1 2 3 4 5
Corriere di Gela | Scuola, l’amarezza dei precari nisseni
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 22/09/2012 messa in rete alle 16:24:46
Scuola, l’amarezza dei precari nisseni

Come ogni anno si è ripetuto presso il Provveditorato agli Studi di Caltanissetta, il rito delle convocazioni per l’assunzione a tempo determinato nella scuola, espletato dal 17 al 20 settembre. Sempre meno però i docenti, inseriti nelle graduatorie permanenti di ogni ordine e grado della provincia nissena, convocati sui posti disponibili e vacanti di questo anno scolastico appena iniziato, l'ultimo di una legislatura che possiamo tranquillamente definire devastante per il sistema pubblico di istruzione. L’effetto della cura Gelmini-Tremonti e quest’anno anche la speding review ha determinato la creazione di classi pollaio, con non pochi disagi per gli studenti e per la didattica, e in alcuni casi veri e propri drammi sociali poiché molti precari sono diventati, nel corso degli ultimi anni, disoccupati. Si tratta dei famigerati precari storici, quelli che sono già abilitati con i concorsi di abilitazione del 1990 e del 1999 o seguendo i corsi universitari sissis e abilitanti, quelli che hanno la gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo e di aver accumulato, da quando erano giovani fino a oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, mandando avanti la scuola pubblica.

«Solo nella città di Gela – ha dichiarato Emanuele Caci, componente della segreteria provinciale della Cisl scuola – in quest’anno scolastico vi sono 500 posti di lavoro in meno su un totale di 1300 della provincia di Caltanissetta. Nella nostra sede – ha continuato Caci – riceviamo decine di precari che dopo 10 anni di incarichi annuali ininterrotti hanno perso il loro posto di lavoro e dal primo settembre hanno dovuto provvedere a sospendere i mutui che avevano contratto per l’ac-quisto della loro casa»

L’attesa delle convocazione è vissuta con avvilimento già da metà agosto, quando si fanno ipotesi sui possibili ruoli e si iniziano a depennare i nomi di coloro che compaiono contemporaneamente in più graduatorie, nella convinzione certa che il proprio destino dipenda dalla scelta di coloro che ti precedono in graduatoria.

«Ci sentiamo sfiniti da anni di supplenze - – ha commentato Concetta Pirillo, docente di sostegno gelese con 17 anni di precariato alle spalle – ma la causa non è l’atto dell’insegnare, bensì la modalità di reclutamento che si ripete sempre in modo peggiore ogni anno Tutti noi viviamo con ansia e trepidazione l’attesa di un incarico che per molti non arriverà». Da qualche giorno ecco arrivare un nuovo scoglio. Un maxi concorso che il ministro Profumo considera come svecchiamento della scuola pubblica ma che però non si sa bene ancora chi avvantaggerà e quanto potrà avere di utile a dare una svolta al problema precariato. Ad esso sono chiamati a partecipare non solo i giovani aspiranti docenti ma i matusalemme da far fuori dalle graduatorie

«Ci avevano detto – ha affermato Palma Dimimico, docente di Marianopoli, precaria da 16 anni – che per contenere la spesa pubblica le nostre graduatorie sarebbero diventate ad esaurimento, cioè sarebbero stati assunti tutti gli insegnanti abilitati. Oggi penso intendessero le graduatorie come strumento che ci avrebbe portato all’esaurimento totale»

In realtà i precari sanno benissimo che ancora non si sono esaurite le graduatorie di merito dell’ultimo concorso di tredici anni fa, a causa di un sovrannumero di posti messi a disposizione all’epoca rispetto alle reali esigenze. Nel frattempo, in attesa dello smaltimento di quella graduatoria nacque la Ssis, scuola di abilitazione a numero chiuso a cui per nove cicli si accedeva con il superamento di un esame di Stato e che permetteva l’iscrizione alle graduatorie permanenti in seguito trasformate in esaurimento dal ministro Fioroni per garantire il ruolo a tutti i precari. Tra l’altro nella stessa graduatoria vi sono stati inseriti per condono anche coloro che, in possesso della sola laurea come titolo di insegnamento, accettavano le supplenze brevi di istituto.

«Questo è il ministero delle contraddizioni – ha asserito Cinzia Giorgio, docente precaria gelese di filosofia – avrebbe rischiato di partecipare al concorso anche una mia collega di 62 anni che per molti anni è stata la prima in graduatoria nella classe A037 e che in questi giorni fortunatamente è entrata di ruolo».

Intanto contro il concorso, il cui bando dovrebbe uscire il 24 settembre prossimo, aumentano le proteste e il 21 e 22 settembre è prevista una mobilitazione nazionale dei precari coordinata dalla Flc Cgil.

«Diciamo no al concorso – ha sostenuto Alberto Musca, componente della segreteria provinciale nissena Flc-Cgil – perché si configura come l’ennesima operazione propaganda che non tiene conto né del risparmio economico, in un momento tanto difficile per l’economia italiana, né di tanto personale qualificato, già presente nelle graduatorie ad esaurimento, che da anni aspetta la stabilizzazione del rapporto di lavoro».

I precari annunciano che non si lasceranno umiliare da un ministero che calpesta i loro diritti acquisiti con lo sfruttamento, partendo dal presupposto inaccettabile del necessario ringiovanimento del corpo docente italiano, che intanto, però, viene tenuto in cattedra fino a 67 anni

«Le attese e i diritti di chi è in graduatoria ad esaurimento vanno rispettati – ha dichiarato Emanuele Caci – non bisogna dimenticare che chi è in graduatoria ha già superato almeno un concorso quindi ha le carte in regola per insegnare. Io come componente Cisl – ha continuato Caci –sono fermamente convinto che non bandire nuovi concorsi fino a quanto non si esauriscono le graduatorie ad esaurimento sia un obiettivo impraticabile, perché con il turn over oggi servirebbero 20 anni per svuotare le graduatorie, chiudendo così la porta a coloro che oggi nelle graduatorie non ci sono e cioè ai tanti laureati disoccupati. Si richiede però al bando di imminente uscita maggiore chiarezza e credibilità»

Dall’abolizione delle Ssis l’unica possibilità per ottenere l’abilitazione all’insegnamento è rappresentata dai Tfa, introdotti dalla Gelmini e partiti quest’anno fra mille polemiche per test ambigui e sbagliati. Dunque i giovani confidano di poter partecipare ad un prossimo concorso per potere insegnare. Ma le proteste nei confronti del Miur sembrano non avere mai fine. Si ribellarono allora gli abilitati con il concorso, contro i sissini. Si ribellano oggi gli ex sissini contro i tfa, contro il concorso, contro qualsiasi cosa si muova dietro di loro. Profumo ha annunciato 21 mila immissioni in ruolo dalle attuali graduatorie e altre 24mila il prossimo anno (12 mila da concorso, 12mila sempre dalle graduatorie). Solo un quarto delle prossime assunzioni non sarà quindi un’esclusiva di chi ha più anzianità di servizio e nessuno impedirà loro di competere anche per questi posti. Visto così sembrerebbe un compromesso accettabile.


Autore : Filippa Antinoro

» Altri articoli di Filippa Antinoro
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2024 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120