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notizia del 11/09/2011 messa in rete alle 13:58:24
Il teatro greco nella zona dell’ex ospizio marino? Non è un’idea balzana!
Esimio Direttore,
sono un medico gelese da diversi decenni trasferitosi in Friuli Venezia Giulia. Gli eventi recenti relativi al destino del sito dell'ex Ospizio marino mi spingono a scriverLe per manifestare la mia modesta opinione. E' fuori discussione l'adeguamento delle strutture sanitarie alle esigenze della comunità, e contestare l'insediamento della “medicina nucleare” in quel sito non significa ripudiarla. Io, modestamente, la contesto e ne spiego i motivi.
Da profano potrei provare a disquisire su una migliore gestione del territorio sì da salvaguardare il versante “pregiato” della collina gelese, ma lascio agli esperti tale compito con la speranza che non si perpetuino gli orrori del passato. C'è però un aspetto importante della vicenda su cui vorrei soffermarmi e riguarda il tanto vagheggiato teatro greco.
Ipotizzare che il sito in questione sia limitrofo al teatro di epoca greca, non mi sembra un'idea balzana, tutt'altro! Quest'ultimo dovrebbe trovarsi compreso tra la via Pietro Micca e la via Gallipoli. Questo mio convincimento è nato alla fine degli anni 80 dalla semplice osservazione di una carta topografica che, solo in quel luogo preciso, chiaramente mostra il reticolo delle vie cittadine che simula la planimetria di una “cavea”, con le attuali strade confluenti a raggiera verso Piazza Trento che a sua volta dovrebbe contenere” l'orchestra” e la “scena”.
La stessa ipotesi fu avanzata, in modo assolutamente indipendente, da Francesco Salinitro nel suo “Gela l'identità perduta”. Ma già nel 2001, l'archeologa dott. Rosalba Panvini, a cui per lettera chiedevo un parere, mi scrisse che era pienamente concorde con questa ipotesi suffragata da valutazioni topografiche e morfologiche.
Nella stessa occasione la dott. Panvini si mostrò però scettica sulla possibilità di accertare la presenza di un teatro dell'età greca a causa degli sconvolgimenti del luogo in parte dovuti alla risistemazione del sito voluta da Federico II e alla realizzazione di tutta una serie di palazzi per civile abitazione. Quella volta fui lusingato e nello stesso tempo deluso dalla risposta perentoria dell'archeologa.
Allora non ebbi l'ardire di controbattere che i rifacimenti di Federico II certo non riguardavano il fianco della collina, semmai il crinale; e che per costruire i palazzi di civile abitazione, escludendo il cosiddetto “grattacielo”, certamente non sono stati incisi notevolmente tutti i livelli fino a grandi profondità! Come scrisse la dott. Panvini in quella stessa occasione.
Sappiamo bene come hanno costruito i gelesi!... anzi, come ha ipotizzato Francesco Salinitro, è plausibile che avendo trovato una struttura in pietra a qualche metro di profondità, abbiano poggiato le fondamenta delle loro case proprio su quella struttura seguendone puntualmente le tracce. Così troverebbe una logica spiegazione quel reticolo di vie che simulano il disegno di un edificio che, per dimensioni e direzione, potrebbe fare il paio con il teatro greco di Siracusa!
RingraziandoLa per l'ospitalità, Le porgo distinti saluti.
Sebastiano Maganuco
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