Corriere di Gela | Ricordo di Dinu Adamesteanu, l’archeologo e il gelese

Ricordo di Dinu Adamesteanu, l’archeologo e il gelese

Cosa c’è di più bello quando un individuo diventa un personaggio noto per il suo amore manifestato per la città che lo accoglie. Il protagonista di questo fatterello che vado a raccontare mette in evidenza due aspetti importanti della vita quotidiana di un paese di provincia. Il concetto di amicizia e la passione incondizionata per il lavoro di ricerca storica-archeologica. I due protagonisti di questo grazioso aneddoto sono l’archeologo rumeno Dinu Adamesteanu (nella foto) e il suo amico tassista. don Bastiano così lo chiamava affettuosamente la popolazione gelese l’illustre archeologo giunto nella nostra città tra il 1947–48 per una campagna di scavi archeologici alla ricerca del famoso teatro greco, scavi che poi portano alla luce le mura Timoleontee di Caposoprano.
A me non interessa il ritrovamento delle mura archeologiche perchè già trattato ampiamente dagli storici nazionali e locali, ma sottolineare il rapporto affettivo e sanguigno dell’archeologo con i gelesi e il suo amico tassista. Si racconta che quando l’archeologo rumeno faceva le ricerche archeologiche nella zona di Scavone dietro le sue spalle vi erano molti cittadini che assistevano alle operazioni di scavo e spesso erano donne, uomini e ragazzi appartenenti al modo contadino.
Mai era successo una cosa del genere ricordò lo stesso prof. Adamesteanu in occasione della sua presenza a Gela quando ricevette la cittadinanze onoraria. Spesso lo si poteva incontrare mentre si recava sul posto di lavoro a piedi e qualche volta in bicicletta. Fu un personaggio simpaticissimo, molto umile e affabile con tutti, era un uomo alto e robusto.
Lo ricordo anch’io, all’epoca studente ginnasiale, quando veniva allo studio fotografico di mio fratello per lo sviluppo di fotografie. Come ho detto in precedenza, quello che voglio ricordare è il rapporto di amicizia con un certo Salvatore suo inseparabile tassista che lo accompagnava tutte le volte che si recava a Palermo e Catania. Il grazioso aneddoto che ancora oggi molti gelesi raccontano fu quando il prof. Adamesteanu venendo da Catania giunto nelle vicinanze di Caltagirone disse al suo amico di fermarsi per un bisogno fisiologico, ciò detto l’autista fermò l’automobile accanto ad un muretto, le cui buche erano numerose. L’archeologo, dopo aver soddisfatto il suo bisogno, tardò a ritornare in macchina perchè rimase ad esplorare le buche una per una di quel muretto.
Dopo alcuni minuti, l’autista molto scherzosamente disse “profissu cu tanti purtusa cca ci sunu quannu ammarrivari a Gela” (traduzione: professore con tante buche che ci sono quando dobbiamo arrivare a Gela). Quella scherzosa battuta dell’amico fece sorridere l’archeologo, il quale rispose dicendo: “In ogni buca può nascondersi la storia di un popolo”. Sia la battuta del tassista e la risposta del professore divennero di opinione pubblica, tanto a far aumentare la simpatia dei cittadini nei confronti dell’illustre archeologo che ancora oggi lo ricordano con affetto e simpatia per le sue doti umane e per il suo attaccamento alla città. in occasione della sua scomparsa avvenuta nel mese di gennaio 2004, all’età di 91 anni, nella città di Matera andò una delegazione dell’amministrazione co-munale per le onoranze funebri a testimoniare l’affetto e la stima della città di Gela nei suoi confronti. Questa simpatica storiella tra don Bastiano e il tassista è rimasta nei ricordi di tanti gelesi.

Autore : Renzo Guglielmino

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