|
notizia del 05/03/2007 messa in rete alle 13:35:56
|
I sindacati degli edili su ambiente e sviluppo
Conferenza stampa dei sindacati presso la saletta dell’Hotel Sileno. Con un documento d’intenti, Ignazio Giudice (Cgil), Franco Iudici (Cisl) e Stefano Cacciatore (Uil) (nella foto)chiedono ai parlamentari nazionali e regionali un forte impegno nella direzione della salvaguardia dell’ambiente e per la creazione di infrastrutture ecocompatibili e per promuovere uno sviluppo sostenibile. Nel contempo chiedono la riapertura dei termini di legge perché i lavoratori edili che nel passato sono stati esposti alle polveri di amianto vengano anch’essi come tutti gli altri lavoratori del petrolchimico e dell’indotto a godere dei benefici di legge a suo tempo riconosciuti. Si tratta di una battaglia per l’ambiente e per la salute dei lavoratori.
Il documento sottoscritto dai tre sindacati acquista una grande valenza storica in quanto nel corso della storia sindacale, il sindacato degli edili non è mai stato così unito nel proporre piattaforme e rivendicare diritti mai prima riconosciuti. Ciò che i sindacati dei lavoratori chiedono con forza è che i lavoratori edili che hanno lavorato nell’indotto Agip, devono recepire subito i benefici previdenziali dell’amianto prima che vadano in pensione.
Se da un canto è giusto il riconoscimento di questi diritti, dall’altro il sindacato claca la mano sulla necessità che la Regione si dia una mossa per finanziare la Gela Siracusa ma partendo da Gela e intervenendo anche per il rifacimento del porto rifugio e del porto commerciale.
“I fatti che sono emersi non oggi certamente – afferma Stefano Cacciatore della Uil – rendono ancora più necessario affermare questo ruolo cioè che sviluppo industriale e industria così come altri comparti, devono porre rimedio ai danni che sono stati prodotti dalla gestione industriale che ha tenuto in scarsissima considerazione il valore fondamentale della salute dei lavoratori e delle popolazioni delle zone interessate. Noi abbiamo chiesto che intanto venga modificata l’attuale legge che regola i benefici previdenziali ai lavorato esposti al rischio polveri di amianto. Il che significa che le procedure devono essere molto pi snelle e facilmente applicabili e deve essere anche superato il limite del 15 giugno del 2005 per la presentazione delle domande perché molti lavoratori non hanno potuto presentare la domanda perché non lo hanno saputo. Molte domande sono state respinte, altre no. E’ indiscutibile che le polveri di amianto nell’ambito del petrolchimico esistono, non può essere negato quindi ad altri perchè tutti hanno continuato a operare nello stesso ambiente ritenuto pericoloso per la salute della gente”.
Franco Iudici della Uil sottolinea che i termini vanno riaperti perché molti lavoratori non sono stati in grado di presentare la domanda per godere dei benefici e denuncia che il 99% delle pratiche è stato respinto. Solo una società è stata riconosciuta e pertanto si chiede una rivisitazione delle pratiche stesse.
“Riteniamo che debbano riaprirsi i termini e riviste le pratiche archiviate – dice Franco Iudici – e dove non riusciamo con l’Inail è giusto che i nostri politici si impegnino a creare un decreto ad hoc per lo stabilimento di Gela come è successo a Ragusa e Milazzo per i lavoratori edili che sono andati in pensione dopo avere fruito dei benefici. Non capisco perché la stessa cosa non debba essere possibile per i lavoratori edili di Gela”.
A Ignazio Giudice abbiamo chiesto se ci sono i presupposti politici e legislativi perché anche i lavoratori edili di Gela possano avere riconosciuti gli stessi benefici goduti dai colleghi di Milazzo e Ragusa e perchè a gela si è rimasti indietro.
“Se dovessi rispondere in modo egoistico dico che sono segretario degli edili solo da un anno e mezzo – risponde Ignazio Giudice della Cgil – ma siccome ho tanta stima dei colleghi che mi stanno affianco, e sono cosciente di quanto hanno lavorato per questa battaglia, è chiaro che c’è stato un occhio di riguardo da parte della società che deve esaminare i curricula dei metalmeccanici. Noi sviluppiamo un altro ragionamento: vogliamo far beneficiare di questo strumento tutti i lavoratori dell’indotto e insistiamo affinchè in prefettura a quel tavolo voluto al sottosegretario al lavoro Antonio Montagnino, noi insistiamo affinchè si parli di indotto industriale che parte dai metalmeccanici, attraversa gli edili e finisce con i lavoratori del facchinaggio e delle pulizie. Dico di più: anche i lavoratori del diretto industriale hanno fatto domanda ed alcuni hanno avuto anche pareri positivi per andare in pensione. E qui non siamo in ritardo. Noi insistiamo con trasparenza e con la massima legalità si attivino i percorsi per le procedure di pensionamento per gli edili. Personalmente ho già incontrato l’amministratore della raffineria per fare fare delle relazioni ad hoc per i ricorsi che stiamo attivando per ridire in sede perfettizia che ci sono stati errori nella valutazione dei curriculi. La battaglia per l’amianto è una seria battaglia per la salute.
Noi vogliamo salvaguardare questa industria ma la invitiamo ad investire di più in sicurezza ma anche perché parli di ambiente e parli con noi. Vogliamo che a partire dall’Agip si faccia un ragionamento complessivo”.
Nello Lombardo
Autore : Nello Lombardo
» Altri articoli di Nello Lombardo
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|