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notizia del 16/06/2013 messa in rete alle 15:01:13
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Mirko Musco, “bacchetta d’oro”
Un talento innato, una passione coinvolgente, un amore per la musica che nasce dal cuore e arriva all’anima di chi ascolta creando emozioni ed atmosfere incantate, paesaggi lontani, a volte surreali, a volte ancorati ad un passato che è diventato storia.
Tutto questo è Mirko Musco, giovane direttore d’orchestra dal curriculum d’eccellenza che, con il suo estro e la sua forza di volontà, ha saputo portare alto il nome della nostra città, non solo in Italia ma in diversi Paesi del mondo. La sua intesa con i componenti dell’orchestra è così forte da creare melodie che non sono solo intrattenimento, ma cultura, ricchezza e gioia per lo spirito. Nato a Gela da una famiglia di musicisti, inizia gli studi musicali sotto la guida dello zio flautista, e segue corsi di perfezionamento musicale di trombone. Nel 2005 risulta idoneo presso la prestigiosa Scuola di musica di Fiesole per l’Orchestra giovanile italiana. Nel 2006 consegue con il massimo dei voti il Diploma in Trombone presso l’Istituto d’alta formazione artistica musicale “Luigi Boccherini”di Lucca, sotto la guida del M°Antonio Sicoli. Nel 2007 viene invitato a partecipare al Concorso per 1° Trombone presso l’Orchestra dei Munich Philharmonic a Monaco di Baviera. Studia strumentazione e direzione per Orchestra di Fiati presso il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, sotto la guida del Maestro Angelo De Paola. Nel 2011 partecipa al Concorso nazionale per banda La Bacchetta d’Oro a Fiuggi, conseguendo il premio speciale, il 1° posto e il Trofeo Unione Ciociara con l’Associazione culturale musicale gelese “G. Verdi”.
Nello stesso anno si classifica al 1° posto al Concorso nazionale per Orchestre di fiati a Laureana di Borrello. L’anno successivo partecipa in Calabria al 19° Corcorso nazionale bandistico A.M.A., dirigendo il corpo bandistico “S. Cecilia” di Mazzarino ed ottenendo il primo premio nella terza categoria. Nel 2013 partecipa per la seconda volta al Concorso nazionale La Bacchetta d’Oro a Fiuggi, ottenendo nuovamente il premio speciale. Mirko Musco si è esibito nei teatri più prestigiosi del mondo, quali il Teatro della Scala di Milano, il Konzerthause a Berlino, il Champs Elysees di Parigi e il Musikverein di Vienna e ha collaborato con l’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal M° Riccardo Muti. Numerose le sue tournèe, in Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Spagna. Ha svolto e svolge tuttora un’intensa attività concertistica in formazione da camera e da solista in Italia e all’estero. E’ stato direttore artistico e maestro del complesso bandistico dell’associazione culturale musicale gelese “Giuseppe Verdi”. Attualmente dirige l’Associazione musicale “Francesco Renda” di Gela.
Di seguito l’intervista a Mirko Musco, il quale ci racconta la sua esperienza e il suo legame con la musica, e denuncia la mancanza a Gela di un istituto musicale ben funzionante, grave carenza per una città che vanta di promuovere cultura e arte.
– Mirko, cos’è per te la musica?
«La musica è lo strumento più efficace che permette all'uomo di elevarsi ad una dimensione più alta. Educa la mente a relazionarsi con tutto ciò che circonda ogni essere umano. Costruisce e sviluppa sfere sensoriali sconosciute, mai scoperte ed educa alla civiltà. Il rispetto verso la musica è sinonimo di rispetto verso le persone e gli ambienti».
– Provieni da una famiglia di musicisti. Come e quando è nato il desiderio di proseguire gli studi per diventare direttore d’orchestra?
