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Corriere di Gela | Urban Nose, uno strumento di crescita
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notizia del 17/04/2011 messa in rete alle 17:07:12

Urban Nose, uno strumento di crescita

Si è svolto, venerdì 8 e sabato 9 aprile scorso, l’evento finale del progetto europeo Urban n.o.s.e. (network of social enterprises), di cui il Comune di Gela è capofila. Dopo l’intervento iniziale dell’assessore ai servizi sociali, Fortunato Ferracane, che ha anche portato agli ospiti intervenuti i saluti della città e del sindaco, hanno preso la parola il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, e l’on. Miguel Donegani. I lavori sono stati introdotti dal capo del segretariato sociale europeo Jean-Loup Drubigny. Durante la sessione di venerdì mattina sono intervenuti i rappresentanti delle città europee partner del progetto, presenti all’incontro.

Tutti hanno comunicato la propria esperienza, rappresentando la situazione dei servizi e dell’economia sociale nelle loro realtà. La mattinata è stata chiusa dagli interventi del coordinatore del progetto, Massimo Finocchiaro Castro, e da Luciano Vullo che di Urban n.o.s.e. è stato il coordinatore locale. Nel pomeriggio di venerdì, i lavori si sono protratti con il concorso di idee, previsto in Urban n.o.s.e.; alcune imprese sociali tra cui due di Gela – l’associazione “Le Nuvole” (associata Arci) e la cooperativa sociale “Gelambiente” – hanno presentato progetti e idee innovative che successivamente sono stati valutati dalla rete di Urban n.o.s.e. Ha vinto la competizione un’impresa sociale di Brighoton & Hove (Inghilterra) che svolge un’attività innovativa consistente nel riciclaggio dell’olio di frittura creando da esso carburante per autovetture: un bell’esempio di risparmio energetico attraverso il riciclaggio di rifiuti. La seconda giornata è stata dedicata al confronto delle esperienze tra i partner e ad una riunione che le delegazioni hanno avuto con l’europarlamentare gelese Rosario Crocetta. Dopo l’incontro con l’impresa sociale “Gelambiente”, i partner di Urban n.o.s.e. hanno dedicato l’ultima fase della loro permanenza a Gela alla visita della città, recandosi alle mura di Capo Soprano e al lago Biviere. Alla fine, gli ospiti hanno espresso dei giudizi molto positivi non solo per le condizioni in cui hanno potuto svolgere i lavori dell’evento finale di Urban n.o.s.e., ma anche per la qualità di ciò che hanno conosciuto di Gela. Anche nei momenti ludici, infatti, sono emersi alcuni aspetti molto positivi della “gelesità”. Ne sono testimonianza in questo senso l’animazione offerta venerdì sera dal gruppo musicale giovanile di Macchitella e la cena organizzata sabato sera dalla scuola alberghiera dei salesiani.

Cos’è Urban n.o.s.e.?

Il progetto europeo Urbact II, continuazione di Urbact I creato nel 2002 per mettere in rete le città europee beneficiarie di programmi di carattere urbano, favorisce lo scambio tra città europee per diffondere le conoscenze acquisite in materia di sviluppo sostenibile. Gli obiettivi di Urbact sono: agevolare lo scambio di esperienze e conoscenze tra decisori politici; diffondere le esperienze e le pratiche sperimentate nelle città europee e accedere al know-how relativo al settore dello sviluppo urbano sostenibile; fornire assistenza ai decisori politici per definire i piani di azione attinenti allo sviluppo urbano sostenibile. Urban n.o.s.e. (network of social enterprises) nasce nell’ambito di Urbact per promuove una rete di incubatori per le imprese sociali. La sua idea-forza è far diventare le imprese sociali il motore dello sviluppo sostenibile, nonché lo strumento di coesione sociale e di superamento delle marginalità. Nel progetto Urban n.o.s.e. Gela è la città capofila di nove comuni di diverse nazioni europee: Agrinion e Koropl (Grecia), Alcobaça (Portogallo), Athienou (Cipro), Brighoton & Hove (Inghilterra), Grenoble (Francia), Pori (Finlandia), Xativa (Spagna). Obiettivo principale del progetto è quello di sviluppare la cultura dell’impresa e dell’economia sociale, attraverso lo scambio di conoscenze ed esperienze tra i partner. Urban n.o.s.e. costituisce uno strumento per attrarre risorse finanziarie previste nella programmazione 2007-2013, in quanto rientra nella filosofia di Urbact considerata prioritaria dall’Europa. Urban n.o.s.e., mettendo la persona al centro della sua azione, risponde al principio di sussidiarietà che appartiene alla matrice valoriale dell’Europa. Si tratta di un nuovo modo di intendere il ruolo e le responsabilità sociali di ogni attore locale, ridefinendo le relazioni tra amministrazioni pubbliche e società civile. Entrambi i soggetti sono chiamati a interpretare l’interesse generale e quindi a soddisfare i bisogni collettivi. Le attese più rilevanti riguardano la possibilità che l’azione pubblica venga accompagnata da investimenti privati per lo sviluppo di nuove iniziative.

