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notizia del 15/10/2012 messa in rete alle 12:48:25
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Prevenzione del tumore al seno una malattia sempre più giovane
Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno e anche quest’anno non mancano le iniziative volte a sensibilizzare le donne su questa patologia tutta femminile. Sebbene negli ultimi anni si sia registrata una pur lenta ma costante e progressiva diminuzione della mortalità, il cancro al seno rappresenta ancora il killer delle donne e si prevede che nel 2012 ci saranno circa 42 mila nuovi casi di malattia, una su dieci. Una diagnosi precoce diventa fondamentale.
L’ospedale di Gela, in collaborazione con la Ados (associazione donne operate al seno), ha avviato da anni un programma di screening mammografico gratuito per donne di età tra i 45 e i 69 anni. L’iniziativa procederà fino a dicembre.
«La diagnosi tempestiva del tumore alla mammella – ha detto il dott. Rosario Greco (nella foto), direttore del reparto di radiologia delVittorio Emanuele – è fondamentale e strategica per vincere la malattia. L’obiettivo principale dello screening è individuare il tumore in fase infraclinica, cioè un cancro che sia meno di un centimetro. L’autopalpazione e l’ecografia rendono difficile l’individuazione a queste dimensioni. Lo scopo – ha continuato il radiologo – è diagnosticare più carcinomi possibili non rivelabili con altri strumenti e che non siano entrati in una fase clinica».
Il carcinoma della mammella costituisce la causa di morte di donne sempre più giovani, di età tra compresa tra i 35 e i 55 anni, mentre in quelle di età superiore diventa la seconda causa di morte subito dopo le malattie cardio-vascolari.
«Fino all’anno scorso lo screening era rivolto a donne di età compresa tra 49 anni e 69 anni – ha aggiunto il dott. Greco – ma quest’anno il Sistema nazionale sanitario ha abbassato il limite di età a 45 anni, sia per l’incidenza negli ultimi 15 anni anche sulle donne giovani, sia per l’evoluzione dell’imaging, cioè una diagnostica tecnologicamente più avanzata, sofisticata e precisa anche in caso di seno più denso di tessuto ghiandolare».
La mastectomia è stata vissuta dalle donne, in passato, come una mutilazione poiché il seno è stato da sempre uno dei simboli più rappresentativi della bellezza e dell’essere donna. Questo fatto associato ad una scarsa informazione, ad una limitatezza culturale e ad una carente educazione sanitaria sia scolastica che familiare, ha generato una grande paura esponendo la popolazione femminile ad un elevato rischio di diagnosi tardiva. Oggi, così come commentato dal dott. Greco, sempre più donne appartenenti a variegate classi sociali, mostrando grande maturità, seguono programmi di prevenzione, perchè incentivate dai vari programmi di prevenzione sanitaria associati ad un notevole progresso della chirurgia, che oggi si avvale di nuove tecniche micro-invasive e ricostruttive. Ciò ha migliorato di molto la prognosi della malattia, si pensa che la campagna di prevenzione ha dato la possibilità nel nostro territorio di ridurre del 30% l’incidenza dei tumori al seno.
«L’anno scorso lo screening – ha detto ancora Greco – ha permesso di individuare e debellare carcinomi che non avvertivano nessun sintomo. Caso per caso le radiografie vengono lette distintamente da due radiologi, da me e dal dott. Giuseppe Merlino, che ha una pluriennale esperienza nella branca della senologia. Se ci sono delle incongruenze tra le due diagnosi, si invita il paziente ad approfondire l’esame con l’ecografia o un ingrandimento mammografico, per valutare la positività o la negatività. In caso di positività si procede con l’approccio chirurgico, in questo caso il riferimento è il dott. Giuseppe Di Martino, specialista in oncologia chirurgica del seno. In caso di tumore infraclinico non è necessario passare alla radioterapia o chemioterapia».
Nel 2011 il reparto di oncologia dell’ospedale di Gela ha servito 4084 persone. E se c’è una stretta correlazione tra inquinamento e forme tumorali nei polmoni, vescica, tiroide e pleura, nel caso specifico del tumore al seno sono gli ormoni a giocare un ruolo fondamentale, oltre che la familiarità, la storia riproduttiva, la mancanza di attività fisica e l’età.
A Gela la Ados si occupa di prevenzione dal 2003, questa associazione nata per volere del dott. Di Martino come sede distaccata dell’Istituto europeo di oncologia diretto dal dott. Umberto Veronesi, è parte integrante del coordinamento dello screening mammografico dell’Asp di Caltanissetta. Gli ospedali di Gela, Niscemi, Caltanissetta sono dotati di mammografi sofisticati, ma gli altri comuni della provincia sono serviti da pulmini adeguatamente attrezzati di strumentazione per eseguire le operazioni di diagnosi fino a dicembre.
In Italia ogni anno in questo mese la Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) ha avviato la campagna nastro rosa, mettendo a disposizione materiale divulgativo, visite senologiche e analisi strumentali in ambulatori sparsi nel territorio italiano, che purtroppo sono assenti nella nostra città. «La Lilt è un ente pubblico su base associativa – ha dichiarato il dott. Giovanni Ferro, presidente della Lilt di Caltanissetta – che è presente nella nostra provincia da otto anni. Essa ha sempre promosso la cultura della prevenzione come metodo di vita e quest’anno ha attivato 397 punti ambulatoriali in tutta la nazione, purtroppo però per mancanza di finanziamenti non abbiamo ambulatori in nessun paese della provincia e il più vicino è quello di Siracusa».
Ma se la campagna di prevenzione promossa dalla Lilt, sponsorizzata attraverso i vari media, non può raggiungere la nostra città, il suo obiettivo di sensibilizzazione sembra essere centrato, in quanto in questo mese un numero maggiore di donne si ricorda di partecipare ad una battaglia che si può considerare vinta se tutte ci sottoponessimo a periodici controlli clinico-strumentali.
Autore : Filippa Antinoro
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