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notizia del 31/10/2010 messa in rete alle 16:03:48
La grana “Cornacchini srl” da Gela all’inchiesta umbra
La nuova gestione amministrativa del Comune di Gela si trova a fare i conti con un bilancio ancora non approvato e con risorse economiche ridotte all'osso: ma un ulteriore peso potrebbe abbattersi sulle finanze dell'ente. La “Cornacchini srl” di Foligno reclama crediti per un totale di 5 milioni di euro che sarebbero stati generati dall'espletamento del servizio di smaltimento del percolato in favore del comune nisseno.
I fatti risalgono al 2001, l'allora dirigente del settore Lavori Pubblici Roberto Sciascia, utilizzando il sistema della chiamata diretta, aveva affidato il servizio di trasporto e smaltimento del percolato all'interno della locale discarica “Timpazzo” proprio all'azienda umbra. La commessa, però, venne stoppata dalla giunta retta dall'attuale eurodeputato Rosario Crocetta: troppo elevati i costi. A fronte di una media nazionale per il medesimo servizio fissata tra i 55 e i 70 euro per metro cubo, a Gela si versavano alla “Colombo Centro Costruzioni”, entità controllata dalla “Cornacchini srl”, ben 113,62 euro per metro cubo.
Quella sproporzione fu alla base di un'inchiesta giudiziaria condotta dalla Procura gelese, conclusasi lo scorso giugno: sia il dirigente comunale Roberto Sciascia che il presidente della “Cornacchini srl” Erminio Cornacchini sono stati condannati ad un anno e mezzo di reclusione.
Adesso, la condannata richiede i pagamenti che gli spetterebbero proprio in base alle tariffe oggetto del procedimento penale.
Angelo Fasulo, sindaco di Gela, non intende in alcun modo accettare l'imposizione dell'azienda e ha deciso che l'ente da lui guidato si costituirà parte civile in un eventuale procedimento giudiziario.
Gli affari della “Cornacchini srl”, del resto, stanno risentendo di alcune inchieste avviate proprio a carico dei suoi massimi dirigenti.
Dopo la condanna emessa dal Tribunale di Gela, infatti, lo stesso Erminio Cornacchini insieme a Fulvio Cornacchini, in qualità di amministratore unico della “Idrogest”, sono stati rinviati a giudizio, con altri otto imputati, per i fatti legati al depuratore umbro di Casone, gestito proprio dalla “Idrogest”.
Traffico e scarico illecito di rifiuti, danneggiamento delle acque, assenza di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, abuso d'ufficio e favoreggiamento, queste le principali accuse mosse dal sostituto procuratore di Perugia Manuela Comodi nei confronti degli imputati.
In sei anni, tra il 2000 ed il 2006, stando all'accusa, sarebbero stati sversati, violando le norme in materia, più di 100.000 tonnellate di rifiuti speciali.
La prima udienza del processo a carico dei dieci imputati, compresi Erminio e Fulvio Cornacchini, si terrà il prossimo 17 gennaio.
Autore : Rosario Cauchi
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