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notizia del 14/02/2010 messa in rete alle 15:07:33
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Allarme idrocarburi nell’aria
Grido d’allarme della Commissione consiliare ambiente per la presenza nell’atmosfera di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), mai rilevati con le centraline tradizionali installate nel territorio, se non sporadicamente dall’Arpa Sicilia. Dionisio Nastasi, presidente della Commissione, ha mostrato come in tema di IPA siamo molto al di sopra delle soglie consentite dalla legge, con picchi di 14 milligrammi per chilogrammo, contro il massimo di 0,01 nanogrammi di concentrazione per metro cubo consentito.
Per conoscere l’esistenza del grave fenomeno e gli eventuali rimedi per rimuoverlo, giovedì 11 febbraio scorso durante una conferenza stampa è stato illustrato un progetto che si pone come obiettivo l’installazione di una rete di biomonitoraggio mediante trapianti di licheni nell’area urbana della città di Gela. Un controllo periodico consentirà di acquisire informazioni sulla qualità dell’aria attraverso una matrice biologica.
“E’ strano – ha affermato Dionisio Nastasi – che a Gela dopo cinquant’anni di attività dello stabilimento non si è mai fatta una ricerca specifica nonostante il pet coque contiene una miriade di IPA, tra cui il benzopirene. Qualche studio sporadico c’è stato da parte dell’Arpa localizzato nella zona industriale, nello stabilimento, in piazza e a Settefarine. Di fronte a questo grave pericolo per la nostra salute, abbiamo ritenuto opportuno avviare uno studio sistematico con la collaborazione dell’Università di Catania e che si articolerà per tre anni. Riteniamo che si tratti di uno strumento conoscitivo di grande importanza che alla fine ci dirà come e dove intervenire per rimuovere le cause dell’inquinamento”.
Il consigliere Enzo Cirignotta che fa parte della commissione ambiente assieme a Paolo Cafà, ha affermato che è stato fatto un buon lavoro sostenendo la bontà di questo nuovo strumento i cui dati potranno essere comparati con quelli rilevati dalle centraline e con quelli dell’Arpa.
Paolo Cafà ripercorrendo un po’ la storia dell’inquinamento ambientale e di come le autorità di controllo si siano mosse frammentariamente, ha voluto rimarcare l’importante ruolo assunto dalla commissione speciale ambiente. Una commissione attiva che si muove nell’intento di capire la vastità del fenomeno e di come intervenire.
“Questo progetto – ha detto l’esponente di Des – avrà come obiettivo la ricerca di una soluzione al problema ambientale, che dovrà sicuramente tradursi in un sistema di riconversione industriale” “Oggi siamo ad un bivio – ha detto il consigliere Pd Peppe Collura presente anche lui all’incontro- perché da un lato c’è la necessità di mantenere un sito industriale su cui poggia un’economia, dall’altro alla necessità della riqualificazione del territorio. Questo progetto è sicuramente il modo migliore di approcciare il problema. Un modo che ci consentirà di conoscere e di intervenire”.
La dottoressa Daniela Cataldo e il dott. Gabriele Di Bartolo, i due studiosi di Scienze biologiche dell’Università di Catania, hanno spiegato ai giornalisti come si articola il progetto che procederà attraverso cinque fasi: Posizionamento su base cartografica di un grigliato di 500m x 500m, onde individuare le stazioni di rilevamento, che verranno georeferenziate e singolarmente schedate; scelta della specie lichenica più adatta; scelta dell'area di campionamento per la specie lichenica che verrà trapiantata. Trattamento e preparazione dei talli lichenici per l'operazione di trapianto. Uscita in campo e posizionamento dei lichen-bags (2 per stazione) nelle stazioni prescelte. Permanenza in esposizione dei lichen-bags della durata di 60 gg. Prelievo post esposizione dei lichen-bags. Conservazione e mantenimento in cella frigorifera dei lichen bags fino all'invio in laboratorio dove verranno analizzati. Al termine del bimestre di esposizione saranno inviati i campioni e ricevute le analisi, queste verranno elaborate e confrontate col dato della centralina laddove questa sia prossima al lichen bags.
Al termine di ogni anno di indagine, verrà redatta una mappa tematica e prodotto un report analitico che potrà essere pubblicato. Questa tecnica di biomonitoraggio è stata elaborata negli ultimi anni dalla comunità scientifica internazionale per la rilevazione delle alterazioni ambientali mediante l'uso di organismi viventi. Essa va ad affiancare le analisi strumentali tradizionali (campionamenti, analisi) che forniscono risultati molto precisi, ma hanno costi molto elevati. Le tecniche di biomonitoraggio riducono notevolmente i costi di campionamento e consentono una maggiore distribuzione dei punti di rilevamento degli inquinanti sul territorio.
Come bioindicatori della qualità dell'aria è stato spiegato che sono molto utilizzati i licheni: questi organismi viventi, presenti in natura sul territorio, sono infatti degli eccellenti indicatori dell'inquinamento prodotto da determinate sostanze.
Autore : Nello Lombardo
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