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Corriere di Gela | La politica a Gela negli anni ‘80-’90 nel “In nome dell’intrallazzo”, di Carmelo di Pietro
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notizia del 19/02/2007 messa in rete alle 13:34:32
La politica a Gela negli anni ‘80-’90 nel “In nome dell’intrallazzo”, di Carmelo di Pietro

Abbiamo letto con piacere l’interessante volume del preside Carmelo Di Pietro: “In nome dell’intrallazzo”, che è una coraggiosa denucia di come veniva gestita la politica amministrativa nel palazzo di città, a Gela, negli anni Ottanta e Novanta.
I nomi degli amministratori della cosa pubblica sono inventati dall’autore del libro, che in quegli anni era consigliere comunale. Indubbiamente fu un periodo di i interesse nell’area gelose, da sempre territorio contraddistinto da molteplici problematiche, sia di aspetto sociologico che, soprattutto, delinquenziale e, in particolar modo, di abusivismo edilizio.
Furono in verità anni tristi per Gela, in cui si sono registrate sostanziali conferme in ordine agli equilibri di forza tra le varie compagini criminali e un accavallarsi di amministrazioni comunali di diversa estrazione politica.
L’autore del libro (con pseudonimo di Carmine) fu uno dei tanti “attori” di quel tumultuoso e rissoso periodo che non volle sporcarsi le mani, lottò per dare una priorità assoluta alla necessità di fare crescere culturalmente la città e abituare gli amministratori e i cittadini al rispetto delle regole e portare la città fuori dalla spirale della illegalità in cui si era cacciata.
Ma per tale operazione occorreva partire dai fatti immediati e appariscenti: esser solidali come un blocco granitico, lontani da certe aspettative estranee agli interessi della crescita civile.
Ma – ripetiamo – furono tempi tristi per la nostra città. Al comune di andava avanti con scarso impegno e ogni iniziativa, da chiunque provenisse, creava il sospetto di qualcosa di poco pulito. A un certo punto l’eccessivo abusivismo edilizio portò in città una sommossa, perché tanti pensarono che quelle abitazioni potevano essere buttate giù per legge. Le fiamme della sommossa danneggiarono l’ufficio tecnico e l’Archivio comunale. Paradossale, per Gela…
I quotidiani del nord definirono la nostra città “capitale dell’abusivismo edilizio”.
E ancora, i netturbini erano in organico circa 160, ma al lavoro si presentava un quarto della forza, gli altri erano imboscati negli uffici. La stessa solfa era per i bidelli delle scuole. Inoltre si otteneva l’assunzione in qualifiche basse e si veniva poi utilizzati in mansioni superiori.
Una vera anarchia con la complicità dei politici amici. E i cittadini urlavano: “E io pago!...”
Il libro del preside Carmelo Di Pietro è costituito da considerazioni impregnate di amarezza che ha vissuto in quegli anni come consigliere comunale: Se questa è politica amministrativa!... Come se non bastasse, alla frammentazione partitica e all’esagerato individualismo che completò la metastasi per la città di Gela, si aggiunse la mafia con i suoi tentacoli e che con le ventose prese a succhiare col “pizzo” i commercianti locali.
Per concludere: come è stata desolante la politica a gela negli anni Ottanta e Novanta, descritta nel libro “in nome dell’intrallazzo”!


Autore : Gino Alabiso

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