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Corriere di Gela | Dilaga il fenomeno del gioco
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notizia del 18/07/2009 messa in rete alle 14:38:03
Dilaga il fenomeno del gioco

“Purtroppo, ad eccezione di qualche breve settimana, non lavoro da almeno sette mesi, niente di niente: così sono costretto a richiedere l'appoggio dei miei genitori; nonostante ciò la tentazione è veramente troppo forte, quando mi trovo difronte ad un videopoker o ad un esercizio commerciale abilitato alla gestione delle scommesse sportive devo giocare, almeno per ottenere qualche decina di euro”.
G.S., trentenne gelese, non riesce proprio ad isolare il momento esatto nel quale ha compreso di non poter vincere lo stimolo di affrontare la “sfida” con una fortuna, assai distante da quella descritta dalla simbologia popolare sotto forma di dea bendata, e più conforme a prestabiliti meccanismi elettronici: mi racconta, addirittura, di aver “preso il vizio” intorno ai ventitré anni, praticamente quando iniziò ad esplodere il fenomeno dei congegni destinati al videopoker, anche on line, e le prime sale scommesse fecero la loro apparizione in città.
L'assenza di uno stabile reddito affiancata all'intenzione di migliorare la personale condizione economica costituiscono impulsi prioritari del giocatore abituale; è sufficiente recarsi nel centro storico cittadino, tracimante di bar e tabaccherie, anche abilitate alla gestione delle scommesse, per rendersi conto della definitiva affermazione di una nuova abitudine, priva di una qualsiasi connotazione sociale: la puntata sportiva o l'acquisto del tagliando cosiddetto “gratta e vinci”.
All'interno di un locale pubblico della medesima zona, nel corso di un caldo pomeriggio di inizio Luglio, mi accosto ad un artigiano, A.L., intento, mediante una moneta da dieci centesimi, a sollevare lo strato argentato di un tagliando, appartenente ad una delle tante serie oramai in circolazione, la cui combinazione vincente garantirebbe al giocatore un successo economico non indifferente; “niente da fare, oggi non si riesce proprio ad azzeccare alcuna soluzione, e questo è il sesto biglietto consecutivo acquistato”: una risposta schietta ed immediata, promanante da un cliente fisso e disposto ad investire almeno venti euro giornaliere, secondo quanto riferitomi dal proprietario dell'esercizio.
Le agenzie per scommesse sportive, invece, sono divenute teatro, soprattutto nel periodo di piena attività dei campionati professionistici, con in testa quelli calcistici, di continue visite, destinate a protrarsi nel corso dei lunghi fine settimana, effettuate da un'eterogenea utenza, interessata ad ottenere un facile compenso confidando in presunte capacità di analisi dell'evento, difficilmente riscontrabili.
Saro, così lo chiamano gli amici che lo attorniano, un giovanissimo frequentatore di una di queste strutture, sita alla periferia cittadina, nell'atto di effettuare la sua puntata, concernente, questa volta, la finale del torneo calcistico della “Confederation Cup”, non esita un attimo nel descrivere la sua esperienza, fatta di ripetute visite finalizzate a scommettere: poiché, secondo il suo personale pensiero, un numero ampio di tentativi innalza le chances di accaparrarsi parecchie vincite, utili a finanziare i fine settimana di divertimento trascorsi all'interno delle discoteche del comprensorio. C.R., invece, prima di lanciare una nuova sfida alla macchina del videopoker, ubicata proprio innanzi ad esso, non fa mistero di aver assimilato quasi tutti gli orari dei treni in partenza dalla stazione ferroviaria di Gela, a causa di una costante presenza entro i locali del bar-tabacchi interno al sito; “nel corso della mattinata ritaglio solo qualche ora, a differenza del pomeriggio, quando mi dedico quasi esclusivamente al gioco, alcune volte va bene altre meno: sembrerà strano ma tale abitudine è sorta mentre sostenevo un periodo da trasfertista in una città piemontese, da allora in avanti sono stato contagiato da una travolgente passione”. La mia discussione con C.R. si svolge, peraltro, quando a poca distanza da noi un nugolo di persone, tutte riunite in una specie di irregolare semicerchio, è totalmente assorto nella gestione del gioco dei dati, questi ultimi lanciati da ogni partecipante sopra la superficie in cartone di un vetusto tavolo. L'affare, più per i titolari delle postazioni che per gli utenti, è del resto molto chiaro; il gestore di un punto gioco mi spiega, ad esempio, che la presenza di videopoker genera alla propria attività ricavi collocabili tra i 1.500 ed i 2.500 euro mensili, confermando così i dati dell'intera Regione, ove ne sussistono, fra quelle regolarmente registrate, 8.512. Purtroppo richiamare, difronte a simili pratiche, definizioni come quella di gioco o passatempo produrrebbe l'occultamento di veri drammi personali e familiari, causati da dipendenze inesorabilmente legate all'evoluzione tecnologica, in queste ipotesi fautrice di conseguenze spesso irreparabili: l'allarme prioritario viene lanciato, anche all'interno di una terra come quella siciliana, spesso controllata da poteri criminali, avendo come obiettivo il rischio dell'accesso al sistema dei prestiti usurari al solo fine di ottemperare alle perdite determinate dalla frenesia di chiederne “ancora un altro”.


Autore : Rosario Cauchi

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