notizia del 19/02/2007 messa in rete alle 13:22:56
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La Chiesa e i Dico: due ipotesi
Inutile dire che, non solo sul piano squisitamente filosofico ma anche su quello della semplice sensibilità umana, le argomentazioni teologico-giusnaturalistiche delle alte sfere ecclesiastiche contro i Dico sono delle eminentissime stronzate. (nella foto Marco Trainito). Qualunque persona di buon senso, infatti, capisce immediatamente che il cattolico Prodi e la cattolicissima Rosy Bindi non hanno alcuna intenzione di avallare le scostumatissime pratiche civili delle società occidentali più avanzate, come vorrebbero far credere Ratzinger e Ruini. È naturale supporre, dunque, che il petulante richiamo della Chiesa al presunto “diritto naturale” istituito da Dio come fondamento di ogni diritto positivo (con buona pace della sovranità democratica del Parlamento italiano), intende nascondere qualcos’altro. Ma cosa? Cosa si nasconde dietro i latrati pseudo-filosofici della Chiesa, che arriva persino a ringhiare contro la normale attività legislativa di uno Stato sovrano pur di imporre la propria dottrina delirante? Cosa spinge una banda di anziani celibi con la gonna a pontificare sulla vita di coppia di milioni di persone? Cosa ne sanno loro, single per libera scelta, dei diversi modi in cui le persone scelgono liberamente di vivere insieme? Per ragioni di spazio e di scelta metodologica, eviterò qui di discutere il merito delle suddette argomentazioni dottrinarie (il matrimonio eterosessuale e cattolico è fondato sul diritto naturale; il diritto naturale è una delle espressioni dell’ordine divino del mondo; dunque il matrimonio eterosessuale e cattolico è un sacramento inviolabile voluto da Dio; e via dicendo con baggianate simili), perché sono davvero troppo risibili per essere prese sul serio. Proporrò, invece, due ipotesi alternative per spiegare le ragioni di tanta agitazione propagandistica da parte di un’agenzia ideologica (strutturata da anacronistico Stato Teocratico) che nell’occasione ha persino dimenticato di rispettare il pur benevolissimo Concordato che regola i suoi rapporti con la Repubblica Italiana, violando palesemente qualsiasi regola di non ingerenza negli affari interni di un altro Stato.
Premetto subito che io stesso non so quale delle mie due ipotesi sia la più verosimile. Per non sbagliare abbraccio la prima nei giorni feriali e la seconda nei giorni festivi.
Secondo la prima ipotesi, la Chiesa è un potere oscurantista e reale che, pur senza assumersi alcuna responsabilità diretta (per esempio attraverso una democratica partecipazione alla vita politica con propri parlamentari), cerca indirettamente di imporre la propria ideologia autoritaria servendosi di prestanome istruiti ad hoc e sostenuti nel corso delle elezioni (i cosiddetti parlamentari cattolici, frutto sempre verde del vecchio Patto Gentiloni). In questo caso l’Italia si configura come un paese laico continuamente minacciato nella sua libertà sovrana da una quinta colonna trasversale di onorevoli traditori, i quali, invece di essere leali allo Stato che li paga e li onora per legiferare nel rispetto della Costituzione, sono ideologicamente al soldo di uno Stato straniero.
Se così è, c’è da piangere per tutti, laici e credenti sinceramente desiderosi di vivere in un Paese libero.
L’altra ipotesi, invece, è più allegra, quasi da spettacolo di piazza domenicale.
La Chiesa, c’è da pensare, è un’Opera dei Pupi in cui degli anziani attori in abiti di scena particolarmente bizzarri sono manovrati come marionette da politici avidi di potere, i quali mettono loro in bocca delle battute propagandistiche ad effetto sacro al solo fine di darsi una opportuna legittimazione ideologica e culturale. In tal modo il Papa e gli altri prelati sono solo delle maschere con cui la gran parte della classe politica italiana incanta e infinocchia l’elettorato, in larga misura credulone, conservatore e piamente sensibile alla voce dei dogmi, nonché al fascino della superstizione. Alla fine dello spettacolo, marionettisti e marionette si spartiscono l’incasso e brindano insieme alla faccia del popolo bue che ha affollato la piazza.
Se così è, c’è solo da ridere, anche se lo spettacolo merita fischi e pernacchie, e si può continuare a sognare con serenità che a ognuno sia riconosciuto un giorno il diritto di vivere in pace e come gli pare, senza il timore di essere discriminato dagli ipocriti.
Autore : Marco Trainito
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I Vostri commenti
Caro Marco Trainito,
ho letto con attenzione il suo articolo e sono molto interessato ad ascoltare le ragioni che Lei porta a favore dei DiCo. Aiuterebbe la ricerca che sto conducendo sulle unioni di fatto.
Per correttezza, la informo che sono un cattolico e quindi la mia posizione (ad oggi) è vicina a quella del Magistero della Chiesa, tuttavia reputo molto costruttivo il confronto con altri punti di vista.
Mi scriva se trova il tempo per farlo.
Grazie mille,
Antonio
Autore: Antonino ARCIERI
data: 20/02/2007
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