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notizia del 31/10/2010 messa in rete alle 15:53:50
Nuova schiarita sull’omicidio Bellomo
Emanuele Curvà, 29enne gelese, sarebbe stato il complice del killer che il 24 settembre del 2007 uccise Luciano Bellomo, commerciante. Questa la conclusione emersa dalle indagini condotte dalla locale Procura, dal commissariato della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Caltanissetta.
“Le indagini sono in una fase molto delicata-ha dichiarato il Procuratore capo di Gela Lucia Lotti-chiaramente quest'arresto si lega al procedimento giunto in Corte d'Assise d'Appello e che riguarda Giuseppe Domenico Cafà”.
L'arrestato, privo di precedenti penali, era già stato fermato all'epoca
dei fatti: gli inquirenti, però, non erano riusciti ad ottenere sufficienti elementi che lo legassero all'uccisione di Bellomo.
Per gli stessi fatti, inoltre, si appresta ad iniziare il processo d'appello che vede alla sbarra l'altro presunto killer Giuseppe Domenico Cafà, assolto in primo grado dalla Corte d'Assise di Caltanissetta seppur in base ad una sentenza che attribuisce diverse responsabilità all'imputato.
Gli inquirenti che si sono occupati dell'indagine, mai trascurata nonostante l'avvio del procedimento giudiziario a carico di Cafà, hanno ammesso che gli elementi essenziali per giustificare l'arresto di Curvà sono stati ottenuti proprio nel corso di investigazioni successive all'inizio del processo principale.
“Se l'impianto accusatorio venisse confermato dal gip-ha aggiunto il Procuratore Lotti-gli elementi a carico di Curvà potrebbero anche avere una loro importanza per l'esito del processo d'appello ai danni di Giuseppe Domenico Cafà”.
Angelo Bellomo, dirigente del commissariato di Ps di Gela, ha voluto precisare che “in base alle indagini svolte la nostra ricostruzione dei fatti di quel tragico settembre di tre anni fa non è assolutamente mutata, anzi è stata ulteriormente rafforzata”.
“Lo Stato-ha aggiunto il dirigente della Polizia di Stato-non dimentica neanche queste efferate vicende”.
Insomma, anche se gli investigatori presenti non hanno potuto confermare a causa della pendenza di un parallelo procedimento che verrà adesso affrontato dalla Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta, vi è la convinzione che l'omicidio di Luciano Bellomo sia stato il risultato ultimo di un'azione ben pianificata da Cafà e Curvà.
Giovanni Giudice, responsabile della Squadra Mobile di Caltanissetta, ha, inoltre, fatto leva su diverse incongruenze presenti nelle dichiarazioni rilasciate dalla compagna di Cafà, che accusò, già prima della morte, Bellomo di violenza sessuale.
La presunta molestia, secondo l'accusa, sarebbe stata all'origine della definizione del piano destinato a cagionare la morte di Luciano Bellomo: la volontà di vendicare la compagna avrebbe, infatti, indotto Cafà, sostenuto da Emanuele Curvà, a sparare contro l'automobile di Bellomo e a finire la vittima prescelta.
Già nelle ore successive all'omicidio, che fece addirittura temere per la ripresa di una possibile guerra di mafia, gli inquirenti descrissero la dinamica facendo riferimento “a modalità d'azione tipicamente mafiose”.
Nelle prossime ore, Emanuele Curvà verrà interrogato dal giudice delle indagini preliminari che dovrà decidere sulla conferma della misura cautelare.
Autore : Rosario Cauchi
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