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Corriere di Gela | Gela, paradosso della normalità
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notizia del 02/11/2003 messa in rete alle 15:25:04
Gela, paradosso della normalità

La compagnia del “politicamente scorretto” ha messo in scena il suo ultimo lavoro, a qualche mese di distanza dal bambino che si è rivolto alla Polizia per riavere la sua bicicletta (ma dopo aver tentato di farsela ridare direttamente).
Questa volta alla bicicletta si sostituisce un portafoglio, gonfio di euro, consegnato in quel di Torino dai giovani gelesi che, udite udite!, invece di appropriarsene, hanno attuato un gesto di legalità. Da qui la notizia bomba, rimbalzata attraverso tutto lo Stivale, con cerimonia della legalità, pergamena della legalità, interviste della legalità. Sia beninteso, il gesto della riconsegna del portafoglio è di alto valore civico, non c’è dubbio. Ma le considerazioni di partenza del “confezionamento” della notizia sono assolutamente er-rate. Perché tutta questa meraviglia per un gesto che, quando avviene, merita al massimo un trafiletto di tre righe? Ma è chiaro, perché da un gelese ci si poteva attendere al massimo la sottrazione con destrezza del portafoglio, perché si parte dalla considerazione, sbagliata, che i gelesi siano un pugno di ladri, delinquenti, spacciatori, mafiosi. Il senso della notizia è questo: guardate, nella stragrande maggioranza di gelesi mafiosi c’è anche qualche mosca bianca nata lì per chissà quale motivo, che compie un gesto di legalità.
Per capirci meglio, e riprendo le mie reminiscenze di tecnica giornalistica, se un cane morde un uomo non fa notizia, ma se è l’uomo a mordere il cane, questa sì che è notizia.
Quindi, la consegna del portafoglio non è una notizia, giornalisticamente parlando, perché è il dovere di chiunque abbia un normale senso civico; diventa una notizia se viene fatta da un gelese, perché si parte dal presupposto che a Gela esista solo l’illegalità.
Scusate, ma da gelese mi sento offeso profondamente da questo modo barbino di intendere la legalità. Legalità che significa, letteralmente, osservanza delle leggi. Ma le leggi cambiano, e ciò che oggi è legale domani può non esserlo, e viceversa. E qui passo ad occuparmi dell’intervento fatto tramite un’emittente televisiva gelese dall’emerita scrittrice Silvana Grasso.
La Grasso, con la proprietà di linguaggio che l’ha resa famosa e che accende, ogni volta che l’ascolto, la mia ammirazione, si è scagliata contro la chiusura abusiva di numerose terrazze in vista del condono edilizio.
Sicuramente ha ragione: i regolamenti edilizi oggi impediscono la chiusura delle terrazze, e chi lo fa va contro la legge. Ma io andrei a monte, chiedendomi per quale motivo debba essere vietata la chiusura delle terrazze, se fatta con criterio e decoro, e soprattutto se non arreca alcun danno ad altri.
Oggi è vietato, ma domani la legge potrebbe prevedere la possibilità di chiudere le terrazze, e allora chi lo facesse non sarebbe più un abusivo.
Continuo sempre a rimanere dell’idea che le leggi non sono statiche e immodificabili, ma in continua evoluzione, e si possono sempre migliorare a secondo delle rinnovate esigenze collettive e, soprattutto, del buonsenso. Quello che spesso, al legislatore, manca.


Autore : Giulio Cordaro

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