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notizia del 24/09/2005 messa in rete alle 12:57:56
Goccia su goccia Perché la vita non aspetta
L’afa, il gran caldo, il solleone, le vacanze e il relax totale fra qualche settimana saranno un ricordo e tutti ritorneremo alle nostre routinarie abitudini. Ma in questo periodo abbiamo trovato il tempo per andare a donare?
Spesso all’invito della donazione di sangue segue la solita risposta: lo farei volentieri, ma non ho tempo. E così si precostituisce un alibi per giustificare pigrizie personali e fingiamo di essere davvero paralizzati da un succedersi di attività frenetiche ed incontrollabili. Ma, forse, se riflettiamo bene, non è il tempo che manca a noi, siamo noi che manchiamo al tempo, perché non lo sappiamo interpretare, vivere e valorizzare in modo adeguato. Dunque, appare davvero difficile raggiungere la fatidica autosufficienza nel nostro territorio anche se i volontari dell’Adas ce la mettono tutta e non si sono certo fermati sotto l’ombrellone.
Le raccolte esterne ci sono state, le donazioni sono cresciute del 10%, ma i risultati, seppure fanno ben sperare, non soddisfano. Occorre una maggiore mobilitazione per sensibilizzare di più, per convincere le persone che siamo noi i padroni del nostro tempo, che possiamo facilmente trovare i luoghi per donare velocemente senza battute di arresto delle nostre quotidiane attività.
Da altro versante langue l’iter legislativo di riforma della disciplina trasfusionale che se, pur dopo tanti travagli, aveva visto l’approvazione alla Camera con l’accordo di tutte le forze politiche e dei settori del volontariato e dei professionisti, ora vive una nuova fase critica, alla disamina al Senato, per alcuni osservazioni vincolanti formulate dalla Commissione Bilancio.
Questa situazione comporta penuria o addirittura assenze di contributi necessari alle associazioni per svolgere la propria azione tesa a promuovere e diffondere la cultura della solidarietà e della donazione del sangue. E però la vita non aspetta e senza sangue non si opera, senza piastrine non si fa chemioterapia, senza trasfusioni il motore ospedaliero si blocca.
Allora? L’Adas e tutte le altre associazioni non si fermano, e tra mille difficoltà, stringono i denti, ottimizzano le poche risorse di cui dispongono e, forti della fondamentale importanza del loro agire sociale ed etico, mirano ad un investimento sui giovani.
Riaprono le scuole di ogni ordine e grado e si punta sui giovani anche in applicazione del Protocollo d’Intesa siglato il 4 luglio 2005 tra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Croce Rossa Italiana, Fidas e Fratres, con la finalità di promuovere, sostenere e sviluppare, in un rapporto di reciproca collaborazione, iniziative volte alla crescita, tra tutte le componenti del mondo scolastico, della cultura del volontariato in genere e del dono del sangue e dei suoi componenti in particolare, quale atto di partecipazione alla vita sociale e di educazione alla solidarietà.
L’Adas di Gela non si da tregua e oltre le scuole, nella dura partita da giocare, coinvolge anche altre associazioni come l’Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici) presso cui si effettuerà una raccolta di sangue il 20 settembre.
Autore : Graziana Cannadoro
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