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Corriere di Gela | Farmacie e parafarmacie alleate contro la legge sul riordino del settore
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notizia del 04/10/2008 messa in rete alle 13:14:50

Farmacie e parafarmacie alleate contro la legge sul riordino del settore

All’indomani della polemica che aveva schierato i farmacisti di tutta Italia contro la nascente realtà della parafarmacia, un nuovo disegno legge firmato Pdl minaccia ora l’esistenza delle 2000 parafarmacie presenti nel nostro Paese. Si tratta di una proposta che, approdata in Senato a inizio luglio nell’ambito di un più ampio provvedimento per il riordino del servizio farmaceutico, pare aver raccolto il consenso del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e di Antonio Tomassini di Forza Italia. La cosiddetta legge “ammazza parafarmacie” prevede l’elaborazione di un elenco di medicinali, non soggetti all’obbligo di vendita dietro presentazione di ricetta medica, i quali per tipo di principio attivo, dose unitaria, caratteristiche posologiche e forma farmaceutica, possono essere venduti al di fuori delle farmacie e senza obbligo della presenza di un farmacista. In altri termini, ai tradizionali farmaci non soggetti a prescrizione medica, attualmente suddivisi in farmaci da banco (Otc) e farmaci senza obbligo di ricetta (Sop), l’Agenzia italiana del farmaco andrebbe ad aggiungere una nuova categoria di medicinali della quale non potrebbero comunque far parte i farmaci che richiedono particolari condizioni di conservazione o che abbiano validità inferiore a diciotto mesi.
Gli esercizi commerciali che volessero mettere in vendita solo la classe di medicinali che può fare a meno del camice al bancone dovranno esporli in aree distinte dalle altre merci ed escluderli da qualunque forma di promozione, concorso a premio, carta “sconto” o “fedeltà”. Il risultato? Solo le strutture commerciali che manterranno in servizio il farmacista per tutto l’orario d’apertura potranno fregiarsi del titolo e dell’insegna “parafarmacia”.

A Gela si può contare sulla presenza di diciannove farmacie (una ogni 4000 abitanti), mentre le parafarmacie di recente apertura sono tre. Dal momento che abbiamo raccolto le opinioni degli interessati, possiamo affermare che in città, di fronte alla comune minaccia della legge Tomassini-Gasparri, farmacie e parafarmacie accantonano gli antichi rancori e dissentono con voce unanime. I titolari delle farmacie gelesi, in particolare, parlano di svalutazione del farmaco legata alla facoltativa presenza del professionista. Se la competenza è opzionale, dicono, allora viene meno anche l’attenzione con cui il paziente dovrebbe assumere il farmaco. “Condivido la scelta di impiegare almeno un farmacista all’interno delle parafarmacie – ha affermato Leonardo Bordonaro, titolare di una farmacia del centro cittadino – ma non posso accettare che venga stilata un’apposita lista di medicinali da vendere senza l’ausilio di un professionista. Se favoriamo la liberalizzazione anche nell’esercizio farmaceutico – ha continuato il dott. Bordonaro – compromettiamo il nostro diritto alla salute”. Dello stesso pensiero si è dichiarata Adriana Di Silvestre, giovane farmacista impiegata in una parafarmacia della periferia di Gela: “Sono contraria al monopolio delle farmacie – ci ha spiegato la dott.ssa Di Silvestre – ma è inammissibile che medicinali che vanno utilizzati con cautela siano messi in commercio come se fossero dei prodotti senza controindicazioni. La parafarmacia – ha aggiunto la dott.ssa Di Silvestre – è una realtà che va difesa e mantenuta non solo per il servizio che offre al cittadino ma anche perché dà a molti giovani professionisti, che per vari motivi non possono aprire una vera farmacia, l’opportunità di trovare comunque un buon impiego”. La parafarmacia, quindi, non è un negozio qualsiasi ma piuttosto un luogo in cui il cittadino può confrontarsi con un esperto che lo orienti anche nell’acquisto di una semplice aspirina. “ E’ evidente – ha sottolineato Daniela Patti, professionista che lavora presso un’altra parafarmacia della città – che questa legge, se approvata, non agevolerà il singolo laureato ma le cooperative, come se l’assistenza di un farmacista non contasse più nulla.
Ogni giorno – ha proseguito la dott.ssa Patti – mi imbatto in clienti che senza la mia guida combinerebbero autentici disastri ”. Le critiche più dure, però, arrivano dai farmacisti freschi di laurea timorosi che la legge Tomassini-Gasparri possa vanificare i loro sacrifici. “Trovo davvero ingiusto – ha detto Fortunato Vella, giovane farmacista gelese – che dopo un impegnativo corso di laurea, il tirocinio, l’abilitazione e l’iscrizione all’albo, un professionista in erba debba confrontarsi con un provvedimento che vuole l’elaborazione di un nuovo elenco di medicinali vendibili dal primo arrivato. Non esistono – ha concluso il dott. Vella – farmaci di serie A e serie B, tutti possono fare miracoli o provocare grossi danni ”. La salute del cittadino e il rispetto del camice sono, insomma, i temi al centro della questione sulla quale è intervenuto anche il dott. Giuseppe Santisi, vicepresidente dell’Ordine Provinciale dei Farmacisti e titolare di una farmacia di Gela. “In qualità di farmacista – ha dichiarato il dott. Santisi – sono assolutamente contrario a questo disegno di legge che vìola i miei principi etici e professionali ma soprattutto mortifica le nuove generazioni di farmacisti. Il cittadino – ha continuato il dott. Santisi – ha il dovere, e non solo il diritto, di relazionarsi al farmaco dietro le indicazioni di una figura professionale in grado di scongiurare spiacevoli incidenti legati, talvolta, ad un’errata interpretazione del foglietto illustrativo”. Il disegno di legge incriminato e non ancora approvato presenta, però, anche norme che se entrassero in vigore faciliterebbero l’apertura delle nuove farmacie e le procedure transitorie per l’espletamento (o il completamento) dei concorsi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche vacanti. Tra le altre novità previste dal provvedimento, l’incremento del 10 % del quorum fisso di una farmacia ogni 4mila abitanti, la trasformazione di tutti i dispensari in presìdi nel giro di un anno e l’apertura di presìdi affidati alla farmacia più vicina per frazioni e quartieri decentrati con meno di 1.200 abitanti. Inutile sottolineare che qualora la legge “ammazza parafarmacie” venisse approvata al cittadino non resterebbe che la facoltà di scegliere.


Autore : Anastasia Virgadaula

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