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notizia del 09/05/2010 messa in rete alle 17:06:00
Processo «Munda mundis», condanne e perplessità
A tre anni di distanza dal blitz, “Munda mundis”, orchestrato dalla Polizia di Stato, il relativo procedimento giudiziario si è, perlomeno in primo grado, concluso: tra gli imputati, alcuni dei personaggi più influenti delle due organizzazioni criminali gelesi; il giudizio, emesso dal collegio presieduto dal magistrato Lirio Conti, non ha garantito clemenza ad alcuno degli accusati: dai trent'anni decisi per Carmelo Fiorisi, confermati anche ad Enrico Maganuco, ai ventuno e mezzo inferti ai danni di Francesco Morteo, passando per i sedici anni e due mesi di Massimo Carmelo Billizzi, gli undici anni ed otto mesi di Gianluca Gammino, i quattordici anni e quattro mesi di Paolo Portelli, per giungere ai quattro anni e due mesi inferti ai collaboratori di giustizia, Rosario Trubia e Marcello Orazio Sultano.
I “supervisori” del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Gela, insomma, non hanno avuto scampo: la denuncia presentata dagli imprenditori dell'Ati “Econet”, gestore unico all'interno dei territori ricompresi nell'Ato Cl2, è giunta, infine, a positiva conclusione. Un affare, quello dell'immondizia, troppo vasto per non dare nell'occhio, al punto da consentire agli estorsori richieste pari a diciottomila euro al mese: la spazzatura, anche se può apparire paradossale, doveva far mangiare tutti, nessuno escluso.
Gli imprenditori taglieggiati, costituitisi parte civile in giudizio, hanno attraversato, durante questi anni, fasi caratterizzate da evidenti difficoltà, burocratiche ed economiche, tra gare d'appalto annullate, ben tre allo stato attuale, e pagamenti ritardati, anche se l'interlocutore principale, l'Ato Cl2, presieduto da Francesco Liardo, ha sempre escluso ogni tipo di responsabilità.
L'esito finale, sentenziato dal giudice, Lirio Conti, però, sembra averli soddisfati.
Ma quella che si preannunciava alla stregua di una violenta disfatta giudiziaria per gli imputati, così come si è poi rivelata, ha generato ulteriori ripercussioni, per alcuni versi inaspettati.
Se il leit motiv processuale non si è mai discostato dallo schema soccombenza, descritta da pm e parti civili, contro consapevole fiancheggiamento, suggerito, invece, dalle difese, degli imprenditori sottoposti al ricatto estorsivo, anche il giudizio finale ha, per certi versi, ubbidito a quest'andamento: al punto da disporre l'invio degli atti in Procura anche per l'ex primo cittadino, Franco Gallo, e gli imprenditori, Rocco Greco, Luca Callea e Gaetano Greco, al contempo parti offese poiché tra i fautori dell'Ati che si aggiudicò la prima gara d'appalto per la gestione dell'intero servizio.
Nel corso dell'istruttoria, infatti, i collaboratori di giustizia sentiti non hanno mancato di citare il “premio” versato in favore di Franco Gallo, pari a duecento milioni delle vecchie lire, affinchè l'appalto fosse garantito al gruppo Greco, tutelato dall'allora leader della famiglia Emmanuello, Rosario Trubia.
Un gruppo edile, e non solo, molto importante in città, quello della famiglia Greco, voglioso di espandersi nel settore dei rifiuti: obiettivo raggiunto, tra costanti polemiche ingaggiate sia con l'Ato Cl2, presieduto da Francesco Liardo, che, perlomeno in origine, con l'ex sindaco, Rosario Crocetta, ed inconvenienti legati alla pressione mafiosa.
Intanto, la voglia di stidda e cosa nostra di assicurarsi profitti elevati derivanti dallo sfruttamento del business-rifiuti, ha trovato, con il dispositivo pronunciato dal giudice Conti, un'esplicita conferma.
Bisognerà capire quale futuro avranno, invece, le eventuali indagini a carico dell'ex leader della sinistra gelese e dei tre imprenditori, al momento rimasti fuori dal locale mercato dello smaltimento dei rifiuti, ora supportato dalla “S.a.p. srl” di Agrigento, in attesa dell'ennesima gara, alla quale, a quanto sembra, dovrebbe partecipare il grande gruppo lombardo, Biancamano, attraverso la controllata, “Aimeri Ambiente”, già attaccato, all'epoca della plateale protesta condotta dagli imprenditori dell'Ati “Econet”, barricatisi sul tetto della sede dell'Ato Cl2, dall'attuale eurodeputato, Rosario Crocetta.
Insomma, l'affare rifiuti difficilmente smetterà di far parlare.
Autore : Rosario Cauchi
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