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Corriere di Gela | Misericordie, una storia lunga settecento anni
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notizia del 04/10/2008 messa in rete alle 13:15:45
Misericordie, una storia lunga settecento anni

Una lunga esperienza, quella dell’associazione “Misericordie” che ebbe inizio nel 1844 a Firenze. In quel periodo si svolgevano con la zana, ossia una cesta di vimini i trasporti dei malati presso i centri. Il contesto storico-culturale era alquanto arretrato. Firenze era vittima di alluvioni e delle dilaganti infezioni che colpivano la popolazione. La zana permetteva il trasporto degli ammalati a cui veniva prestato soccorso negli ospedali.
Da un così difficile contesto continua fino ai giorni nostri la realtà dell’associazione “Misericordie” presente in tutta Italiacon più di 800 realtà. Anche a Gela, tra le varie difficoltà, e grazie alla voglia di fare, questa associazione opera attivamente. Rappresenta per il territorio di Gela un sostanziale aiuto per gli anziani, nelle loro attività quotidiane, che vanno dall’acquisto dei farmaci, alla riscossione della pensione. L’associazione svolge inoltre attività di trasporto dei dealizzati, attualmente circa 18, che vengono accompagnati nei centri di terapia, entro ed anche fuori dal territorio di Gela. Molteplici le attività che vengono realizzate, infatti l’associazione si occupa anche di aiutare altre organizzazioni nello svolgimento delle giornate dedicate alla raccolta di generi alimentari, nello specifico la Caritas di San Sebastiano. Di recente è stato pensato anche un progetto di raccolta fondi con l’Unicef nazionale, evento che si terrà il 5 e 6 ottobre, con la vendita delle piante nei maggiori quartieri della città di Gela.
Per approfondire le conoscenze sull’attività dell’associazione “Misericordie” abbiamo chiesto ulteriori spiegazioni al presidente Samuele Romano.
– Quanti e chi sono i volontari di “Misericordie” a Gela?
«Il numero degli iscritti si aggira intorno ad un centinaio, ma i componenti che svolgono volontariato attivo sono circa 30. Alcuni di loro dedicano parte del loro tempo libero per svolgere queste attività. Diamo inoltre la possibilità a questi giovani di lavorare, svolgendo l’attività di protezione civile, anche se si tratta di circa 8 posti annuali. Attualmente abbiamo messo in campo un progetto con il Comune di Gela, per l’accudienza dei bambini nelle scuole. Si tratta di un progetto sperimentale di volontariato che si concluderà a dicembre. Circa 17 le operatrici impegnate, anche se il rimborso è irrisorio, è comunque una forma di sostentamento per queste persone. L’associazione assiste circa 400 anziani, per una media di 11/12 utenze al giorno. La categoria anziani ha bisogno di attenzione, è questa realtà è pensata anche per loro.
Dall’associazione parte anche la cooperativa sociale, come succede in molte altre realtà italiane. Cerchiamo di aiutare i giovani che lavorano nella cooperativa, questo è il concetto di impresa sociale».
– Che importanza ha assunto secondo lei, questa associazione?
«Credo che ormai si possa parlare di una realtà affermata, cerchiamo di venire incontro alle esigenze di chi ci chiede aiuto, per quanto è possibile. Non siamo solo un sostegno economico per gli anziani, bensì morale, facendo anche informazione indirizzandoli nelle scelte. La nostra sede ci permette di svolgere al meglio le nostre attività, e di creare anche aggregazione»,
– Che ruolo ha il Cesvop?
«Il Cesvop a Gela è senza dubbio un sostegno presente. E ci tengo a sottolineare la stima che nutro nei confronti del responsabile e portavoce del Cesvop ,Enzo Madonia. In un paio di anni è riuscito a portare quei miglioramenti che molti altri non sono riusciti ad ottenere, promuovendo la cultura del volontariato. Attraverso un’azione chiara e trasparente, posso dire che sta facendo veramente un ottimo lavoro».
– Da cosa è partita l’idea di creare la realtà “Misericordie” a Gela?
«Io personalmente, conoscevo già questa associazione nel Catanese. Da li è nata l’idea di crearla anche a Gela. Il progetto è di un volontariato serio. La tematica fondamentale è di distinguere il vero volontariato da chi vuol fare volontariato a scopo di lucro. Sono davvero tante le associazioni che nascono, e ciò crea un sorta di confusione. Anche se in realtà esiste un albo regionale delle associazioni che permette di avere chiarezza».


Autore : Martina La Gristina

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