Hanno detto

Jean-Loup Drubigny

(capo del segretariato sociale europeo) «Bisogna organizzare il cambiamento nelle città europee. Per favorire questo processo è importante la rete, attualmente trecento città sono in rete tra di loro. Per migliorare le politiche urbane il modo più opportuno è quello di sviluppare le politiche sociali. Urban n.o.s.e. serve proprio a questo, creare politiche sociali attraverso la rete che serve a scambiarsi conoscenze ed esperienze. Le decisioni non vanno prese negli uffici, ma coinvolgendo direttamente gli attori sociali. Non si possono realizzare politiche giovanili senza coinvolgere i giovani; politiche per le aziende senza coinvolgere le aziende; e cosi via. Inoltre, è necessario che le regioni europee più ricche si confrontino con le regioni più povere. Questo interscambio serve alle singole realtà territoriali per creare il loro piano di azione locale; e per dare risposte alla popolazione, soprattutto giovanile, nel campo dell’economia e del lavoro».

Massimo Finocchiaro Castro (coordinatore del progetto)

«Attualmente le nostre imprese sociali operano principalmente attraverso il finanziamento pubblico. Le banche sono alquanto scettiche sul finanziamento a progetti di tipo sociale. È auspicabile che siano le imprese profit a partecipare allo sviluppo di quelle che oggi chiamiamo imprese no profit. Bisogna, inoltre, che le aziende del terzo settore allarghino il loro campo d’intervento per offrire maggiori servizi al mercato sociale. La crescita delle imprese sociali è possibile solo se si riesce a fare un minimo di profitto, da investire per mantenere l’attività che si svolge. Ci auguriamo pure che crescano le donazioni alle imprese sociali da parte dei privati che intendono concedere denari propri per soddisfare bisogni collettivi. Per questo, è necessario che i progetti siano molto trasparenti. Un positivo contributo allo sviluppo delle imprese sociali può venire dalla logistica; l’Asi potrebbe mettere a disposizione delle aree dove inserire le imprese sociali che, operando a fianco delle altre imprese, potrebbero condividere con queste ultime i costi e le conoscenze imprenditoriali».

Durante le due giornate dedicate alla conclusione di Urban n.o.s.e, Fortunato Ferracane (nella foto) coordinatore locale del progetto, ha assunto la veste del “padrone di casa” nella qualità di assessore ai servizi sociali e vicesindaco del Comune di Gela. Con lui, proviamo a fare un bilancio dell’evento finale di Urban n.o.s.e. per capire le prospettive che un evento di questo genere può dare allo sviluppo della città.

– Assessore, come sono andate queste due giornate dedicate ad Urban n.o.s.e.?

«Sono state molto faticose, ma in compenso ci hanno dato la possibilità di confrontarci con realtà tanto diverse dalla nostra. Più che la mia opinione, che potrebbe sembrare di parte, vorrei riportare quella del capo del segretariato sociale europeo, Jean-Loup Drubigny, il quale ci ha ringraziato per come abbiamo organizzato l’evento finale, per l’accoglienza che abbiamo saputo offrire agli ospiti, ma soprattutto ha valutato positivamente la gestione del progetto. Quest’ultimo aspetto ci inorgoglisce ma soprattutto ci rassicura, considerato che la responsabilità finanziaria del progetto è del Comune di Gela in quanto Comune capofila».

