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notizia del 10/10/2010 messa in rete alle 14:09:14
Processo “Bilico”, nuove accuse dalla Campania
Giuseppe Valenti, Gaetano Morteo, Nicolò Bartolotta e Orazio Cosenza, in passato attivi protagonisti del settore del trasporto ortofrutticolo in città, dopo la condanna subita in primo grado a sei anni e due mesi ciascuno, scaturita dal processo “Bilico”, si trovano a fronteggiare i giudici d’appello.
I reati accertati dai magistrati del Tribunale di Gela, dall'illecita concorrenza imposta tramite la violenza alla minaccia aggravata dal metodo mafioso, vengono, adesso, vagliati dalla Corte d'Appello di Caltanissetta.
Un procedimento molto importante quello passato ai magistrati nisseni: profitti per svariati milioni di euro ed interessi decisivi all’interno di un mercato strategico come quello dell’ortofrutta.
Solo a Gaetano Morteo, uno degli attuali imputati, la Questura di Caltanissetta, su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Gela, sequestrò, nell’Aprile dello scorso anno, beni per un milione e mezzo di euro.
Intanto, da un'altra inchiesta, coordinata dalla Direzione investigativa Antimafia di Napoli e denominata “Sud Pontino”, giunge la descrizione di ulteriori tasselli del mosaico rappresentato dall'autotrasporto tra Sicilia, Campania e Lazio, strettamente connessi ai fatti del blitz “Bilico”.
Ad entrare in gioco, questa volta, è Costantino Pagano, uno dei titolari della società “La Paganese trasporti &C. snc”.
L'imprenditore campano, infatti, intercettato dagli inquirenti, si riferiva spesso alla situazione di Gela, descrivendo ai propri interlocutori il controllo esercitato sull'intera zona dall'agenzia gestita da Giuseppe Valenti, uno degli imputati.
Tra Valenti e Pagano, ritenuto dagli investigatori un importante tramite della cosca dei Casalesi, si sarebbe saldato uno stretto rapporto tutelato dai gruppi criminali gelesi e campani.
L'agenzia Valenti, insieme alla “Ni.Ga. Transport” di Nicolò Bartolotta e Gaetano Morteo, avrebbe goduto, a detta dello stesso Pagano, della protezione di stidda e cosa nostra.
Stando ai verbali dell’inchiesta “Sud Pontino”, per poter lavorare sulle tratte che conducono dal mercato ortofrutticolo di Gela a quelli di Fondi, Giugliano e Aversa, bisognava passare per l’agenzia di intermediazione Valenti, come confermato da Carmelo Barbieri, già ai vertici del clan Madonia.
Dietro queste società ci sarebbero stati importanti interessi della criminalità organizzata: un vero e proprio patto, infatti, sarebbe stato stretto dalle famiglie Rinzivillo e Domicoli di Gela con quelle di Casal Di Principe, tutto imperniato sui profitti generati dal trasporto ortofrutticolo.
Crocifisso Smorta, collaboratore di giustizia ed ex affiliato della famiglia Emmanuello, sentito nel corso del processo d’appello contro i quattro imprenditori gelesi, ha confermato l’interessamento delle famiglie della città verso le società gestite dagli imputati, ammettendo, però, di non sapere nulla di imposizioni verso i commercianti operanti nel settore.
Secondo Smorta, gli imprenditori sotto processo sarebbero stati molto vicini alla stidda di Gaetano Iannì, ritenuto vero fondatore delle società insieme ad Emanuele Argenti, e al gruppo di cosa nostra degli Emmanuello, attraverso Rosario Trubia.
Proprio il clan retto per anni da Daniele Emmanuello, in base alle dichiarazioni rilasciate da Costantino Pagano, avrebbe imposto alla sua azienda il pagamento di una periodica “tassa”, essenziale per evitare possibili danneggiamenti o attentati di fuoco ai danni dei mezzi utilizzati dal gruppo di autotrasporto e continuare ad operare a Gela.
Un imprenditore agricolo, citato dagli avvocati difensori di Valenti, Bartolotta, Morteo e Cosenza nel corso del giudizio d’appello, ha, invece, escluso qualsiasi forma di pressione esercitata dalla locale criminalità organizzata allo scopo di dirigere la scelta verso l’agenzia di Giuseppe Valenti: secondo il teste, a Gela il settore dell’ortofrutta si sarebbe sempre caratterizzato per un’assoluta libertà.
Il processo d’appello “Bilico” riprenderà il 26 ottobre, la vasta indagine “Sud Pontino”, invece, promette di riservare ulteriori novità.
Autore : Rosario Cauchi
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