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notizia del 09/03/2008 messa in rete alle 15:24:07
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L'Archeoclub a Gela, a tutela del bene culturale e ambientale
Associazione di volontariato dall'esperienza più che ventennale quella dell'Archeoclub di Gela, costituita il 3 maggio 1981. Un percorso intenso, volto alla salvaguardia del bene culturale che, in quanto patrimonio di tutti, va protetto, perchè permette di comprendere il passato per capire meglio il nostro presente. A livello nazionale L'Archeoclub d'Italia, associazione di volontariato e movimento di opinione pubblica al servizio dei beni culturali e ambientali, ha sede a Roma, ma in tutto il territorio si contano circa 700-800 decentramenti locali.
Il 15 novembre 1991 a prendere le redini dell'Archeoclub di Gela è il prof Nuccio Mulè. Nel corso degli anni i vari progetti hanno coinvolto i soci in iniziative volte alla conoscenza e alla protezione del nostro patrimonio. Tematica a molti sconosciuta, quella dei tanti beni di cui siamo stati privati, che fanno parte della nostra storia, ma che non si trovano più nel nostro territorio. Numerose le iniziative attuate dall'Associazione: nel 1995 le mostre su Federico II e su Gela Federiciana alle quali sono accorsi circa 5.000 visitatori e molte scolaresche; nel 1997 “Archeologia di Gela”, mostra realizzata in occasione della riapertura del Museo Archeologico. Molte altre sono ancora da attuare. Ne abbiamo parlato con Nuccio Mulè (nella foto), presidente dell'associazione.
- Cosa rappresenta l'Archeoclub a Gela?
«Nel nostro territorio questa associazione supplisce a tutte le carenze istituzionali a salvaguardia del bene culturale, diventando magari anche avversa per le istituzioni. Quando in una popolazione non c'è una corretta “educazione” al bene culturale, è il primo ad essere colpito. La presenza del petrolchimico a Gela ha creato una situazione generale di benessere. Il processo di ricchezza è stato molto veloce, ma è stata abbandonata la ricchezza culturale. Poche le persone che si sono prodigate per la protezione della cultura. Oggi c'è un forte appiattimento culturale e ciò non è positivo».
- Quali sono gli obiettivi dell'associazione?
«Primo fra tutti la divulgazione del bene culturale, attraverso i media e i vari interventi nelle scuole. La valorizzazione e la conoscenza sono i mezzi che portano alla tutela del nostro patrimonio. Attraverso i media, la popolazione si pone il problema che magari prima passava inosservato. Nella nostra città vengono realizzate conferenze, mostre sui beni culturali. Ma purtroppo l'elemento che ha limitato l'attività dell'Archeoclub è stata la mancanza di aiuti economici. L'associazione vive solo grazie alle quote dei soci. Con l'unione dell'Archeoclub nazionale e locale stiamo proponendo un progetto di rientro di reperti archeologici trafugati nel1800 appartenenti a noi, dal valore inestimabile. Inoltre il sindaco e il consiglio comunale sono stati coinvolti nel progetto “Una via, tre piazze”».
- Nell'attuale situazione cosa può fare l'Archeoclub?
«Continuare con questo tipo di promozione, nella speranza di sensibilizzare l'opinione pubblica, intervenire su aree archeologiche abbandonate da recuperare. Gli assessori regionali al ramo che nel tempo si sono succeduti non hanno compreso che la Sicilia potrebbe vivere di turismo archeologico e balneare. L'amministrazione comunale dal canto suo non si interessa. Durante la ricerca per la mostra dei vasi greci, si era trovato un vaso rubato a Gela di cui ora si sono perse le tracce. In realtà non è mai stata realizzata una campagna di scavo, i ritrovamenti avvenuti sono stati del tutto casuali. Si stanno creando dei grossi vuoti che non saranno mai colmati, che non ci permettono di conoscere culture e civiltà precedenti. Le istituzioni sono assenti, ignorano la tematica. La scuola d'altro canto non sensibilzza alla salvaguardia del bene culturale».
Gela potrebbe essere meta di un turismo fiorente. É una città che ha molto da offrire, e con le sue origini storiche, i suoi beni culturali e le sue spiagge è invidiata da molte altre città.
Autore : Martina La Gristina
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