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Corriere di Gela | Quando il cambiamento non si vede dal mattino
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 29/08/2010 messa in rete alle 16:12:42

Quando il cambiamento non si vede dal mattino

A maggio, Angelo Fasulo (nella foto) si era presentato all’elettorato come il candidato-sindaco del cambiamento. E molti ci hanno creduto, seppure i suoi grandi elettori non potevano essere spacciati per politici di primo pelo (i Crocetta, i Donegani e i Federico certamente non lo sono). Eppure, i gelesi, firmando una cambiale in bianco (quelle che si usavano una volta), lo hanno votato ed eletto.

Ora, i cambiamenti, quelli radicali, di sostanza, quelli cioè che mutano il volto della città, non sono realizzabili dall’oggi al domani. I grandi cambiamenti, certo no, lo sappiamo! Ma si sarebbe potuto cominciare con i piccoli, quelli che non richiedono grandi risorse, tempo ed energie. Quelli che possono realizzarsi, insomma, solo con un minimo di attenzione e buona volontà.

Manchiamo dalle edicole da circa un mese. Ne era trascorso altrettanto o poco di più dalla sua elezione. Alla ripresa delle pubblicazioni troviamo Gela come l’avevamo lasciata.

Corso mercato. Abbiamo provato a percorrere l’arteria principale della città, dal Cimitero di Caposopano fino a piazza Umberto. Bancarelle di frutta e verdure ad ogni angolo. Persino i meloni, e quel che è peggio, carrette e carretti, motoapi e furgoncini, posizionati ad ogni incrocio. Come dire, oltre all’oltraggio al decoro, intralci alla circolazione. Il sindaco – e con lui l’assessore all’annona e polizia urbana Rinelli – dirà che mancano gli uomini per i controlli e le sanzioni. Obiezione: ma perché vengono sprecati quattro-cinque vigili/ausiliari a stazionare davanti alle transenne sbarra-traffico lungo il corso, e tutti stanziati tra via Marconi e piazza Umberto? Per non contare quelli che “presidiano” l’area frontale del palazzo municipale. Evidentemente, abbiamo liberato la città da Crocetta, ma non siamo riusciti a liberarla dalle vecchie abitudini.

Lungomare assediato. Anche qui, con provvedimenti spiccioli, si sarebbe potuto tentare di mettere ordine al caos che da sempre regna a lungomare, biglietto da visita di una città rivierasca. L’unico intervento ha colpito gli extracomunitari che montavano le loro bancarelle sul marciapiede lato mare tra il pontile e la Conchiglia. Sono stati sfrattati da lì ed esiliati in un’area assolutamente inadeguata e dissestata all’ingresso del vecchio pontile sbarcatoio. Sarebbe bastato sistemare quest’area e renderla praticabile agli ambulanti ed alla occasionale clientela.

Capitolo dolente. I marciapiedi lato nord del lungomare, per tutto il tratto che va dall’ex ospizio marino fino alla bretella Borsellino. Qui regna l’anarchia totale. C’è un’occupazione abusiva e massiva di suolo pubblico. Ci si chiede se è lecito sottrarre ai pedoni 13 dei 15 metri di marciapiede occupati (non si sa se con regolare autorizzazione e con relativo pagamento per occupazione di suolo pubblico) dai gestori dei cosiddetti pup, box, gazebo, furgoncini di paninari e quant’altro. Si dirà, ma deve pur lavorare questa gente...! Bene, ma che ci vuole ad approntare uno straccio di regolamento per assicurare un minimo di decenza e di decoro a quello che ovunque è considerato il salotto estivo di una città di mare?

E che dire della rotonda nei pressi della bretella Borsellino? E’ mai possibile consegnarla “a vita”, cioè 365 giorni l’anno ad un venditore di bibite. Le rotonde sul mare vengono costruite per alleggerire il traffico dei veicoli; qui a Gela è sacrificata all’interesse di una sola persona. E in ultimo, perché le autorizzazioni stagionali diventano sistematicamente permanenti? E’ così che la nuova amministrazione interpreta il principio di legalità. Insomma, dov’è il cambiamento?

Qualche buon consiglio. Si lamenta la scarsa disponibilità di risorse finanziare. Si è detto, cioè, che il predecessore di Fasulo (nome Rosario, cognome Crocetta), ha lasciato le casse comunali vuote e sappiamo che le varie finanziarie governative non aiutano i comuni a risollevarsi dallo stato di ristrettezze in cui versano. Il sindaco Fasulo pensi ad inventariare i beni patrimoniali del comune. Perché non far pagare tutti ed incrementare la disponibilità finanziaria dell’ente?

Altro capitolo, la revisione, in regime di autotutela, di alcuni atti della precedente amministrazione, previa un’inchiesta interna su:

1. la concessione edilizia per quel po-pò di costruzioni sorte di fronte Macchitella, dove qualcuno ad arte può aver fatto scadere i vincoli urbanistici posti a suo tempo per quella che doveva diventare la zona sportiva;

2. i lavori, iniziati e sospesi, di costruzione del centro commerciale in via Venezia (di fronte l’edificio della Polizia); si è detto che i proprietari avessero presentato una ricevuta falsa di pagamento degli oneri di urbanizzazione, qualcosa come oltre 850 mila euro. Ora, è quantomeno strano che – se davvero le cose sono andate così – il tutto possa risolversi con la semplice sospensione dei lavori che, va da sé, prima o poi verrà revocata. Un velo pietoso, poi, lo stendiamo sulla cerimonia della posa della prima pietra, con l’ex sindaco Crocetta in testa, e le immancabili autorità civili, militari e religiose.

3. le concessioni edilizie per le imponenti costruzioni in fase di realizzazione sul costone franoso a ridosso della bretella Borsellino, lato via Romagnoli. Quando e se dovessero verificarsi cedimenti catastrofici, qualcuno – il sindaco in primis – non potrà chiamarsi fuori sol perché le autorizzazioni non sono state rilasciate dalla sua amministrazione.

Magari non verrà fuori nulla di irregolare, ma un minimo di controllo da parte di una commissione speciale interna non sarebbe male.

Il sindaco Fasulo prenda queste note per quelle che sono: un monito costruttivo per aiutarla in quel processo di cambiamento sventolato durante la campagna elettorale sua e delle forze politiche che lo hanno sostenuto, e dei suggerimenti di cui, se vuole, potrà farne buon uso. Per il bene della collettività amministrata.


Autore : Rocco Cerro

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