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Corriere di Gela | CONVEGNO DELL’AIRC/ Uno stile di vita anticancro
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notizia del 14/04/2013 messa in rete alle 15:17:43

CONVEGNO DELL’AIRC/ Uno stile di vita anticancro

Un numero crescente di studi dimostra come sana alimentazione e uno stile di vita salutare sono elementi importanti per la prevenzione del cancro. Alla diffusione dell’idea che tale malattia non solo si può curare, ma spesso prevenire, ha contribuito da decenni in maniera intensa l’Airc (associazione italiana per la promozione delle ricerche sul cancro), che dal 1976 è impegnata nella raccolta e nell’erogazione di fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e nel diffusione al pubblico di una corretta informazione in materia. Presente nel nostro territorio da quasi 23 anni, l’Airc ha organizzato, lunedì 8 aprile, un incontro con gli alunni dell’Istituto di istruzione superiore Luigi Sturzo, facente parte del programma “Prevenzione attraverso l’informazione” in cui è intervenuto il prof. Angelo Messina (nella foto insieme a Graziella Condello), Ordinario di Patologia generale presso l’Università di Catania.

«La ricerca sul cancro – ha dichiarato il prof. Messina – ha messo in evidenza l’estrema complessità di una malattia che si manifesta in almeno cento tumori diversi, e probabilmente ancora in numero maggiore, a seconda dell’organo, delle molecole e delle cellule coinvolte. Sicuramente lo stato di malattia dipende molto dal rapporto uomo-ambiente, inteso come macro e micro ambiente»

Alcuni tra i fattori di rischio più importanti per il cancro sono condizioni non modificabili, come l'età o la familiarità per un determinato tumore. Su altre invece, dette modificabili, come il fumo di sigaretta, l’inquinamento o l'obesità, si può agire. Il cibo può essere un alleato nella lotta contro il cancro, ma anche un nemico.

«Le cattive abitudini alimentari – ha asserito il prof. Messina - sono responsabili di circa tre tumori su dieci. Alimenti come salumi, granaglie e legumi mal conservati, grassi e proteine animali, incidono in maniera negativa. Inoltre c’è una dipendenza tra quantità e qualità dei cibi e tumori dell’apparato gastrointestinale o il tumore del fegato. L’azione locale di alcune sostanze, come l’etanolo contenuto nelle bevande alcoliche, può favorire inoltre lo sviluppo di tumori della bocca o della gola. È necessario ridurre drasticamente l’apporto di grassi e proteine animali, favorendo invece l’assunzione di cibi ricchi di vitamine e fibre. Un posto privilegiato assume la soia che riduce il rischio di tumore al seno nella donna, e alla prostata nell’uomo».

Vivere in una città industrializzata come la nostra comporta un 25% di rischio in più di avere un tumore al polmone, e per chi fuma il rischio diventa del 90% in più. Gela nei 40 anni trascorsi dall’istallazione del petrolchimico, voluto da Enrico Mattei per regalare un futuro industriale all’isola, ha visto migliaia di morti premature per contaminazione ambientale. «Molte delle componenti dell’Airc presente a Gela – ha dichiarato Graziella Condello, delegata dell’associazione – ha vissuto la malattia molto da vicino. L’associazione ha da sempre mirato alla raccolta dei fondi per la ricerca, attraverso iniziative come l’Azalea, l’Uovo della ricerca e ha portato aventi una campagna di prevenzione, organizzando incontri con alunni e genitori, in varie scuole, dove sono intervenuti medici volontari. Da sottolineare – ha aggiunto la Condello – che l’Airc a Gela ha organizzato il primo screening della mammella con l’unità mobile dell’ospedale S. Elia di Caltanissetta, quando ancora non si effettuava prevenzioni nelle Asl, e su 1100 donne che si sono sottoposte alla radiografia, sono venuti fuori 11 casi di carcinoma mammario, tutti risolti».

Con l’avanzamento della ricerca oggi il 65% delle patologie tumorali guarisce clinicamente in maniera perfetta, e il restante 35% va trattato in modo da cronicizzare la malattia. Inoltre i programmi di screening si sono dimostrati efficaci nel ridurre la mortalità o l'incidenza per i tumori della mammella, del collo dell'utero e del colon retto. È davvero difficile immaginare che qualcuno non sia stato raggiunto dalle informazioni necessarie a limitare abitudini di vita dannose. C’è da chiedersi però se vi siano riscontri sulla ridotta incidenza e mortalità da tumori, quale risultato delle campagne di informazione.

«Se un soggetto – ha detto il dott. Messina – è inserito in un giusto contesto, a prescindere dal grado di cultura che possiede, sarà in grado di recepire positivamente l’importanza di un cambiamento delle abitudini di vita e di una diagnosi precoce della malattia».

Vi è davvero una diffusa volontà personale che riconosce, oltre che la necessità di leggi protettive della salute, come le norme che vietano il fumo di tabacco in ambienti di lavoro, in locali pubblici o le disposizioni che limitano l'uso di automobili con scarichi non catalizzati o che vietano l’emissione di sostanze inquinanti, anche la esistenza di responsabilità individuali nei riguardi della propria vita.


Autore : Filippa Antinoro

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