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notizia del 21/11/2004 messa in rete alle 16:31:05
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La giornata della tolleranza nel ricordo di Elisa Springer
Martedì scorso la giornata nazionale della tolleranza. A Gela è stata sottolineata attraverso un’incontro organizzato dall’assessorato all’Istruzione, partecipato da studenti delle ultime classi degli istituti superiori. Argomento cardine, la capacità di tollerare ciò che può essere dannoso e pericoloso anche per la società. Il pretesto è stato la storia della deportazione di Elisa Springer. Una donna arrestata e relegata ad Auschwitz a 26 anni e che raccontò della sua storia solo dopo cinquant’anni dall’accaduto. A testimoniare questo caso di assoluto silenzio ritenuto unico al mondo, è stata Lina Orlando, insegnante del classico Eschilo che solo per caso ebbe l’opportunità di conoscere e dialogare con la superstite nel corso di una vacanza estiva e Filippo Zollino (nella foto), collaboratore della donna divenuta in seguito anche autrice di due libri e presidente della Fondazione onlus Elisa Springer A-24020; il numero della marchiatura di Auschwitz che Elisa tenne nascosto per anni sotto un cerotto, quasi a voler dimenticare un evento indelebile che scosse per sempre la sua esistenza.
La stessa Springer sarebbe venuta a portare la sua straziante testimonianza a Gela, come fece nelle scuole di altri comuni, se non fosse morta nell’ottobre 2004 all’età di ottantasei anni.
Nel marzo scorso onorò la città di Gela con la sua presenza durante la giornata della memoria, ma non fu riconosciuta da nessuno.
Nel corso del dibattito i giovani hanno posto domande a Zollino, esprimendo pareri riguardo la tolleranza, cercando di capire il termine, analizzandolo anche attraverso la lettura di brani tratti dall’ultimo libro della Springer “Il silenzio dei vivi”; un libro di vita, morte e risurrezione.
La giornata della tolleranza é stato un momento di riflessione sul passato con un ampio significato nel presente, visto che in molte parti del mondo ancora si vive la paura dello sterminio, emblema di una tolleranza zero, di un passato che non ha costruito presente, di una fine che non può dichiararsi fine.
Lo.Sci.
Autore : Lorena Scimé
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