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Corriere di Gela | La terza via dell’economia gelese
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notizia del 06/10/2010 messa in rete alle 12:26:23
La terza via dell’economia gelese

Prendo spunto dal simpatico invito fatto da Luciano Vullo, la settimana scorsa su questo giornale, per esprimere la mia modesta opinione su taluni aspetti dell’economia, soprattutto locale, e sui mutamenti di carattere sociale in atto. Inoltre, spero anch’ io che su questo e altri temi si apra un dibattito “culturale” di cui la nostra città ha bisogno. Eviterò, in questa sede, di soffermarmi sulle determinanti economiche proposte dal Prof. Vullo, quindi non parlerò di profitto, globalizzazione, nuovi mercati e altri argomenti di cui la teoria economica tratta copiosamente. Un punto, però, vorrei riprendere tra quelli elencati da Vullo, cioè il progredire, secondo lui, della deregulation come fattore negativo, se intendo bene, dello sviluppo economico ma soprattutto sociale.

Personalmente penso che in Italia in particolare ci sia stata e ci sia ancora troppa poca deregulation e che il nostro sistema socio-economico sia rimasto bloccato tra dirigismo e protezionismo, creando grosse sacche di privilegi che hanno sottomesso l’agognata “meritocrazia”.

Prova ne sia che, in questi ultimi quindici anni, la spesa pubblica, nonostante la riduzione del turnover e il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, ha continuato a crescere anche a causa del proliferare di organismi di “sottogoverno” che sono diventati dei veri feudi politici. Poco considerato invece, in Italia in generale e al Sud in particolare, è il cosiddetto terzo settore o privato sociale, cioè l’attività delle imprese che coprono servizi di interesse collettivo, operando senza perseguire la logica del profitto. La nostra realtà locale, caratterizzata da lungo tempo da un’economia di tipo “speculativo”, adesso schiacciata tra la crisi del polo industriale e un modello alternativo che non si riesce neppure ad ipotizzare, potrebbe trarre giovamento dallo sviluppo del modello dell’impresa sociale. In questo senso apprendo con soddisfazione che l’assessore ai Servizi Sociali sta lavorando a diverse iniziative, affinché si passi dalla logica dell’assistenzialismo a quella della sussidiarietà. In questo ambito è stato recuperato il progetto internazionale “Urban House” in cui il Comune di Gela è capofila di varie città appartenenti a nove Stati diversi.

Inoltre, lo stesso assessorato promuoverà un progetto che vedrà impegnati soggetti con svantaggi economici e sociali nella raccolta differenziata di rifiuti. Sarebbe opportuno, per sviluppare l’ottica che abbiamo proposto, ad esempio, cominciare a pensare alla riqualificazione professionale dei lavoratori dell’industria, da impegnare nel progetto di bonifica del nostro territorio promuovendo la riduzione dei profitti e l’incremento del lavoro. Se Gela è una emergenza sociale, la politica deve agire in una logica di promozione sociale, altrimenti penseremo che l’emergenza è solo un cavallo di Troia utile per conquistare una poltrona anche al Parlamento europeo.


Autore : Emanuele Antonuzzo

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