Corriere di Gela | Caso clinico 2, «L’uomo delle statue»

Caso clinico 2, «L’uomo delle statue»

All’inizio della mia carriera di psicoterapeuta mi capitò un caso strano, un signore che da oltre 20 anni lottava contro le statue, in presenza delle quali andava incontro a crisi di panico con ansia, sudorazione, tachicardia, tremori , per cui doveva immediatamente evitarle. Aveva disegnato sulla carta una mappa di tutte le statue del circondario gelese, con dei percorsi stradali alternativi (evitamento). Sembrava avere risolto il problema in questo modo. Ma negli anni, le stesse conseguenze psicofisiche si presentarono con le statue che apparivano in televisione, e fu costretto a cambiare canale, o spegnere la tv, vivendo in un continuo stato di paura, ma dopo successe la stessa cosa con le statue nelle riviste, per cui evitò di acquistare riviste, alla fine le statue gli comparvero nella mente e da lì non sapeva proprio come cacciarle via.

Era ormai sull’orlo del suicidio, quando si presentò nel mio studio di Via Crispi, smagrito, sudato, ansioso, terrorizzato, mi implorò di liberarlo da quella strana e terribile ossessione, perché la sua vita era diventata impossibile, invivibile. Cominciai con lui tre sedute alla settimana, con un pizzico di ansiolitico la sera, e andammo avanti cosi per due anni.

Alla fine il caso fu risolto brillantemente, oltre ogni mia speranza realistica tant’è che il mio paziente si trasferì in una grande città del Nord, dove vi sono molte statue, e mi telefonò trionfante per dirmi della sua felicità e della sua rinascita. Ormai poteva stare di fronte a qualsiasi statua, guardarla, fotografarla , senza nessuna reazione neurovegetativa, senza terrore, ma con serenità e soddisfazione. La notte dormiva tranquillo, poteva finalmente vivere una vita normale.

Cosa era successo? Quest’uomo da bambino aveva vissuto con un padre etilista , autoritario, tirannico e manesco che lo offendeva, lo disprezzava, lo picchiava e lui non reagiva, ma dentro di se aveva covato un grande odio verso il padre, odio che gli era rimasto dentro, che non aveva mai esternato, di cui non sapeva nulla. A poco a poco comparve quella strana paura delle statue, e la situazione negli anni peggiorò e cosi la sua vita. Quando venne da me sfinito, prostrato, non sapeva più cosa inventare per liberasi di questo problema, e accettò i mie consigli.

Dopo una anamnesi della sua vita da bambino, lavorai con lui molto facendo uso della interpretazione dei sogni e dei simboli, feci uso inoltre della tecnica delle libere associazioni. E man mano l’uomo riportò alla memoria le scene terribili a cui dovette assistere da bambino, le violenze fisiche e psicologiche subite da un padre alcolizzato, il terrore in cui si viveva in quella casa. Sognò di picchiare le statue, di scardinarle dal piedistallo e di buttarle a terra, di sbriciolarle, e man mano che riportava in terapia questi sogni la sua paura reale verso le statue andava diminuendo. Sognò di toccarle, di accarezzarle finalmente senza nessuna paura. A quell’epoca il padre ormai era vecchio e malato ma ancora vivo, un povero uomo debole, mezzo rimbambito dalla demenza, innocuo. Il mio paziente lo andava a trovare, ed aveva pietà di lui, si era riconciliato con il padre, con il suo ricordo infantile, ed aveva trovato la pace interiore, l’uomo delle statue era guarito.

Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

» Altri articoli di Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria