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notizia del 25/11/2007 messa in rete alle 15:19:52
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La scalata dei Flugge
Inizia questa settimana la nostra inchiesta nella musica gelese. Cercheremo in qualche modo di aprire ai nostri lettori una finestra nel mondo musica. Annunciamo che daremo magior spazio a tutti quei gruppi che esprimono la loro creatività. Abbiamo riscontrato parecchi talenti che mostrano palesi difficoltà ad esprimersi. Faremo questo viaggio, insieme a voi, per capire quali sono le emozioni, le ostilità o gli spazi che ogni singolo gruppo o cantante trova nel contesto cittadino, mettendo a confronto le diverse generazioni e generi musicali, raccogliendo i loro sogni, speranze e storie. Inizia questa settimana la nostra inchiesta nella musica gelese. Cercheremo in qualche modo di aprire ai nostri lettori una finestra nel mondo musica. Annunciamo che daremo magior spazio a tutti quei gruppi che esprimono la loro creatività. Abbiamo riscontrato parecchi talenti che mostrano palesi difficoltà ad esprimersi. Faremo questo viaggio, insieme a voi, per capire quali sono le emozioni, le ostilità o gli spazi che ogni singolo gruppo o cantante trova nel contesto cittadino, mettendo a confronto le diverse generazioni e generi musicali, raccogliendo i loro sogni, speranze e storie.
Apriamo questa inchiesta con i Flugge (foto) (termine medico col quale si individuano le gocce di saliva prodotte dallo starnuto, che, letteralmente, significa capace di volare), gruppo formato da quattro musicisti: Andrea Araldo, Riccardo Napoli, Salvatore Sultano, Tommaso Vassallo. Sono tanti gli strumenti suonati dai Flugge: due chitarre (una Fender Stratocaster e una Brian Moore), amplificata, la prima, da un Marshall Avt 175W, la seconda da un Selmer del '60, un basso Rickenbacker amplificato da una testata Ampeg, batteria Yamaha 2 tom.
Nota di colore sono i pedali effetto per gli strumenti a corde costruiti artigianalmente da Tommaso che permettono ancor più di personalizzare il suono flugge. Le sorgenti di suono (digitali) sono una workstation Korg Triton Le (keyboard), una grove box Roland, sintetizzatori virtuali (software), una vecchia beat box Yamaha, controllate via Midi da tre tastiere. Il tutto passa attraverso i due notebook (pc) con i quali vengono processati alcuni suoni acustici ed elettronici e dai quali provengono i pattern pre-registrati da sovrapporre durante l'esibizione live. “Ci sono voluti mesi per mettere insieme il nostro live – ci confessa Araldo – perchè le nostre composizioni erano nate con approccio totalmente da studio”.Il progetto Flugge nasce circa tre anni fa, ma solo nel 2006 i tre musicisti gelesi escono dalla sala prove. “Ci siamo trovati di fronte a una scelta: o non suonare live, poiché i pezzi non sembravano realizzabili dal vivo oppure renderli realizzabili semplificandoli in alcune parti – continua Araldo – La nostra scelta, invece, è stata quella di non sacrificare nessun dettaglio delle nostre composizioni, perchè ci tenevamo a ciascuno di essi” Nel 2005 realizzano la loro prima demo: “Under lock and key”. Con stupore i Flugge notano che questo lavoro piace a molti. Vengono loro offerti diversi palcoscenici, inizialmente fuori da Gela. A giugno di quest’anno si classificano primi al concorso Indie Concept di Catania, vincendo così un giorno di registrazione presso il The Cave Studio; Quest’estate si aggrega a loro un nuovo componente: Riccardo. Da quel momento i Flugge stanno lavorando al secondo demo.
– Andrea, cosa offre la tua città sotto il profilo musicale?
“Balli di gruppo e karaoke o cover band di Vasco Rossi, ma anche uno sparuto gruppo di ragazzi attivi in altri progetti, come Hyra, Adracne, Super Stereo 8, Scappaticasa e altri che dimostrano una certa sensibilità verso la musica.
– Salvatore, cosa vorresti trovare nella tua città?
“ Mi piacerebbe trovare degli spazi in cui i ragazzi gelesi interessati alla musica abbiano la possibilità “di fare”.
L'amministrazione o i locali privati, come si pongono nei confronti del mondo musica?
“Possiamo citare un caso concreto. C'è stata una bella rassegna (www.myspace.com/fancycannedgoods) ospitata dal Tropico Med e organizzata dall'associazione culturale Pangea. E' stato un buon esempio di come si possano fare cose interessanti, anche privatamente, senza alcuna collaborazione da parte dell'amministrazione e spendendo poco. E' stato comunque un caso raro (se non unico). Infatti i locali privati cercano, com'è naturale, solo il ritorno economico e, quindi, tra la Macarena e un gruppo che propone lavori propri, scelgono la Macarena. In particolare qui a Gela, in cui è questo che vuole la maggior parte della gente. L'amministrazione, dal canto suo, spende molto (Dolce Nera, le Vibrazioni), per offrirci, più che musicisti, vip del mondo dello spettacolo (ovviamente secondo il mio giudizio); anche questo è naturale purtroppo perchè, probabilmente, solo così si va incontro ai gusti della gran parte dei gelesi. Ritengo, invece interessante, l'idea dei Café Concerto”.
– Tommaso, il progetto cafè concerto ti avvince o ci sarebbe qualcosa da modificare?
“Io sfrutterei le risorse in modo diverso, utilizzandole in modo tale da fare esibire non solo le cover band locali, ma anche gruppi interessanti siciliani e italiani, perchè penso che si cresca anche attraverso il confronto con altre realtà diverse da quelle gelesi“.
Autore : Giuseppe Caci
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