– Alla fine, l’impegno profuso in questi mesi per organizzare l’evento ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati?

«Certamente. Basta guardare le e-mail che ho ricevuto in questi giorni da parte dei rappresentanti dei Comuni europei che hanno partecipato all’incontro, piene di ringraziamenti a noi e alla città. Per questo vorrei ringraziare i dipendenti dell’amministrazione comunale che hanno lavorato alla preparazione dell’incontro senza risparmiarsi. Linda Incorvaia, Rocco Incardona, Enzo Grifasi hanno operato in stretto contatto con il gruppo di coordinamento formato dal tutor del progetto Sergio Campanella, dal coordinatore del progetto Massimo Finocchiaro Castro e dalla responsabile della comunicazione del progetto Angela Rinaldi».

– Eppure c’è stato il rischio che il progetto Urban n.o.s.e. andasse perduto…

«Effettivamente questo rischio è stato molto reale. Il primo incontro si era svolto da noi nel marzo del 2009; successivamente il progetto è rimasto in stand-by. Quando, nel settembre scorso, sono andato a Grenoble dove si svolgeva uno dei meeting, ero assessore da poco più di un mese. Ho subito realizzato che eravamo fuori dal progetto. Abbiamo avuto la caparbietà di recuperare grazie anche alla fiducia che abbiamo chiesto e che ci è stata concessa dai partner i quali, evidentemente, hanno constatato un modo diverso di operare: abbiamo infatti riorganizzato il gruppo di coordinamento, manifestando la nostra intenzione di mutare l’indirizzo dei nostri servizi sociali e abbandonando la logica assistenzialistica. All’inizio erano un po’ scettici, ma adesso cominciano a credere alla nostra voglia di voltare pagina».

– Significa che anche nel nostro territorio avremo una vera economia sociale?

«Stiamo cercando di costruire un sistema dove gli enti che offrono i servizi per conto del Comune siano delle vere imprese sociali. Il primo passo lo stiamo realizzando attraverso il sistema dell’accreditamento, a cui abbiamo sottoposto le imprese che svolgono i servizi di assistenza domiciliare agli anziani e ai bisognosi. Certamente dobbiamo andare oltre, prima di tutto ampliando il campo di attività delle imprese sociali fino ad ora legate quasi esclusivamente ai servizi alle persone. Ci sono settori che dobbiamo assolutamente promuovere, ad esempio quello del recupero e riciclaggio dei rifiuti. Più in generale, voglio dire che è necessario creare una mentalità imprenditoriale nell’economia del no profit».

– Per fare ciò, sarebbe molto importante creare il sistema dell’incubatore d’impresa sociale? «L’esperienza di Urban n.o.s.e. nasce per questo, adesso è il momento di creare materialmente l’incubatore. Molto presto individueremo un luogo fisico che diventerà il punto di riferimento per le imprese sociali già esistenti nel nostro territorio, ma soprattutto per quanti, soprattutto giovani, vogliano iniziare delle attività economiche nell’ambito dell’economia sociale. Per questo coinvolgeremo la nostra a.s.i. (area di sviluppo industriale), che nel progetto Urban n.o.s.e. ha un ruolo fondamentale, per avere un sostegno logistico».

– Dopo questa esperienza, quanto ritiene importante le collaborazioni internazionali nei progetti europei?

«Ho sempre ritenuto, anche prima di trovarmi coinvolto in Urban n.o.s.e., che i progetti presentati in rete sono fondamentali. Anzitutto questa è la logica voluta dall’Europa. Inoltre, attraverso la collaborazione tra enti pubblici, soggetti del privato sociale, agenzie di formazione etc. si ha la possibilità di individuare con precisione i bisogni e trovare le soluzione agli stessi. A maggior ragione quando le collaborazioni sono di tipo internazionale».

– Qual è il futuro di Urban n.o.s.e.?

«Siamo riusciti a restare in questo progetto e in questa rete, adesso vogliamo consolidare i rapporti con i nostri partner. Il futuro è rappresentato dai LAP (local action plan). Stiamo lavorando al piano di azione locale, siamo già alla fase operativa, e presto andremo alla Regione per creare un programma quadro regionale che serve a realizzare il piano».


Autore : Emanuele Antonuzzo

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