento di questo genere può dare allo sviluppo della città.

– Assessore, come sono andate queste due giornate dedicate ad Urban n.o.s.e.?

«Sono state molto faticose, ma in compenso ci hanno dato la possibilità di confrontarci con realtà tanto diverse dalla nostra. Più che la mia opinione, che potrebbe sembrare di parte, vorrei riportare quella del capo del segretariato sociale europeo, Jean-Loup Drubigny, il quale ci ha ringraziato per come abbiamo organizzato l’evento finale, per l’accoglienza che abbiamo saputo offrire agli ospiti, ma soprattutto ha valutato positivamente la gestione del progetto. Quest’ultimo aspetto ci inorgoglisce ma soprattutto ci rassicura, considerato che la responsabilità finanziaria del progetto è del Comune di Gela in quanto Comune capofila».

– Alla fine, l’impegno profuso in questi mesi per organizzare l’evento ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati?

«Certamente. Basta guardare le e-mail che ho ricevuto in questi giorni da parte dei rappresentanti dei Comuni europei che hanno partecipato all’incontro, piene di ringraziamenti a noi e alla città. Per questo vorrei ringraziare i dipendenti dell’amministrazione comunale che hanno lavorato alla preparazione dell’incontro senza risparmiarsi. Linda Incorvaia, Rocco Incardona, Enzo Grifasi hanno operato in stretto contatto con il gruppo di coordinamento formato dal tutor del progetto Sergio Campanella, dal coordinatore del progetto Massimo Finocchiaro Castro e dalla responsabile della comunicazione del progetto Angela Rinaldi».

– Eppure c’è stato il rischio che il progetto Urban n.o.s.e. andasse perduto…

«Effettivamente questo rischio è stato molto reale. Il primo incontro si era svolto da noi nel marzo del 2009; successivamente il progetto è rimasto in stand-by. Quando, nel settembre scorso, sono andato a Grenoble dove si svolgeva uno dei meeting, ero assessore da poco più di un mese. Ho subito realizzato che eravamo fuori dal progetto. Abbiamo avuto la caparbietà di recuperare grazie anche alla fiducia che abbiamo chiesto e che ci è stata concessa dai partner i quali, evidentemente, hanno constatato un modo diverso di operare: abbiamo infatti riorganizzato il gruppo di coordinamento, manifestando la nostra intenzione di mutare l’indirizzo dei nostri servizi sociali e abbandonando la logica assistenzialistica. All’inizio erano un po’ scettici, ma adesso cominciano a credere alla nostra voglia di voltare pagina».

– Significa che anche nel nostro territorio avremo una vera economia sociale?

«Stiamo cercando di costruire un sistema dove gli enti che offrono i servizi per conto del Comune siano delle vere imprese sociali. Il primo passo lo stiamo realizzando attraverso il sistema dell’accreditamento, a cui abbiamo sottoposto le imprese che svolgono i servizi di assistenza domiciliare agli anziani e ai bisognosi. Certamente dobbiamo andare oltre, prima di tutto ampliando il campo di attività delle imprese sociali fino ad ora legate quasi esclusivamente ai servizi alle persone. Ci sono settori che dobbiamo assolutamente promuovere, ad esempio quello del recupero e riciclaggio dei rifiuti. Più in generale, voglio dire che è necessario creare una mentalità imprenditoriale nell’economia del no profit».

– Per fare ciò, sarebbe molto importante creare il sistema dell’incubatore d’impresa sociale?

«L’esperienza di Urban n.o.s.e. nasce per questo, adesso è il momento di creare materialmente l’incubatore. Molto presto individueremo un luogo fisico che diventerà il punto di riferimento per le imprese sociali già esistenti nel nostro territorio, ma soprattutto per quanti, soprattutto giovani, vogliano iniziare delle attività economiche nell’ambito dell’economia sociale. Per questo coinvolgeremo la nostra a.s.i. (area di sviluppo industriale), che nel progetto Urban n.o.s.e. ha un ruolo fondamentale, per avere un sostegno logistico».

– Dopo questa esperienza, quanto ritiene importante le collaborazioni internazionali nei progetti europei?

«Ho sempre ritenuto, anche prima di trovarmi coinvolto in Urban n.o.s.e., che i progetti presentati in rete sono fondamentali. Anzitutto questa è la logica voluta dall’Europa. Inoltre, attraverso la collaborazione tra enti pubblici, soggetti del privato sociale, agenzie di formazione etc. si ha la possibilità di individuare con precisione i bisogni e trovare le soluzione agli stessi. A maggior ragione quando le collaborazioni sono di tipo internazionale».

– Qual è il futuro di Urban n.o.s.e.?

«Siamo riusciti a restare in questo progetto e in questa rete, adesso vogliamo consolidare i rapporti con i nostri partner. Il futuro è rappresentato dai LAP (local action plan). Stiamo lavorando al piano di azione locale, siamo già alla fase operativa, e presto andremo alla Regione per creare un programma quadro regionale che serve a realizzare il piano».


Autore : Emanuele Antonuzzo

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