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notizia del 11/10/2009 messa in rete alle 15:01:10
Informazione e politica
Il proliferare nella nostra città di nuovi mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione, internet), fenomeno che si è verificato anche altrove, ha avvicinato nell’ultimo ventennio molti giovani – e anche non giovani – al mondo dell’informazione. Molti di questi, più che per convinzione, si sono fatti attrarre dal fascino di un mestiere che dall’esterno può anche sembrare il migliore del mondo, ma che di fatto richiede sacrificio, umiltà, tanta gavetta e soprattutto un alto senso dell’obiettività, roba rara quest’ultima, specie quando la politica, come spesso accade con maggiore insistenza in questi ultimi tempi, cerca di occupare lo spazio pubblico, quando non anche lo spazio dei media.
I più fortunati, quando hanno trovato per la loro strada dei buoni maestri o perché dotati di una base culturale e predisposizione alla scrittura, ce l’hanno fatta, imparando sul campo il mestiere, ed oggi rappresentano o lavorano dignitosamente per testate più o meno importanti. Altri sono rimasti ai margini, accontentandosi di un microfono che dà tono e di una telecamera che li riprende, ricevendone, in certi casi come unica medaglia, il mero e vanesio riconoscimento per strada, che nulla a che a che vedere con la gratificazione economica e professionale.
Alcuni si sono fatti cogliere dall’abbraccio mortale di chi esercita ruoli politici e di potere, altri hanno solo concesso diritto di parola e di rappresentanza, altri ancora si sono posizionati in una zona grigia, mascherando con mal riuscite reprimende un’improbabile obiettività e correttezza professionale.
A Gela c’è un’informazione malata, colpita dal morbo dell’intolleranza e dell’invadenza della politica, che vuole mettere le mani su ogni settore, informazione compresa. Questo perché alla politica è concesso di tutto. Ne consegue che dirigenti politici e capi di istituzioni pubbliche non vogliono accettare un livello di critica più elevato rispetto al cittadino ordinario, forse in virtù di una sorta di unzione divina, e lo rifiutano. E non sanno (e non vogliono sapere) che porre domande, anche se scomode, è uno degli strumenti della funzione correttiva dei media.
Può anche inquadrarsi così il recente divorzio tra l’editore di Canale 10, Antonio Cavaterra, e il direttore del suo tg, Franco Infurna; vicenda che vede coinvolti tutti, ma proprio tutti, i protagonisti della Comunicazione politica: sistema politico, sistema dei media e cittadini.
A certi colleghi, orfani di presenze ingombranti, vorremmo consigliare di disintossicarsi da certe dipendenze. A Crocetta, per esempio, che non è più il sindaco della città per sua scelta, non è il caso di riservagli lo spazio quotidiano come se ancora lo fosse. Lasciamo che ne parli la stampa nazionale e internazionale. Come ha fatto l’Espresso il mese scorso (n. 38, 24.9.09): aveva riportato le lamentele dell’ex sindaco – ora parlamentare europeo – (titolo: Crocetta in croce), che qui a Gela ostentava coraggio e spregiudicatezza, dichiarando di non temere nulla (il mitico eroe senza macchia e senza paura), salvo poi a lasciarsi andare in patetici piagnistei sulla mancata concessione della scorta in Belgio, sbandierando non meglio specificate minacce di morte. Era proprio il caso, quindici giorni dopo, rilanciare la notizia sulla stampa locale?
Autore : Rocco Cerro
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I Vostri commenti
Mi sembra un problema davvero serio lo spazio offerto a un ex sindaco gelese parlamentare gelese sui giornali gelesi...
é assurdo.
Secondo lei a quale politico si dovrebbe dare spazio?così per capirci.
Autore: Luca
data: 15/10/2009
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