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Corriere di Gela | L’impegno socio-politico di don Sturzo
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notizia del 09/12/2007 messa in rete alle 12:47:55

L’impegno socio-politico di don Sturzo

Il Museo Archeologico Regionale di Gela ha ospitato il 29 novembre scorso, nella nuova “Sala Navarra”, con le otto alte bacheche contenenti i pezzi pregiati appartenenti a quella famiglia gelese, un convegno di alto valore culturale, con una folta rappresentanza di ospiti provenienti da Caltanissetta, Caltagirone e paesi limitrofi.
Il convegno di cultura “Maria Cristina di Savoia” della sezione di Gela, presieduta da Maria Cristina Comunale, ha avuto per tema “L’impegno socio-politico del pensiero di Don Luigi Sturzo” con la relazione ufficiale di mons. Michele Pennisi Vescovo di Piazza Armerina.
Per Maria Cristina Comunale, attiva dirigente gelese, Don Luigi Sturzo, fu un illuminato sacerdote di Caltagirone, vissuto fra l’ultimo scorcio del diciannovesimo secolo e la prima metà del ventesimo, in una stagione di grande travaglio per l’Europa e per il mondo.
Don Luigi Sturzo – ha sottolineato la Comunale – pur legando il proprio nome ad eccezionali iniziative sociali, fornì “una grande mole di scritti, di pensieri, di anticipazioni socio-politiche ancora attuali e validi che ci forniscono la dimensione di un personaggio che onorala Sicilia ed il cui insegnamento, come cristiani e come cittadini, abbiamo tutto l’interesse a salvaguardare, al cospetto della caduta rovinosa dei valori che affligge la società del nostro tempo”.
L’architetto Salvatore Gueli, direttore del Museo Archeologico di Gela, si è rallegrato nel sentire la vicinanza della città: perché bisogna dare visibilità alla ricchezza ed alla storia racchiusi nei pezzi mussali, anche con il “ritorno” dei circa 180 reperti sparsi per mondo.
Gueli ha accennato al programma che il Museo ha già predisposto per le prossime festività natalizie, e per la disponibilità ad ospitare validi incontri culturali diversificati.
Articolata, appassionata e documentata la relazione del dott. Rosario Minasola, presidente del Lions Club di Gela, che ha definito quello di Don Luigi Sturzo “un apostolato laico”.
Nel suo lungo intervento ha tenuto a sottolineare che “se la carità è la misura della santità, l’azione politica e sociale di Don Sturzo è stata la sua opera più alta di carità cristiana e di coerenza fra pensiero ed azione”.
“Anche oggi – per Minasola – il prete di Caltagirone è un personaggio attuale ed il suo grido sopravvive… .ed è, sotto certi aspetti, ancora tutto da scoprire.
Devono scoprirlo innanzi tutto i sacerdoti, per essere degni di lui che resta il loro maestro di vita sacerdotale; devono scoprirlo gli amministratori ed i politici per assolvere correttamente e coerentemente la loro missione di giustizia, amore e servizio, perché la politica è, infatti, carità verso il prossimo”.
Il presidente del Lions gelese, attraverso la sua dinamica interpretativa della nobile figura calatina, ha ricordato la nascita del Partito Popolare dovuta a Don Sturzo ed alla sua nuova formazione letteraria e pastorale che doveva essere assunta e rinnovata anche attraverso la predicazione. Don Luigi Sturzo affermò – ha ricordato ancora Rosario Minasola – che “…la mia missione è stata quella di portare la vita spirituale nella vita politica”.
Ma non avrebbe mai immaginato il degrado raggiunto dalla politica dei giorni nostri disgiunta da ogni forma di spiritualità!
Constellata di edificanti spunti filosofici, teologici e sociali, in simbiosi con motivi umanitari, la corposa relazione di Mons. Michele Pennisi per il quale don Luigi Sturzo è attuale anche per il nostro tempo, e la sua visione è basata sul realismo, mentre la sua esistenza è stata vissuta attraverso l’esperienza della Fede.
Mons. Pennisi ha sottolineato che bisogna liberarsi dell’intransigentismo politico, ed il clero non deve mai cadere in un certo servilismo, come avveniva ai tempi di Don Sturzo, ed avere un rapporto ed una visione più giusta fra grazia e natura.
“E’ necessario – ha aggiunto – che si abbia una classe politica animata dalla Fede, per ritrovare la centralità della famiglia e la creazione di una vera comunità internazionale”.
Le parole del vescovo ed il suo “sermone” hanno così trovato nell’eredità delle opere di Don Sturzo le ragioni per scongiurare Fede e mistero, mediante un costruttivo dialogo moderno ed alla muce degli accadimenti epocali.
I lavori del convegno sono stati coordinati da Don Giuseppe Fausciana in qualità di assistente di cultura del “Maria Cristina” di Gela.
Altri interventi, pertinenti il convegno, sono stati quelli della signora Gabriella Urso-Romano, delegata regionale del “Maria Cristina” e della signora Luigia Mastriforti, presidente della sezione di Caltagirone.
Le socie della sezione gelese, presenti in gran numero nella “Sala Navarra”, hanno fatto voti affinché gli atti del convegno vengano raccolti e pubblicati, per costituire un documento storico stilato dai gelesi. Per ricordare Don Luigi Sturzo e la sua edificante stria di sacerdote e di uomo umanissimo.
Una storia non dissimile ma, sotto molti aspetti, anticipatrice di quel mirabile “…la giustizia è l’argomento essenziale in favore della vita eterna…”, affermato da Papa Benedetto XVI nella sua nuova enciclica “Spe Salvi” della settimana scorsa, che boccia tutti gli ideali materialistici.


Autore : Federico Hoefer

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