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notizia del 26/09/2010 messa in rete alle 15:59:37
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Una città senza teatro è una città senz’anima
Quando si tratta di cultura non ci sono tempi che reggano, ma chiaramente non è il nostro caso. Non c’è progetto per cui Gela non abbia dovuto attendere, soffrire e spesso gettare la spugna. Un finale indubbiamente troppo scontato, ma per dei buoni siciliani carichi di positività non è mai detta l’ultima parola. Abbiamo perso il conto di quante amministrazioni si sono susseguite, facendo promesse su promesse.
Sull’appalto assegnato non ci sono dubbi, troppi invece su quel che riguarda la ditta che si è aggiudicata i lavori. Una delle ditte associate nella fase iniziale, non poteva essere altrimenti, venne ritenuta in odor di mafia. Tra le indagini per capire la realtà dei fatti si è perso di vista l’obiettivo finale. Un barlume di speranza arriva da quanto detto.
Quando verrà ultimata la struttura?
Entro il 2010. In un momento in cui una città di cento mila abitanti è diventata lo zimbello di tutti perché disconosce la parola cinema, un teatro potrebbe essere un bel recupero. Abbiamo anche perso il conto degli anni di attesa. Non ci resta che immaginare la famosa pianta rettangolare dei teatri antichi, con tanto di scale d’accesso e lussuose poltrone.
Non manca molto alla data di completamento, non ci resta altro che iniziare il conto alla rovescia. Ma i cittadini ormai disillusi poco si fidano, date le innumerevoli promesse rimaste un pugno di polvere. Capita spesso e volentieri di aver voglia di andare al cinema, e inevitabilmente i chilometri da percorrere per saziare questa sete di cultura sono troppi. Non credo ci sia cittadino fiero di incrementare l’economia di contesti piccoli e pure più degradati, pur di vedere un film. Ma certe volte, farne a meno è una decisione ardua.
La mancanza di una struttura, che sia cinema o teatro, sembra però non essere così grave.
Sono in molti a pensare che in questa città si respiri di tutto, tranne che aria di cultura.
Coloro che la pensano diversamente sono i tristi cittadini che con rammarico lamentano di dover recarsi nelle sedi di Vittoria, Catania o Ragusa. Quale patrimonio rimane ai giovani?
Nessuno, neanche la più pallida idea di un teatro visto dall’esterno, date le impalcature che non ne consentono la visione. La magra consolazione per i giovani è quella di avere una vaga opinione acquisita attraverso i media. Allo stato attuale non resta altro che un teatro improbabile anche da intravedersi. E intanto i cittadini continuano a non capirci nulla, come per tutti quei progetti rimasti solo dei grandi punti interrogativi. In quanto unico edificio teatrale di questa città, il trattamento che meritava era certamente ben diverso.
Dopo le verifiche, i successivi problemi e i rallentamenti, la questione probabilmente andava affrontata in modo diverso.
Il primo passo dell’ex amministrazione fu quello di frenare la folle corsa delle ditte ritenute in “odor di mafia”. L’uscente sindaco provvide a creare un protocollo delle aziende che avevano a che fare con il comune di Gela. Per rispondere in modo netto, la “città della legalità” propose la creazione di un elenco di imprese non coinvolte in nessun giro mafioso. Da questo derivò un maggiore controllo e un bel po’ di rallentamenti.
Tanti buoni propositi, però i Gelesi non hanno ancora avuto l’onore di vedere questo teatro. Con tutte queste iniziative il volto di Gela, sembrava assumere connotati diversi. Ma in fin dei conti tutti quali grandi cambiamenti si sono poi notati?
Altro non resta che sperare nell’ennesima promessa. Ma per capirci qualcosa, è sempre meglio chiedere agli organi competenti. Alla ricerca di risposte, abbiamo pensato di fare il punto della situazione con l’ing. del servizio ispettorato tecnico del Comune di Gela, ing. Orazio Marino.
Purtroppo da lui non abbiamo ottenuto alcuna risposta, forse per noncuranza o per mancate informazioni da parte dello stesso, o chissà per quale altro motivo.
Se lo stato di cose rimarrà tale sapremo con certezza che quel che è stato promesso era solo l’ennesima pezza per placare in qualche modo il malcontento in città. I cittadini ormai stanchi o forse consapevoli di come vanno le cose, non si pongono più neanche tante domande. E la frase peggiore che si può ascoltare in città è diventato lo slogan ufficiale di tutti: “Tanto siamo a Gela, le cose vanno sempre così”.
La stanchezza, la sfiducia dei cittadini nei confronti dell’amministrazione non genera altro. In termini di record non abbiamo rivali. Una città di queste proporzioni senza un cinema, né un teatro, né altra sede di cultura, i record li batte tutti.
Autore : Martina La Gristina
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