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Corriere di Gela | Il fumo fa male, l’intolleranza pure
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notizia del 17/04/2004 messa in rete alle 14:01:49
Il fumo fa male, l’intolleranza pure

Come ed in che modo è usato comunemente il verbo “fumare”? Nel gergo corrente può avere il significato di “sconfiggere”: il Milan si sta “fumando” gli avversari nella corsa allo scudetto. Oppure può significare “annientare”: un mio amico si è “fumato” il cervello.
Ma nella forma letterale, e mi viene in aiuto lo Zingarelli, viene normalmente usato nella forma intransitiva (il camino fuma, la tazzina di caffè fuma, il vulcano fuma…) oppure in quella transitiva, col significato di “aspirare fumo di tabacco o altro ed emetterlo dalla bocca e dal naso”.
La premessa ci porta ad alcune considerazioni sulla violenta campagna antifumo portata avanti dal Governo, campagna per certi versi giusta ma che sta rischiando di “ghettizzare” chi ancora si ostina a resistere al piacere, pur nocivo, di una buona sigaretta.
Credo che sia giusto che chi fuma non debba disturbare il prossimo e soprattutto non debba “inquinare” locali e luoghi pubblici frequentati da non fumatori. Io ho il vizio del fumo, me ne dolgo e spero prima o poi di potervi rinunciare, ma non ci sto ad essere ghettizzato e quasi additato al pubblico disprezzo. Buona parte dei fumatori sono educati e tolleranti, e chiedono il permesso di fumare di fronte ad altri. La stessa tolleranza non l’ha avuta il ministro Sirchia, che ha vietato il fumo in aeroporti, stazioni, treni, addirittura (dal prossimo 15 gennaio) negli uffici privati.
Ora, a parte il fatto che nel mio ufficio privato credo di comandare io e non Sirchia, vediamo cosa accade, per esempio, nello smisurato aeroporto di Fiumicino, dove un fumatore può stazionare anche due o tre ore prima di imbarcarsi: con fare furtivo accenderà una sigaretta nei bagni, come i ragazzini delle scuole medie, tentando di sfuggire al controllo delle forze dell’ordine, che conoscono il trucco e anche nei bagni fanno le ronde. Ma scherziamo?
Il principio di tolleranza non dovrebbe portare il Governo a permettere, negli aeroporti, una saletta di venti metri quadrati riservata ai fumatori? E sui treni a lunga percorrenza non potrebbe rimanere un vagone, uno solo, riservato a chi fuma? Mi riferisco, naturalmente, a situazioni di tempo prolungato, perché è chiaro che qualunque fumatore può rinunciare per due o tre ore al proprio vizio.
E allora, contro l’intolleranza del ministro Sirchia, una strada possibile è quella della di-sobbedienza civile, e torniamo allo Zingarelli: se fumare significa aspirare fumo ed emetterlo successivamente, non è sanzionabile il comportamento di chi accende una sigaretta e la tiene tra le dita in attesa che si consumi. Ed è quello che i fumatori possono fare in tutti i casi nei quali si ritengano vittime di atteggiamenti intolleranti: è giusto non dare fastidio agli altri, ma lasciateci fumare in pace le nostre sigarette, con tolleranza e considerazione!


Autore : Giulio Cordaro

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