|
notizia del 29/01/2012 messa in rete alle 14:52:08
|
Bonny Cultrera Lotà, un’autrice di poche parole ma di mille contenuti
Giovedi scorso si è tenuta presso la sala “Eschilo” del museo di Gela la presentazione del libro “Il cartone dell’emarginata” di Bonny Cultrera Lotà.
L’autrice, come lei stessa ha affermato più volte, si ritrova per caso ad essere una scrittrice; proprietaria, infatti, di un noto atelier nel centro della città di Catania, fino a qualche anno fa era molto lontana da lei l’idea di entrare a far parte del mondo della narrativa.
«Non ero una scrittrice, non ero nemmeno una lettrice.»
A portarla verso il mondo letterario è stato un evento poco piacevole che ha colpito la sua vita: la malattia.
Un giorno, avvertito un tremore alla mano e alla gamba dello stesso lato, non si era preoccupata, ma aveva comunque deciso di tenere il fenomeno sotto controllo. «Dentro me c’era qualcosa che non potevo controllare; non era eccesso di caffè, era Parkinson. Ma di fronte alla malattia dissi: l’accetto e mi organizzerò ad amarla.»
È stato il medico curante a dirle di scrivere. Da questa attività è nato il primo successo: “Il mio nome è Ninetta”, un libro autobiografico.
La manifestazione è stata promossa dalla Fidapa (Federazione Italiana delle Donne nelle Arti, Professioni e Affari). A tale proposito ho chiesto alla presidente Grazia Condello Città:
– Per quale motivo la sua associazione si è occupata della presentazione di quasto libro?
«La nostra associazione si propone di promuovere le iniziative artistiche che interessano le donne. L’autrice, inoltre, è una socia da ben dodici anni. Devo dire, infine, che da subito ho capito con quale personalità mi trovavo a contatto. A proposito della sua personalità bisogna dire che possiede una grandissima forza accompagnata da una fede che esprime nella cura verso il prossimo. Fa parte di un gruppo religioso gesuita, dell’Azione Cattolica, dell’Unitalsi, ha preso parte a missioni umanitarie in Africa e ha avuto per un periodo di tempo un bambino in affido dal tribunale dei minori. Io stessa devo confessare che mi sono trovata davanti una personalità carica di una speranza e di una forza contagiosa».
Il regista Virgadaula l’ha definita “un carro armato vivente”, e d’altronde mi è impossibile dargli torto.
Il direttore del museo, Salvatore Gueli, ha affermato di essere anch’egli onorato di poter ospitare una personalità di tale spessore, in quanto la ritiene un esempio per tutti, specialmente per i più giovani.
Relatrice è stata la prof.ssa Dolei, laureata in filosofia e scienze dell’educazione e amica dell’autrice, che, oltre a ribadire l’aspetto pedagogico delle opere, ha affermato di condividere l’opinione di chi ha definito Bonny Cultrera Lotà un’autrice di poche parole ma di mille contenuti.
L’autrice ci ha, inoltre, rilasciato una breve intervista.
– Cosa preferisce tra l’essere scrittrice e l’essere impegnata nel campo della moda?
«Sicuramente essere me stessa. Il lavoro che faccio e che è collegato alla moda è un lavoro che cura la superficialità. A volte alzo gli occhi e chiedo cosa mi ci abbia portato e perché. Io, infatti, non mi sento superficiale, ma ho tanti concetti dentro da trasmettere».
– Quale messaggio potrebbe mandare?
«Potrei trasmettere tanti messaggi. Quello che mi preme di più è che la depressione non dovrebbe esistere. Laddove vediamo una porta chiusa siamo noi a non volerla aprire. Oltre non può esserci che la luce».
Autore : Roberta Gerboni
» Altri articoli di Roberta Gerboni
I Vostri commenti
congratulazioni a Bonny ! sono onorata di essere una sua compaesana.
Autore: giovanna cucuzza
data: 29/03/2012
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|