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notizia del 05/03/2011 messa in rete alle 13:10:27
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L’ok sindacale al piano industriale Eni
Firmato l'accordo sul piano industriale 2010-2013 tra Eni e sindacati, che l’azienda aveva presentato per la raffineria lo scorso autunno alle parti sociali e che contempla una riorganizzazione interna degli organici con un taglio di 400 posti di lavoro.
“Verificheremo unità per unità – ha detto Alessandro Piva, responsabile della Filctem Cgil sulla questione degli esuberi – se i 400 posti di lavoro in meno sono concretizzabili tecnicamente negli impianti con una gestione in sicurezza e in tranquillità per i lavoratori. Fatto molto in importante, l’azienda ha detto esplicitamente ed in maniera forte che il centro di Gela diventerà strategico distinguendosi per la formazione e per la ricerca. L’esigenza che Eni debba svolgere un ruolo sociale nel territorio, è stato dichiarato in maniera esplicita dall’azienda. La trattativa certamente è stata difficile e lo si comprende quando l’azienda ha chiesto la riduzione di 400 posti di lavoro”.
Sono previsti pensionamenti con incentivi, mobilità, trasferimenti in altre aziende del gruppo sia in Italia che all'estero.
Contemplata anche l'assunzione di giovani diplomati. Vengono confermati investimenti per 500 milioni di euro, di cui 210 milioni di euro per la ristrutturazione delle caldaie, la costruzione di una nuova sala controllo e la copertura del parco Pet-Coke; 140 milioni saranno spesi per la ricostruzione della diga-foranea e del pontile al porto-isola. Cinquanta milioni per i doppi fondi del-l'80% dei serbatoi e la costruzione di un nuovo immagazzinamento dei greggi. Il miglioramento tecnologico avverrà con la spesa di 74 milioni per costruire un nuovo impianto "Claus" per carburanti senza zolfo, innovazioni nei reparti di raffineria "Fcc" e "Coking 2" e la bonifica delle aree dismesse.
A questi interventi si aggiungeranno lavori di manutenzione per 50 milioni annui.
All’ultimo momento è stato inserito nell’accordo la possibilità per il sindacato di monitorare ogni sei mesi ogni attività in un tavolo di confronto.
“Le riduzioni di organico verranno gestiti – ha detto Emanuele Gallo della Femca Cisl – con la mobilità e quindi alcuni lavoratori opereranno questa scelta volontariamente, mentre ci saranno altri lavoratori che andranno all’estero ed altri ancora che andranno in mobilità nazionale. Ci sono due – tre raffinerie in esubero e per evitare che la raffineria di Gela sia tra queste da chiudere abbiamo fatto un accordo di mantenimento che ci permette da un canto di fare degli investimenti e dall’altro una riduzione di organico. Uno degli aspetti più importanti della ricerca è rappresentato dal fatto che Eni immette nei pozzi il CO2 prodotto rendendoli più produttivi. Con ciò si ottengono due risultati: maggior produzione di greggio e immissione di CO2 nei pozzi anziché in atmosfera. Naturalmente questo è uno degli aspetti della ricerca”.
“Sono moderatamente soddisfatto – ha dichiarato Silvio Ruggeri della Uilcem Uil – nel senso che si poteva fare di più ma si poteva fare anche di meno. Siamo riusciti ancora una volta a strappare all’azienda il concetto che questo sito è una raffineria strategica e da qui partiremo per dare attuazione a tutti gli in vestimenti programmati. In uno scenario così delicato come quello che stiamo vivendo a livello internazionale, dove in un accordo con la raffineria si portano mille miliardi di vecchie lire di investimenti, significa mantenerla, cercare di consolidarla nel tempo e rilanciare questo sito. Abbiamo avuto molte variabili in gioco, che abbiamo cercato di coniugare nel migliore dei modi. L’azienda aveva come obiettivo primario di risanare sul piano economico la sua presenza su Gela, ma noi come sindacato avevamo un interesse ben preciso, quello dei lavoratori. Adesso dobbiamo cercare di coniugarli bene”.
Autore : Nello Lombardo
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