|
notizia del 24/10/2010 messa in rete alle 15:38:00
La scuola che non c’è
Peppe aveva accompagnato il figlio a scuola, sorseggiato il primo caffé mattutino e letto i primi titoli dei quotidiani. Rito congenito agli automatismi biologici del sud. Mancava l’ultima fase alla conclusione di tale rito: i commenti con un amico. Incontrò Saro, col quale un’amicizia ed una stima particolari lo univano. «Ciao, Saro, sai che forse oggi gli studenti scioperano? Compatti contro la Gelmini. Quando ci vuole ci vuole! Proprio ieri, insieme agli altri genitori abbiamo fatto provviste di gessetti, cancellini, qualche sedia per sostituire quelle diventate instabili e persino una stufetta elettrica per classe per diminuire il disagio dei nostri figli nelle giornate più fredde. Si può andare avanti così? Cosa dovremmo fare ancora, pagare gli stipendi ai professori ed accorgerci che la scuola da pubblica diventa, per incanto, privata? E’ questo che vogliono?!». Riprese fiato e aggiunse: «Capisco che i sacrifici si fanno in tempi di crisi ma un ministro, perché ministro, ha l’obbligo di ingegnarsi nel trovare risorse, altrimenti è come se un medico operasse solo per prendere atto della malattia e catalogarla, non ti pare?».
E continuò, ormai preso dall’arrabbiatura: «In più dobbiamo anche sorbirci lo sguardo immobile ed estatico del Ministro che ci spiega che la colpa è degli sprechi e che gli sprechi si pagano con i tagli!! Grazie, anche la massaia lo sa! Ma uno staff tecnico di un ministero dovrebbe almeno elaborare qualche pensata in più rispetto ad una massaia, non credi?».
Come sempre, Saro ascoltava attento, lasciando a Peppe tutto il tempo di esternare il suo pensiero, che poi tale non era perché in realtà esternava anche tutto ciò che i suoi organi umorali potevano. E questo Saro lo sapeva ed anzi lo apprezzava. Appena Peppe pronunciò l’ultimo punto interrogativo, Saro, con fulmineo movimento, fece partire verso il fianco dell’amico una gomitata da calciatore, come quella che si vede nelle partite da campionato. Peppe si curvò dolorante e fece un passo indietro, una smorfia di dolore si stampò sul suo viso, ancora rilassato per il rito mattutino appena concluso. E con fare deciso esclamò: «Che ti piglia, hai forse deciso di uccidermi davanti a pubblici testimoni? Ti sei forse ricordato di qualche mia mancanza verso di te?!» e si portò le due mani al fianco colpito come per ripararlo. «No Peppe, ho dovuto farlo e spero che non ti sia fatto troppo male, ma dovevo». «Dovevi!!» replicò Peppe. «Certo, mi hai fatto una domanda ed io ti ho risposto» replicò Saro, non lasciando spazio a repliche altrui. E presolo a braccetto per sorreggerlo e farsi perdonare l’ardita risposta disse: «vedi Peppe quando hai ricevuto la gomitata hai cambiato espressione in volto e l’hai fatto perché hai pienamente partecipato come vittima alla mia gomitata, l’hai cioè vissuta, l’hai sentita tua.
Mentre la ministra quando parla della scuola è impassibile, eterea, morfologicamente invariata, né un cenno del viso, né un cenno del corpo, né un’inflessione della voce vengono percepiti, pura e semplice immobilità!». Peppe, che teneva ancora le mani al fianco colpito, cominciò ad incuriosirsi e a capire che ancora una volta Saro gli partecipava una delle sue spiegazioni. «Bene, Peppe, se la ministra parla della scuola con totale immobilismo corporale e facciale cosa significa? Solo una cosa: non gliene frega niente! Ecco perché la ministra è monotòna ed impassibile, non glene può fregare di meno. Certo, la domanda seguente è se non gli frega niente della scuola perché non la capisce o perché la detesta, ma questa domanda la lasciamo ai più curiosi». Peppe si sentì sollevato, aveva capito due cose insieme: l’utilità della gomitata e l’inutilità della ministra.
Salutò il suo amico Saro, avendo concluso il rito mattutino, e per lenire la gomitata si concesse una deroga: un secondo caffé, ma al barista lo chiese con un sorriso smagliante, consapevole che esprimere partecipazione avrebbe reso il barista predisposto a preparare un caffé più gustoso.
Autore : Sebastiano Abbenante
» Altri articoli di Sebastiano Abbenante
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|