«Terminato lo studio del trombone, dopo aver avuto la possibilità di suonare in diverse formazioni orchestrali con direttori rinomati, di fama internazionale, tra cui Gabriele Ferro, Riccardo Muti, Eliahu Inbal, ho maturato l'interesse e il desiderio di trovarmi anch'io su un podio. Così, ho iniziato il mio percorso dirigendo le Orchestre di fiati, con cui ho avuto le prime soddisfazioni e i primi riconoscimenti. Per approfondire le mie conoscenze in questo campo della direzione, ho deciso, infatti, di frequentare il corso accademico di Direzione di Orchestra di fiati, presso il Conservatorio S. Giacomantonio di Cosenza, sotto la guida del M° Angelo De Paola».
– Nell’esecuzione di un brano o di un’opera musicale è fondamentale per un’orchestra la guida del maestro.
Quali responsabilità ha chi dirige?
«Il direttore è colui il quale ha il dovere di interpretare l'infinità di
note presenti in una partitura. Egli pone davanti all'orchestra una lettura unica e, si spera, condivisibile, di ciò che i musicisti dovranno eseguire. Di questo si assume la piena responsabilità, rimanendo sempre, però, nel dubbio: avrò fatto bene o no?».
– Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Il mio obiettivo attuale è quello di terminare gli studi intrapresi a Cosenza e di conseguire la laurea in Direzione di Orchestra di fiati. Per il resto, le idee sono tante, si vedrà!»
– Così giovane, hai già collezionato tanti successi e riconoscimenti prestigiosi in Italia e all’estero. Hai qualche altro sogno nel cassetto?
‹‹Sicuramente quello che mi auguro è di poter continuare a fare bene il direttore d'orchestra».
– Per concludere, quali consigli vuoi dare ai giovani talenti che, come te, vogliono accostarsi al meraviglioso mondo della musica?
«I giovani hanno bisogno di modelli giusti, seri e qualificanti. Voglio parlare di Gela. La nostra città da vent'anni subisce il sopruso da parte di istituzioni, amministrazioni, associazioni che, pensando di promuovere attività, eventi culturali e musicali, alla fine si sono rivelate ottimi esemplari di venditori di fumo. Gela, attualmente, non può vantare la presenza di un Istituto musicale funzionante e in grado di offrire un'istruzione dignitosa, e neanche di un'orchestra sinfonica Le formazioni costituite presso le scuole medie, pur essendo una grande risorsa per il nostro territorio, rappresentano la primordiale forma di approccio alla musica per tanti ragazzini. Il percorso di tanti giovani, intrapreso presso le scuole, spesso termina a causa della mancanza di luoghi, strutture idonee al proseguimento della loro formazione musicale. Molti smettono, invece, perché vittime della presunzione di insegnanti di musica che fuorviano i ragazzi dalla loro volontà di iscriversi presso le associazioni musicali presenti in città.
I giovani prendono come modello i talent show. Cosa trasmettono programmi del genere ai giovani d'oggi? Un perfetto esempio di facile scorciatoia per un futuro all'insegna di un blando ed insignificante successo.
Un artista, musicista, cantante, compositore, sacrifica non meno di 10 anni della propria vita a studiare armonia, contrappunto, fuga, il proprio strumento musicale (per i cantanti la voce), raggiungendo gli obiettivi pian piano. I giovani sono sempre attratti dalla banalità, mediocrità. Ecco perché risulta difficile riconoscere la qualità. I giovani devono essere scaltri e forti nel riuscire a capire cosa sia meglio per loro.
Il contesto non li aiuta di certo, ma devono essere consapevoli che la musica non può assumere il significato di successo veloce a tutti i costi. I passi avanti vanno fatti pian piano ed ogni passo deve essere voluto, studiato, pensato. Ogni giovane ha una propria coscienza critica, ce l'hanno pure i bambini. Allora siate forti in questo! In cuor mio reputo più opportuno dare consigli, nel mio piccolo, non ai giovani, ma agli adulti. I frutti sono buoni e maturi se curati e se cresciuti su alberi forti e rigogliosi. Con gli alberi ammalati non si va da nessuna parte!».
Autore : Alice Palumbo
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