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Corriere di Gela | Un martedì di ordinaria follia
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notizia del 01/07/2012 messa in rete alle 14:54:17
Un martedì di ordinaria follia

Aiuto! Chi salverà Gela dagli sdoppiamenti di personalità, dalle posizioni inspiegabili e sorprendenti di protagonisti della politica che crediamo di conoscere e invece all’improvviso hanno “uscite” a dir poco opinabili? Partiamo dalla questione del mercato del martedì, che questa settimana ha avuto il suo “battesimo” nella nuova area, profumatamente pagata, di Settefarine. E’ stato un gran pasticcio, un suicidio del buon senso. I cancelli sono stati aperti solo alle sette, perché i vigili urbani, in agitazione, “iniziano il loro turno a quell’ora” – come ha spiegato con imbarazzo il comandante della Polizia municipale. Gli ambulanti, abituati a montare dalle 5 alle 6, sono rimasti in fila con i loro furgoni lungo la via Settefarine, unica via di accesso al mercato, bloccando l’arteria e sequestrando letteralmente a casa propria gli abitanti della strada e delle traverse adiacenti.

Proteste veementi di chi doveva uscire di casa per lavoro o altri impegni, ma la situazione si è sbloccata solo verso le 7,30, a cancelli aperti e al serpentone di furgoni in movimento.

Gli ambulanti, una volta entrati nell’area “attrezzata”, hanno subito verificato che gli stalli erano stati previsti in modo approssimativo, non prevedendo in alcuni casi lo spazio per i furgoni, né l’apertura degli ombrelloni, che cozzavano tra di loro. La viabilità interna non permette il passaggio di eventuali ambulanze, e pare che non vi siano sufficienti uscte di sicurezza. In pratica, un disastro! Proteste a non finire da parte degli ambulanti, dei cittadini, di Confcommercio e Confartigianato. Il sindaco Fasulo, intervistato sull’argomento, ha dichiarato di essere soddisfatto e che sì, c’è stato qualche piccolo imprevisto, ma nulla di particolare. Qualcuno gli vada a spiegare che è il sindaco di Gela, non il sindaco di Vittoria, dove il mercato è a norma, regolamentato, ampio e dotato di tutti i servizi. E che per un mercato in quelle condizioni non si può essere soddisfatti, a meno che non si voglia nascondere la realtà o, appunto, ci si dimentichi di essere il sindaco di Gela.

Continuiamo poi col caso del consigliere Pd Gulizzi, vice capogruppo consiliare, vice segretario del partito (ma a quanto pare non lo è più), e vice di chissà quali altre cose. Gulizzi è un giovane molto attivo e capace: gli va dato merito di avere scoperchiato il mancato pagamento della Tarsu da parte dell Raffineria, cosa che ha generato notevoli introiti per le asfittiche casse comunali. Peccato che sia convinto di potere comandare e dare ordini a proprio piacimento, e che consideri un reato di lesa maestà il fatto che qualcuno la pensi in modo diverso da lui. E’ avvenuto dopo l’atto di indirizzo sulla riduzione dell’Imu votato dal consiglio comunale dopo la “fuga” dall’aula di tutti i consiglieri del Pd, ma col voto favorevole dei soli Giovanna Cassarà e Rocco Giudice, che liberamente e democraticamente hanno ritenuto di non dovere gravare le tasche dei cittadini gelesi di ulteriori balzelli. A loro Gulizzi ha inviato l’esortazione di “andare a casa”, visto che la pensavano in modo diverso dal “pensiero unico” gulizziano. Un atteggiamento, quello di Gulizzi, poco democratico, direi piuttosto autoritario. E per uno che nel Partito “democratico” è un elemento in ascesa, è un po’ contradditorio.

Per finire, a proposito di “autoritarismo”, torniamo al sindaco Fasulo, che con un’ordinanza immediatamente esecutiva ha stabilito l’esilio di tutti gli ambulanti da Corso Vittorio Emanuele, Corso Aldisio, Via Palazzi e le rispettive traverse, per “riportare decoro ai beni storici della città”, D’accordo, c’erano troppi ambulanti che creavano spesso disagio. Ma qualche ambulante regolarmente munito di licenza e rispettoso delle regole, per quale motivo non dovrebbe, in tempi di crisi, guadagnare qualche decina di euro per mantenere onestamente la famiglia? E’ proprio necessario sentire quell’orribile frase, “tolleranza zero”, che mi ricorda tanto i nazisti e i campi di sterminio di Auschwitz e Mathausen? O forse si potrebbe usare un po’ di buon senso nel determinare le regole?


Autore : Giulio Cordaro

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